A1C0: Prologo.

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Era una giornata di sole nella capitale della regione sud-est. Si udivano molte voci dall'osteria. In quella zona, la taverna era l'unico posto sicuro oramai. Lontano dalle guardie che controllavano anche i vicoli più stretti. Gli uomini di mezza età, nel conforto dell'alcol e nella penombra, all'oscuro del governo, dicevano che coloro che si ribellavano contro i re erano delle uomini della peggior specie che si meritavano perfino la pena di morte. Ai tavoli più in fondo si trovavano due figure, che sorseggiavano una semplice cioccolata calda. Il barista lucidava i bicchieri, mentre fumava un sigaro. Quell'uomo era sempre sorridente, anche alle persone più losche e inaffidabili.

"Io ve lo dico, ragazzi! Gli Owlbeak stanno progettando qualcosa di losco. Il terzo re non si è fatto più vedere in pubblico da settimane!" disse un ubriacone, nel tavolo centrale. Si alzò in piedi, urlando ai suoi compagni di bevute. "Questi qua ci vogliono far morire tutti quanti! Abbiamo già le guardie che ci stanno col fiato sul collo! Io non capisco neanche perché stanno in guerra con i draghi..." Un ragazzo si alzò improvvisamente. Nessuno lo notò. Silenziosamente arrivò verso l'uomo, e lo prese per il braccio. "VECCHIO UBRIACONE! SECONDO TE PERCHE' SIAMO IN GUERRA CON I DRAGHI?!" Urlò. L'uomo lo guardò confuso. "RISPONDIMI-- COGLIONE!" strillò alzando ancora di più il tono della voce. L'uomo, infastidito e colpito nell'orgoglio, gli tirò un pugno dritto allo stomaco. "Così ti insegnano l'educazione a scuola, marmocchio? Secondo te si parla così a una persona più anziana di te?!" Esclamò il tipo, con le nocche ancora bianche a causa delle mani strette a pugno. "E questo qui mi prende pure per un marmocchio--" disse al suo amico, che nel frattempo era rimasto a guardare la scena. Si alzò e andò vicino al ragazzo. "Guarda, vecchiaccio, che io sono--" venne interrotto da un calcio sui denti impartitogli dall'uomo di mezza età. "Allora, hai imparato a non parlare così ai tuoi superiori?" sussurrò tra i denti in un ghigno compiaciuto. Gli sanguinava il naso. "E tu pensi di essere un mio superiore?" fischiò tra i denti, con la scucchia ancora fresca del calcio che gli era arrivato poco prima, mentre il suo amico lo aiutava ad alzarsi. "Tu sei una persona davvero triste." disse il più giovane toccandolo in fronte. Il primo istinto dell'uomo fu di prendergli il braccio, come se volesse romperglielo, ma venne interrotto immediatamente. Cadde all'improvviso.

"Andiamocene, Marx." disse il ragazzo ancora sanguinante, cominciando a correre verso l'uscita.

"Non credi di avere esagerato un po', Nerif?" Chiese Marx seguendolo. "Eh, non ci potevo fare nulla" disse sgranchendosi le spalle. "E' stata comunque una bella serata, grazie a te amicone!" Continuò, sorridendo. "Aw, grazie a te. E' davvero difficile poter uscire di casa in questo periodo, le guardie ci stanno davvero dando dentro con la perquisizione." rispose Marx, grattandosi la testa. "Se hai paura delle guardie allora puoi tranquillamente stare a dormire da me, tanto ai miei non dispiace mai un ospite." disse mentre controllava che il naso non stesse sanguinando più. "A me va benissimo! Appena arriviamo mando un piccione viaggiatore al clan. Spero solo che Irel non si arrabbi. A proposito, tuo padre dov'è andato? Non si fa vedere da un po'." chiese Marx incuriosito. "Viaggi di lavoro. E' andato a Xorocan e torna tra due settimane." rispose Nerif. Marx annuì.

Arrivarono alla villa di Nerif. L'ingresso era allo stesso tempo il salone principale. Era una stanza gigantesca, piena di quadri raffiguranti i membri della famiglia. Un grande camino era decorato al lato da due statue di leoni, e ai lati dell'ingresso alle piscine vi erano due statue di una donna e di un uomo dalla statura enorme. Delle scale a chiocciola portavano alle camere da letto. La camera di Nerif era di colore azzurro chiaro, ed era decorata da poltrone qualche quadro. La maggior parte delle scrivanie era occupata da libri e strani marchingegni. "Posa qui tutto quello che devi posare. Che taglia di vestiti porti?" chiese Nerif, controllando il guardaroba. "Ehm, porto 25 o 26... sia di pantaloni che di maglietta." rispose leggermente imbarazzato Marx dalla domanda improvvisa. "Eccoti un pigiama e degli accappatoi, facciamo un salto alla sauna?" chiese Nerif. "A quest'ora?!" chiese stupido Marx, più imbarazzato di prima. "Non c'è niente di meglio a quest'ora. Lo faccio spesso!" disse sorridendo.

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