Quella mattina il cielo era ancora grigio, l'aria era impregnata dell'odore della pioggia e di muschio, ma nessuno sembrava accorgersene, fuori la gente era troppo impegnata a proseguire la sua vita quotidiana per fermarsi un attimo, per ascoltare quello che li circonda. Eppure c'era qualcosa di diverso e io me lo sentivo, come se mi si stessero attorcigliando le viscere, quello non era un buon giorno per poter lavorare in pace; forse era perché il giorno prima, avevo notato gironzolare un paio di uomini con strani abiti e uno dei coltelli di Jardh fosse arrivato a tagliare mezzo orecchio di Rennies dietro la tenda, oppure che perfino gli animali non volessero uscire quella sera.
Jardh mi riscosse dai miei pensieri: <Ehi Neera scendi da quell'albero, devi dare da mangiare ai leoni e poi devi aiutarmi a cambiare la fasciatura di Rennies!> e io: <Ehm...arrivo!>; con un salto scesi dal ramo e corsi da Marc. Quando arrivai nella tenda degli animali, vidi Pauline che combatteva contro Caius, la zebra nata da poco e Mauris, suo marito, cercava invano di tranquillizzare i suoi cani. Le tigri se ne stavano raggomitolate in un angolino come dei gattini impauriti pronti ad attaccare e i cavalli scalciavano nei loro box; vidi Gunter in un angolo, osservando la scena preoccupato. Nessuno di noi aveva mai visto una cosa del genere.
Quando arrivai, Marc mi aprì la gabbia: <Stai attenta, come vedi tutti gli animali sono terrorizzati da qualcosa! Non vorrei dover usare la scopa e la paletta per raccattare le tue frattaglie!> e io: <Piantala, tanto non mi spaventi!>. Entrai dentro e mi avvicinai piano a Trina e Leo; mi chinai e cercai di tranquillizzarli come potevo: <Tranquilli, non vi faccio nulla! Coraggio venite qui!>, i due leoni si alzarono e dopo avermi annusato, cominciarono a fare le fusa e strusciarsi su di me.
Ogni giorno davo da mangiare io ai leoni, altrimenti non avrebbero obbedito e non avrebbero mai mangiato. Puntualmente, Marc mi diceva sempre la stessa cosa ogni volta che uscivo dalla gabbia dei leoni: <Non so ancora come tu ci riesca ad ammansire due leoni feroci!> e io: <Sanno che io non gli farei mai del male!>, lui rispose con una risatina, come al solito. Mi avvicinai a Gunter e chiesi: <Signore, pensa che sia una buona idea esibirsi stasera? Gli animali non sembrano molto tranquilli e potrebbe succedere qualcosa di brutto...>, Gunter riusciva in qualche modo a zittirmi semplicemente con uno sguardo: <Ne sono sicuro e non succederà niente se non una serata producente come quella di ieri!> e io: <Si ma, ieri Rennies si è giocato mezzo orecchio e...> mi interruppe di nuovo: <E cosa? Non dirmi che l'acrobata più giovane ha paura?! Questi sono i rischi del mestiere, o te lo devo ricordare?>, una mano scese sulla cintola e allora mi vennero i brividi: <No signore! Nessuna paura!> e lui incrociando di nuovo le braccia: <Bene, ora vai ad allenarti! Ieri mi sembravi incerta sul cerchio di fuoco. Però fai attenzione a non bruciarti!>; ogni volta che cercavo di conversare con il capo, finiva sempre per parlare sulla mia incertezza nei numeri acrobatici.
Dopo aver aiutato Jardh con Rennies, andai ai camper per cercare Rosalie e allenarmi con lei; girai per tutto il perimetro ma non riuscivo a trovarla, sembrava si fosse volatilizzata. Mi fermai e chiesi ai clown, ma nemmeno loro sapevano dirmi nulla; andai al tendone principale e la vidi che ballava e piroettava nell'aria con una grazia incredibile quasi divina, incurante degli 80 metri di vuoto che aveva sotto i piedi.
La vidi danzare per un quarto d'ora circa, poi il suo sguardo incontrò il mio, allora si fermò e sorrise: <Cosa fai là nascosta? Vieni subito qui, altrimenti Gunter si arrabbierà e poi ti ha visto ieri sera!> e io: <Si lo so, mi ha già avvertita prima nella tenda degli animali!> e lei: <Capisco...beh, vieni subito qui sopra e cominciamo!>, presi la mia asta e corsi da Rosalie sul filo.
Rosalie era stata per me come una sorella, fin da quando mi avevano trovata dentro un albero cavo piangendo, lei mi aveva insegnato il mestiere e mi consolava quando venivo punita; eravamo tutti come una grande famiglia. Provai il numero tutto il giorno, saltando anche il pranzo e la merenda, ogni volta avevo sempre le stesse esitazioni e questo non mi andava giù. Rosalie cercava di incoraggiarmi e mi consolava quando non riuscivo: <Coraggio, non abbatterti tesoro! Vedrai, stasera scommetto che non avrai alcuna esitazione, ormai sai il numero a memoria!> e io: <Per te è facile, tu riesci in tutto senza il minimo sforzo!> e lei con un sorriso comprensivo: <No, questo non è vero! Sono arrivata fin qui per puro miracolo, immagina che prima di unirmi al circo, facevo la fioraia in un piccolo chiosco!> e io: <Comunque sia, non credo che ci riuscirò mai ad avere la tua grazia e i tuoi nervi saldi!> e lei: <Veramente sembro un elefante sul filo e io ho più paura di te a gettarmi da un'altalena con una tutina ultra scollata!>, risi di gusto.
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The Four Exorcist
ParanormalUn'adolescente membro di un circo, assiste ad un evento soprannaturale dove vede tutte le persone che conosce, la sua famiglia, essere fatte a pezzi. Prima che il fuoco si divori tutto quanto, riesce a scappare e trova un rifugio, viene soccorsa dal...