Trust

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°~Do you trust me?
No~°

Schizzavamo per la strada tra macchine e camion ad una velocità infernale,ma sapete una cosa? Mi piaceva. Ne sarei dovuta essere terrorizzata lo so, ma l'adrenalina cresceva, mi emozionava, sentivo il vento fischiarmi nelle orecchie e vedevo le luci venirmi in contro così rapide da sembrare stelle cadenti. Mi tenevo aggrappata come un koala, sentivo il calore della sua pelle sotto i palmi delle mie mani, lui ne prese una e la baciò sul dorso.
Una scossa elettrica mi invase tutto il corpo.
Cosa? Cosa stava facendo? Dovevo avere paura? Dovevo essere emozionata?

Ritirai la mano di scatto e d'un tratto tutto l'entusiasmo svanì:  non vedevo l'ora di scendere da quella dannata moto.
Ma chi si credeva di essere? Il George Clooney dei poveri?

Finalmente sviammo in una tavola calda.
Non appena frenò, scesi dalla moto e buttai il casco a terra.
- Cos'era quello?-
- Quello cosa?-
- Quello che hai appena fatto.-
- Ti ha dato fastidio? - raccolse il casco lentamente.
- Sì molto. Fai sempre così con le ragazze che accompagni a casa?
- A dire la verità non ho mai accompagnato nessuna ragazza a casa.-
- Sì certo... - alzai gli occhi al cielo.
Rimase in silenzio per qualche secondo poi disse: - Sai io credo tu sia una maniaca del controllo.-
- mwo*?!? - assunsi un'aria allibita.
- Io? Maniaca del controllo? - incrociai le braccia.
- Giusto un po'...-
Mi dava sui nervi come era in grado di mantenere la calma.
Mi passai una mano tra i capelli per l'esasperazione e tanto fece lui.
- Senti, non mi sembra il momento di fare una scenata in un parcheggio alla due di notte.- Sì guardò attorno.
- Che ne dici di entrare e prendere qualcosa?-
Ero troppo nervosa per controbattere così incrociai le braccia e a testa alta lo superai ed entrai prima di lui.


Era una tavola calda piuttosto accogliente in effetti. Eravamo gli unici dentro quel grande locale rustico eccetto due innamorati che stavano pomiciando in un angolo.
Due pancakes ed un ennesimo caffè erano tutto ciò che avevo ordinato e ovviamente Mr. Mistero non aveva preso niente ed aveva pagato per me.
Ora avevo anche la sua giacca di pelle che, mi costa caro ammetterlo, mi faceva sentire a mio agio. Profumava di mandorle ed orchidea.
- geuttae* .- cominciai posando la tazza sul tavolo - Sei un maniaco?-
Fece una piccola risata - andwe-
- E allora perchè tutto questo?-
Sbuffò - Prima finisci di mangiare.-
Feci come aveva detto. Dio non mi ero accorta di essere così affamata!
Ora che eravamo vicini e in un luogo ben illuminato riuscii finalmente a realizzare quanto fosse bello: i capelli di un nero intensissimo erano mossi e scompigliati, gli occhi di un marrone intenso, quasi neri avevano folte ciglia;occhi innocenti, ma allo stesso tempo erano gli occhi di una persona matura.
- Gli occhi scuri sono sempre stati i miei preferiti - mi feci scappare.
Arrossii non appena realizzai cosa avevo appena detto.
- Oh, sì anche i miei. Ho sempre adorato gli occhi color cioccolato come i tuoi.-
- Come i miei? Stai scherzando vero?-
- ani*, perchè cos'hanno che non vanno? Sono bellissimi.-
- Sembrano un pantano - ribattei.
- Ed invece sono stupendi. Sono marroni, ma sono chiari, limpidi...-
Ci guardammo per un minuto intero senza dire niente, perciò continuai l'esplorazione del suo viso in silenzio. Aveva lineamenti ben marcati e definiti, zigomi squadrati, e delle labbra stupende. Dio che labbra. Fini, con una forma ben decisa e marcata, ma allo stesso tempo delicata.
Era stupendo. Credo proprio di stare dormendo dato che l'uomo dei miei sogni corrispondeva perfettamente a questa descrizione.
"Ma cosa sto facendo?" Lui è sicuramente il classico bellone che sfrutta le ragazze e via.

Ingoiato l'ultimo boccone di pancake e mandato giù l'ultimo sorso di caffè chiesi: - Allora. Adesso cosa si fa?-
- Non lo so. Tu cosa vorresti fare?-
- Scoprire perchè uno sconosciuto in moto e giacca di pelle bello da far svenire sia così gentile con me non è una cattiva idea.-
Restammo zitti e nel bel mezzo del nulla dissi. - Cazzo.-
Strizzò gli occhi e fece un'espressione divertita.
- L'ho fatto di nuovo vero? - chiesi.
Annuì.
- Aigoo*-
Sorrise. Dio quando sorrideva era ancora più bello. Attorno agli occhi gli si formavano quelle rughe d'espressione che mi facevano semplicemente impazzire.
- Perchè, per caso c'è una regola che dice che non posso essere carino, gentile e bello da far svenire allo stesso tempo con una ragazza? - riprese il discorso.
- Non puoi essere carino, gentile e bello da far svenire con una ragazza che non conosci. - precisai.
- Oh, credo di sapere molte più cose io su di te che te stessa - mi sfidò.
- Ah sì? - alzai un sopracciglio.
Fece cenno di sì con la testa.
- Sentiamo.-
- Beh, per prima cosa quando sei nervosa rovini il filtro delle sigarette con le unghie mentre fumi, l'ho notato prima, hai cominciato a farlo dopo che ti sei accorta che ti stavo fissando.-
Diamine era vero; no, non volevo dargli ragione.
- Quando sei nervosa o stai per arrabbiarti ti passi una mano in mezzo ai capelli. - Spalancai gli occhi.
- E poi quando sei in ansia ti cominci a mordere il labbro, il lato destro più precisamente, come stai facendo ora.-
Smisi subito di farlo e rimasi in silenzio.
Sorrise. Dio.
Mi mancava il respiro.
Restammo così per un po' fino a quando non fu lui a rompere il silenzio.
- Facciamo una scommessa-
Lo guardai a mo' di sfida.
- Sentiamo- poggiai i gomiti sul piccolo tavolino di legno dove eravamo seduti e mi avvicinai.
-Scommettiamo che in una notte riesco a farti innamorare di me-
Scoppiai in un'enorme risata.
- Pensi stia scherzando?-
- Io penso tu sia un paziente evaso da una clinica psichiatrica!-
- E per quale motivo scusa?-
- Per quale motivo? Mi stai prendendo in giro forse? Sei venuto qui, hai cominciato a fissarmi e adesso sei convinto che io cada ai tuoi piedi grazie a un paio di occhiatine e un bel visetto? Mi dispiace ma credo tu stia prendendo in giro la persona sbagliata-
Avrei voluto tanto credergli ma se l'avessi fatto sarei stata solamente una delle tante ragazze illuse con cui avrebbe passato una delle tante sere.
- Io non ti sto prendendo in giro voglio solo uscire con te per una sera-
- E perchè dovrei uscire con uno come te?-
- Perchè io so cosa vuoi dalla vita Kim Jisoo-
Jisoo?! Ma io gli avevo detto Kim Go-hyun!
Lasciai correre e tornai alla conversazione.
- Ah sì certo, scusami, ma è meglio che vada - feci per andarmene ma mi bloccò il polso con una mano. Gli lanciai un'occhiataccia.
- Sei convinta che io sia un uomo che cambia donna ogni giorno?-
- Io non ne sono convinta, ne sono certa-
- E che non abbia un cuore?-
- Esattamente-
- E che dopo stasera scapperei via senza nemmeno richiamarti-
- Questo è esatto solo se io fossi una delle tue tante ammiratrici-
- È per questo che mi piaci-
Aggrottai le sopracciglia.
- Perchè con te devo guadagnarmi i tuoi sentimenti. Non come tutte le altre idiote che ridono come galline ad ogni cosa che dico-
Mi alzai stufa di sentire tutte quelle cazzate, ma lui strinse ancora di più la presa.
- Perchè non vuoi farlo? Hai paura?-
- Devo essere sincera? Sì!-
- E di cosa?
- Ho paura che tu sia un maniaco o qualcos'altro!-
- No, non hai paura di questo-
- Ah no? E di cosa allora?-
-Hai paura di affezionarti. Perchè ti emoziona il pensiero di un uomo misterioso che ti porti via nel buio, solo che hai paura di restare "fregata" e di passare per una qualunque ragazza che "soffre per amore". Ho ragione?-
- E se anche fosse? - cazzo.
- Dammi una notte-
- ani-
- Per favore-
Lo fissai. Di nuovo quegli occhi magnetici.
Restammo così, io in piedi e lui seduto che stringeva il mio polso, fissandomi.
- Sai una cosa? Accetto. Ma ad una condizione-
- Quale?-
- Devi stupirmi. Qui ed ora-
- In che modo?-
- In qualsiasi modo. Stupiscimi come nessuno ha mai fatto ed io farò la scommessa-
Aggrottò la fronte pensando
- arraso-
Tornammo seduti e con lo sguardo fissò nel vuoto . Poi disse
- Chiedimi qualsiasi cosa-
Ci pensai su. Cosa avrei potuto chiedere? Una domanda a cui se avesse risposto sarei rimasta stupita.
  - Hai detto di sapere cosa voglio dalla vita. Sentiamo.- lo sfidai.
D'un tratto l'atmosfera cambiò.
È come se le luci si fossero fatte più soffuse ed il silenzio più assordante.  Restò un attimo in silenzio.
Sentivo le mie orecchie fischiare.
Ci scambiammo sguardi magnetici per secondi, minuti, a me sembravano addirittura ore. Non dovevo cedere, ma come Eva era attratta dalla mela, io mi sentivo attratta dai suoi occhi, dal suo sguardo, dalle sue labbra...
- Vuoi passione. - cominciò
- Vuoi avventura. Vuoi provare ogni emozione di questo pianeta. Vuoi vivere. Vuoi essere stupita. Il tuo sogno non è il principe azzurro su un cavallo bianco, ma un uomo misterioso in moto e giacca di pelle - Si fermò per sorridere tra se - Vuoi qualcuno che ti prenda e ti porti lontano dai pensieri di tutti i giorni, dalla macchina, dall'affitto, dal lavoro. Vuoi un uomo che ti faccia sentire viva. Vuoi un amore che ti divori. Non vuoi il bravo ragazzo in giacca e cravatta, vuoi un uomo che ti  faccia provare i brividi, qualcuno che ti sappia far godere la vita. Vuoi il cavaliere nero, il chitarrista rock, il motociclista spericolato. Non vuoi il bravo marito che la domenica va in chiesa, non vuoi stare sdraiata su un prato a fare un picnic, vuoi il pericolo, la velocità,l'adrenalina. A te piace il cattivo ragazzo, quello che corre senza casco, pieno di tatuaggi, con gli occhiali da sole a specchio. Vuoi un uomo vero. Vuoi un uomo che ti desideri, che ti voglia. Vuoi un uomo che ti faccia emozionare anche solo con lo sguardo. Vuoi un uomo che ti faccia sentire i brividi anche solo sfiorandoti con le dita-
Silenzio.
Ero rimasta letteralmente a bocca aperta.
Dio.
Credo di aver boccheggiato.
- Chi sei tu? - chiesi con il poco di voce che mi era rimasto. Ero quasi al limite.
- Dimmelo tu. Chi vuoi che sia? Il motociclista in giacca di pelle o il principe azzurro su un cavallo bianco?-
- Ma io non so nemmeno chi tu sia! Non so niente di te! - Dissi gridando. Stavo per cedere.
- Ragazzi scusate ma stiamo chiudendo. - sobbalzai all'arrivo della cameriera.
Lui la ignorò e continuò a fissarmi con quegli occhi speranzosi. Attendeva una risposta in quell'esatto momento.
Lo fissai.
Dio che occhi. Dio che voce. Dio che labbra.
- Una sola notte  - mi uscì di bocca così, senza che il cervello si fosse confrontato con la bocca.
-Una sola possibilità-












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Dizionario coreano-italiano

뭐?! (mwo?!) : che cosa?!

그때 (geuttae) : allora

아니 (ani) : no



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