5. Sembra un film

1.9K 62 34
                                    

La vita è splendida,
sii saggio, cuore.
Sei così stanco,
rallenta, batti piano...

Anna Achmatova, La porta socchiusa


Le risate delle ragazze, che riempivano il piccolo ingresso, le riscaldarono il cuore. Corinna ripose il cappotto e la borsa sull'appendiabiti di legno scuro e tirò un sospiro di sollievo. Era a casa e al sicuro, per il momento. Le tremavano le gambe e avvertiva la nausea, tutta la tensione accumulata nell'ultima ora chiedeva di essere liberata. Oltrepassò la porta del salotto buio e si infilò in quella della cucina.

Le tre amiche e coinquiline erano sedute attorno al tavolo rettangolare.

«Corinna! Hai fatto tardi stasera?» Monica le sorrise prima di infilare un boccone di insalata in bocca. Indossava un maglione scuro e largo che nascondeva i suoi seni generosi e una vita stretta. I capelli neri erano legati in una coda alta, morbida e disordinata. Anche lei, come Corinna, era in piena sessione d'esami e si vedeva.

«Problemi con la metro?» Claudia, seduta di spalle alla porta si voltò a guardarla, il caschetto di capelli biondo chiaro perfettamente in ordine, come sempre.

Corinna sorrise debolmente. Doveva raccontare loro dell'incontro con Rocco, era importante che sapessero. Se le fosse successo qualcosa di più grave, loro dovevano sapere. Allo stesso tempo, però, voleva solo chiudersi in camera e dormire. Dimenticare per un attimo tutti i suoi problemi. Dimenticare Antonio.

La prima volta che aveva visto Antonio aveva avuto paura. Nel volto bianco e liscio si incastonavano due occhi scuri, fermi e spietati, lo sguardo di una persona spregiudicata, senza morale né un briciolo di empatia. Ricordava come tutto il suo corpo le avesse urlato di scappare quando le aveva sorriso porgendole il denaro di cui aveva un disperato bisogno. Corinna aveva fatto i salti mortali per recuperare quanto gli doveva, in modo da chiudere definitivamente con lui il prima possibile. Il fatto che Antonio la cercasse per farle una proposta le fece capire che non era affatto finita.

Si avvicinò alla cucina e prese un bicchiere. «No, nessun problema con la metro.»

«Non ti abbiamo preparato niente per cena, però c'è ancora della carne in frigo», chiarì Silvia.

Di mangiare non ne aveva proprio voglia. «Ho lo stomaco chiuso. Mangerò giusto un po' di insalata.»

Silvia si alzò e le andò vicino. Era la più grande tra loro e quella che si preoccupava di più. Gli occhi della ragazza cercarono quelli di Corinna. «Che succede, Corinna? Non hai una bella cera.»

Lei scosse la testa e si lasciò cadere sulla sedia. «Ho avuto una serata a dir poco incredibile. E purtroppo non in senso positivo.»

«Che cosa è successo?»

Corinna si passò le mani tra i capelli, ravvivandoli. Doveva tirare fuori tutto. «Ho incontrato Rocco, fuori dal negozio.»

«Quel Rocco?» chiese Monica, alzando gli occhi dal piatto. Lo conosceva bene, era stata proprio lei a presentarglielo.

«Sì. Era insieme a un altro tipo. Mi hanno detto che dovevo andare con loro perché Antonio mi cercava.»

Monica lasciò le posate sul tavolo. «Sei stata da lui? Ti ha detto qualcosa?»

«No! Sono scappata.»

«Cazzo.»

Le altre ascoltavano in silenzio, ma avevano capito la gravità della situazione. Monica faceva dei "lavoretti occasionali" per Antonio, sapevano tutte che tipo era.

«Come hai fatto?» chiese Claudia. Sembrava colpita.

«È uscita Flora proprio in quel momento e li ha visti mentre cercavo di liberarmi da loro. Li ha distratti e ne ho approfittato. Solo che...» Corinna scosse la testa e sorrise, riviverlo sembrava ancora più assurdo. «Ho chiesto aiuto alla prima persona che mi sono trovata davanti, ed era un calciatore del Milan.»

«Ma che dici?» Silvia sgranò i suoi occhi nocciola e si portò una mano davanti alla bocca.

«Tu guarda che culo questa» disse Monica, scuotendo la testa.

«Beh, non mi sembra proprio. Hai capito cosa ti ha appena detto? Il tuo amico Rocco l'ha aggredita in pieno centro.»

«Non è mio amico» rispose dura Monica. «E tu, Corinna, sei stata una stupida a scappare. Così hai fatto infuriare Antonio ancora di più. Dovevi andare, vedere cosa voleva. I soldi ce li hai, vero?»

Ma lei in cuor suo sapeva già cosa voleva. «Certo.»

«Io però adesso voglio sapere chi è questo calciatore», intervenne Claudia.

Corinna accennò un sorriso al pensiero degli occhi dolci del ragazzo che l'aveva accompagnata a casa, al quale aveva rovinato la serata. «Rebić. Mi ha detto che si chiama Ante Rebić.»

«Ma certo, ho sentito parlare di lui.» Monica conosceva molto più di lei le persone ricche e famose di Milano. Aveva partecipato a diversi festini privati. «E credo che sia anche un gran figo. Ti prego, dimmi che alla fine avete combinato qualcosa. Ti ha accompagnata lui a casa? Sei veramente fortunata, io pagherei per ritrovarmi da sola in macchina con uno così. »

Corinna sbuffò e guardò di traverso Monica. Quella ragazza a volte non si rendeva conto di essere fuori luogo. «Mi ha accompagnata lui, ma prima ho combinato un altro guaio. Gli ho fatto perdere il contratto con uno sponsor.»

«Non mi dire, per accompagnare te ha saltato l'appuntamento?», chiese Claudia. Poggiò il gomito sul tavolo e si sporse verso di lei.

Scosse la testa. «Quando gli ho chiesto se potesse accompagnarmi a casa mi ha detto che era in ritardo e che sarei dovuta andare a cena con lui se volevo un passaggio. In quel momento ero in preda all'ansia, avevo paura che Rocco mi stesse aspettando, così ho accettato. Abbiamo finto di essere conoscenti di vecchia data e lui è stato molto carino con me: non è stato facile dirgli che c'erano due tizi che mi stavano importunando. Poi a cena... uno degli uomini al tavolo ha cominciato a toccarmi le gambe e gli ho rovesciato il bicchiere dell'acqua addosso. Non so cosa mi sia preso, sono scoppiata. Credo che mi abbia preso per pazza o devo avergli fatto pena, in qualche modo. Mi ha portata via di lì e mi ha riaccompagnata a casa.»

Claudia fu la prima a parlare dopo un lungo momento di silenzio generale. «Mamma mia, sembra un film.» Sorrise all'amica. «Almeno si è comportato in maniera gentile, questo ragazzo.»

«Già.» Monica si alzò dal tavolo e iniziò a sciacquare i suoi piatti. Il tono era stato sarcastico.

Si beccò un'occhiataccia da parte di Silvia. Corinna era troppo stanca per dire alle due di smetterla, si limitò ad annuire. Prese il piatto di insalata che Silvia le aveva messo davanti e iniziò a mangiare, trincerandosi nel silenzio.

SelvaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora