Stay Strong

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Amy camminava verso casa canticchiando the A-team di Ed Sheeran.

Stava tornando a casa da sola, aveva deciso di andarsene dopo l’episodio accaduto con Zayn nel corridoio. Aveva sussurrato all’orecchi dell’amica che non riusciva a stare più dentro quella aula con lo sguardo del moro puntato addosso e cosi aveva preso le sue cose e uscì di lì cercando di soffocare la vocina dentro di se che le suggeriva di tornare dentro a chiedere a Zayn il motivo per cui la trattava in quel modo.

Aveva notato che a Zayn dava fastidio la sua vicinanza. Aveva sempre quello sguardo arrabbiato ed infastidito quando la incontrava e ciò accadde solo due volte dato che la prima volta lei era fuggita.

Arrivò a casa con quei pensieri che le frullavano per la testa facendole arrivare di nuovo quel senso di terrore e soffocamento che cercava sempre di evitare quando è da sola ma sentiva che stavolta non riuscirà a fermarli.

Gli sentiva crescere veloci a causa di quei pensieri.

Perché la guardava in quel modo, infondo non aveva fatto niente di male, non aveva nemmeno cercato un approccio cosa che non le era nemmeno passata per la testa.

Sapeva che non poteva avere niente da lui. Lei non aveva abbastanza bellezza, coraggio. Non era abbastanza affascinante ed attraente per attirare l’attenzione di Zayn. Lui aveva Perrie che era quella giusta per lui.

Bella simpatica, socievole. Aveva tutto ciò che un ragazzo voleva.

Amy entro in casa con già le lacrime che le rigavano sulle guance. Pensava solo che lei non voleva tutta quella sofferenza, non voleva più vivere cosi. Perché è ancora in questo mondo allora? Perché le persone non capivano che lei aveva bisogno di liberarsi di tutta quella sofferenza.

Si diresse in bagno e si spoglio dei suoi vestiti rimanendo solo in intimo. Voleva farsi una doccia fredda per dimenticare, per stare meglio ma mentre stava entrando nella doccia il duo occhio cadde su una piccola scatoletta. Una scatola che apriva e guardava sempre mentre si faceva la doccia. Aveva deciso così per mostrare a se stessa che lei era forte e che non aveva bisogno di ciò che si trovava in quella scatoletta ma in quel momento non si sentiva forte. In quel momento aveva voglia di sfogarsi, di far sparire il senso di soffocamento, di non pensare.

Prese l’oggetto all’interno della scatola e lo guardò. Si ricordò di ciò che le faceva sentire quando lo usava tempo fa. Si ricordò come l’aiutava a smettere di pensare e le faceva stare meglio per un paio di minuti.

Aprì l’acqua fredda e si sedette a terra sotto l’acqua che le bagnava il corpo. Aveva la pelle d’oca e sapeva che sicuramente si sarebbe presa un malanno ma non ci fece caso e tese il braccio in avanti posando ‘oggetto sulla pelle. Strinse la presa e traccio la prima linea guardando il sangue uscire. Fece per ripetere il gesto, sicura che piano piano sarebbe stata meglio ma una cosa scatto dentro di lei.

Vedeva degli occhi color miele scrutala, il ricordo di un sorriso, delle parole che continuavano a girarle in testa. Lascio cadere l’oggetto a terra prendendosi la testa tra le mani scoppiando in singhiozzi.

Non riusciva più a continuare cosi. Perché non la lasciava in pace’. Continuò a singhiozzare sotto l’acqua ghiacciata guardando il suo colore diventare rosso.

Lo aveva deluso. Aveva promesso che per amore suo lei non lo avrebbe fatto ma ora eccola lì con un taglio sul braccio a piangere dentro la doccia rischiando di prendersi una polmonite.

Piano piano i singhiozzi si attenuarono e lei si calmò. Il senso di soffocamento e la elusione erano ancora dentro di lei ma cercò di ignorarli alzandosi ed uscendo dalla doccia tremante.

Si avvolse in un asciugamano che aveva trovato lì e prima di uscire, medicò quella piccola ferita prendendo in mano l’oggetto e rimettendolo nella scatoletta ma invece di lascialo lì, lo portò con se andando in cucina.

Lo guardò per l’ultima volta poi aprì la mano lasciando scivolare la scatola dentro al cestino dei rifiuti poi si girò andando in camera.

Una voce dentro di lei le diceva che doveva prendere quell’oggetto e finire ciò che aveva iniziato ma Amy continuo a camminare più veloce verso la stanza ed arrivando accese lo stereo con le note di give me love.

Senti i suoi muscoli rilassarsi sulle note della guitarra di Ed ed i pensieri in testa furono sostituiti dalle parole della canzone che lei iniziò a canticchiare.

Si tolse l’asciugamano e si mise l’intimo. Stava morendo di freddo ed aveva le mani congelate e di un colore bluastro.

Si legò i capelli e si mise un maglione insieme a dei pantaloni della tuta neri di Mars.

Si guardò allo specchio sussultando. Aveva un colore biancastro e le labbra erano di un colore quasi viola.

Si strinse le braccia attorno per farsi caldo e si diresse in salotto prendendo un plaid e coprendosi con esso. Stava morendo lo sentiva.

Si mise sdraiata sul divano ormai stanca da tutti quei movimenti e cominciò a canticchiare le note di give me love che stava tendendo alla fine.

I suoi occhi si stavano chiudendo da soli e lei non riusciva a tenerli aperti. Aveva paura per Mars, che trovandola in quella situazione forse anche in fin di vita sarebbe stata malissimo.

Stava per cadere in un sonno da cui forse non sarebbe più svegliata.

Chiuse gli occhi all’inizio del note di One ma non riuscì a dormire. Qualcosa le impedì di cadere in quel oblio fatto di oscurità.

I soliti occhi color miele la scrutarono dieto le sue palpebre chiuse sorridendo. Muoveva le labbra ma Amy non capì cosa diceva. Non lo sentiva.

Guardò le sue labbra muoversi e cercò di capire cosa le stava comunicando.

Stay strong.

Amy guardò per l’ultima volta gli occhi di Zayn prima di farsi forza ed aprire gli occhi. Si alzò debole ma riuscì a reggersi in piedi.

Andò verso la porta prendendo il cellulare e con fatica riuscì ad aprirlo dato che aveva lo sguardo sfocato.

Non voleva arrendersi. Per l’amore che provava per lui non lo doveva farlo.

Premette il tasto verde sul primo numero che trovo. Non riusciva a leggere il nome ma pregava con tutta se stessa che fosse il numero di Mars.

L’amica era intenta a palare con Niall, sua cotta di un paio di anni ormai. C’erano anche gli altri ma lei aveva occhi solo per lui.

Avvolte guardava anche Zayn cercando di capire perché prima guardava l’amica con quel sguardo che non riusciva a decifrare. E come se volesse parlare con lei, avvicinarsi ma aveva paura di qualcosa.

I suoi pensieri ed il suo discorso con i ragazzi venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare.

Vide il nome della migliore amica ed un senso di paura la invase.

“Amy” rispose titubante.

Amy si accascio a terra ormai stanca di stare in piedi.

“Ho bisogno di te” sussurro prima di lasciarsi avvolgere da buio.

Kiss Me Like You Wanna Be LovedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora