|| hologram ||

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Mitsuba si svegliò con un ampio sbadiglio, che rimbombò per tutta la ''casa''. Più che una casa si trattava di uno pseudo rifugio, ma si sentiva più a suo agio di qualunque altro luogo. Fece per controllare il telefono, ancora rifugiato nella tasca destra dei pantaloni. Lo estrasse, e senza indugio premette il tasto d'accensione, per venire travolto da una forte luce. Mentre essa lo accecava, tentava di verificare che ore e che giorno fosse, per fare mente locale.


9:42 a.m. \\ 31/03


Quella visione gli fece spalancare gli occhi, e fissavano lo schermo luminoso. Le pupille si erano ristrette a causa di quella forte luce, diventando simili a quelle di un felino. Non poteva capacitarsi del fatto di aver dormito tre giorni, poiché lui non dormiva praticamente mai. Veniva spesso scosso da un qualsiasi incubo durante la notte, e arrivato a quel punto gli era impossibile tornare nel mondo dei sogni. L'ipotesi più più plausibile è che gli avessero iniettato un sonnifero, ma in quella quercia non vi era traccia di nessuno.


Sousuke, ancora con gli occhi impastati dal sonno, decise di alzarsi da quelle lenzuola, che si scaldarono a causa della sua presenza. Giaceva in piedi, barcollando leggermente per le gambe addormentate, che formicolavano entrambe. Avrebbe dovuto, o meglio, voluto cambiarsi; la camicia perlacea era stropicciata e accartocciata come un pezzo di carta, ma a quanto pare non vi era traccia di un qualunque altro indumento, in quella stanza. Realizzò l'istante successivo di aver dormito tre giorni interi, all'interno di una grande quercia impregnata da fiori profumati. Ma gli piaceva stare là dentro, e pensando ciò si sorprese persino lui stesso. Sbatté ripetutamente i palmi sulla camicia bianca, nel tentativo di far dissolvere le pieghe. Invano, perché era convinto che fossero ancor più evidenti.


Finalmente uscì dai suoi tre giorni di letargo, dove in quel rifugio l'aria era pesante e rarefatta. Scostò la porta pesante che dava sull'uscita, e venne travolto da una brezza fresca. L'aria giocava con i suoi capelli rosa, che venivano mossi dal vento. Socchiuse gli occhi, e sul suo volto apparve un sorriso beffardo. Sarebbe dovuto andarsene davvero, dopo l'incontro con quel ragazzo? Imprecava che la sua tesi fosse azzardata o errata, poiché si impuntò sull'idea di restare in quella dimensione per l'eternità, che sembrava un piccolo angolo di paradiso. Attimi dopo, cominciò la ricerca, avviandosi impettito in una direzione indefinita.


A proposito di ciò, Mitsuba, avendo un senso dell'orientamento piuttosto discutibile, credeva che quelle tre notti in quella calda dimora sarebbero state le sue ultime. Pensando ciò, interruppe il cammino, impuntando i piedi minuti dinanzi ad un piccolo torrente. Meditava sul fatto che oggi la sua anima gemella sarebbe probabilmente apparsa sotto forma di ologramma, poiché le parole dette da quest'ultima gli vennero alla mente. Si ritrovò in uno stato di eccitazione completa, al solo pensiero di incontrare il volto del suo futuro compagno spirituale. Si specchiò nel riflesso del torrente, che giocava a deformare i suoi lineamenti, e vide i suoi ciuffi rosati disfatti, che si spargevano sulla sua testa. L'acqua era limpida e cristallina, così tanto da contemplare i piccoli pesci che ondeggiavano, lasciandosi trasportare dalla corrente. Oltrepassò il fiumiciattolo stretto con un balzo, arrivando dalla parte opposta. Continuò a passo spedito, cercando di scacciare via tutti quei suoi pensieri. Essi, minacciavano di non andarsene, uno in particolare spiccava sugli altri: il rosa si chiedeva come mai il braccio non fosse inciso, nell'arco di quei tre giorni.


Si mise ad osservare la sua pelle chiara, scrutando ogni vena bluastra che sporgeva rispetto alle altre. Accarezzava con l'indice il punto dove per la prima volta incontrò quella macchia d'inchiostro, provocandogli un brivido in tutto il corpo.

♪ 𝒊 𝒇𝒐𝒖𝒏𝒅 𝒚𝒐𝒖 ♪  °ᵐⁱᵗˢᵘᵏᵒᵘ°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora