1. Presentazioni formali.

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<Svegliati idiota! Alzati!> gli urla la mamma irritata come sempre.

<5 minuti e arrivo> gli risponde Justin con un tono calmo e pacato. Come ogni mattina da 16 anni era sempre la stessa routine: alzarsi, lavarsi i denti e vestirsi per andare al College. Oltre a prepararsi per rendersi, come dice lui "almeno presentabile", doveva anche prepararsi il pranzo al sacco visto che la madre lo odiava o sarà perché era ubriaca? Chissà.

Fermi un secondo, ho sbagliato tutto! Torniamo indietro di qualche secondo, le presentazioni son sempre fondamentali in un libro o sbaglio?

Justin è un ragazzo che si distingue dalla massa, ma non per abilità speciali o perché gioca a football, no, si distingue proprio per il contrario. Infatti, lui non è il solito ragazzo socievole e con molti amici con cui parlare. Justin è come si direbbe, il ragazzo tranquillo, sempre in disparte e con la musica nelle orecchie per coprire il frastuono di sua madre e del resto del mondo. Trova la sua pace solo sotto il suo albero, un vecchio salice piangente i cui rami gli fanno da mura, e suonando la chitarra che si comprò da solo qualche anno prima.

Ma ora parliamo più in particolare di Justin, ha una normale statura per la sua età, quasi 1.75, capelli lisci color biondo rame con delle sfumature chiare, un leggero ciuffo avanti e più corti ai lati. Occhi verdi tendenti al grigio. Abbastanza magro, anche per questo viene isolato spesso. Lui veste uno stile molto ispirato agli anni 90', trovandolo comodo e visto che ci si sente molto a suo agio indossa felpe larghe e camicie sotto, spesso mette jeans ma non del colore classico e non mette mai nulla di banale. 

Oh! Una delle cose che non vi ho detto è che era il primo giorno di College, di un lunghissimo terzo anno. Ma torniamo a noi. Appena finito di prepararsi il pranzo lo mise nel suo zaino, insieme ad un paio di libri e un tablet ancora incartato che gli aveva dato la scuola per ringraziarlo di essersi iscritto. Cambiare scuola al terzo anno di College è dura un po' per tutti, ma per Justin lo era ancora di più visto il suo carattere.

Prese il primo bus che passava alla fermata in direzione del College.

<Scusa per il disturbo, quanto ci vuole per il Nashville State College?> chiese Justin all'autista. Lui gentilmente rispose: <30 minuti giovanotto, e non preoccuparti, non mi disturbi affatto>. Iniziò a camminare verso il posto più lontano da tutti, mentre l'autista tornò a canticchiare la canzoncina di sottofondo che si sentiva in tutto il bus. Si sedette nel posto più in fondo possibile dove non c'era nessuno e si mise le cuffie per ascoltare musica durante il viaggio.

Appena fu arrivato davanti alla nuova scuola gli sembrò strano notare che tutti seguivano le regole alla lettera, la sua prima impressione infatti fu: "in questa scuola nessuno mi darà fastidio almeno, sembrano tutti brave persone..." ma si sbagliava di grosso.

Entrò e si diresse subito in segreteria dove la segretaria, una donna molto gentile e simpatica, lo indirizzò con una voce raggiante verso la sua prima ora di lezione. Chimica. Una delle sue classi preferite. Arrivato davanti la classe e con il foglio delle ore scolastiche in mano, bussò piano alla porta; il professore si alzò e aprì la porta. Vedendo un uomo sulla 30ina restò sconvolto: si aspettava un vecchio uomo anziano come il suo vecchio professore. Con un aria rallegrata, il professore si girò e rivolgendosi alla classe disse: <Ragazzi, lui è il vostro nuovo compagno e per la mia classe voglio che sia integrato nel gruppo e non trattato solo come un nuovo arrivato> disse agli alunni, poi si girò verso Justin: <Forza presentati alla classe>.

Con tutta la sua timidezza Justin si girò verso la classe e con la voce tremante iniziò a presentarsi: <Ciao a tutti io sono Justin Murphy, piacere di conoscervi> e finendo di presentarsi, il professore gli indicò un banco in fondo alla classe dove non c'era nessuno.

Finite le 2 ore di lezione ancora nulla, non aveva conosciuto nessuno di quella classe. Uscì insieme a tutti al suono della campanella e dei ragazzi iniziarono a prenderlo in giro per vari motivi; primo di tutti il suo modo di vestire e per la sua timidezza, ma passò oltre. Avendo un'ora di buca si mise a leggere seduto su un pezzo di tronco all'aperto. Molti ragazzi ancora lo perseguitavano ritenendolo non adatto a frequentare la loro stessa scuola, essendo una scuola abbastanza prestigiosa. Si iniziò a sentire escluso e si chiuse ancora di più. Alla fine delle lezioni andò al suo armadietto, dove ovviamente qualcuno ci aveva scritto vari insulti ma non ci fece nemmeno caso. Lasciò tutti i libri, e mentre stava per chiuderlo si girò e si scontrò con una ragazza.

<Mi spiace non volevo, scusa!> disse Justin, convinto che la ragazza si sarebbe arrabbiata. Lei con tono pacato rispose: <Non preoccuparti può succedere a tutti, tu sei quello nuovo giusto?>, <Si, sono Justin e tu sei...>.

<Lily> rispose in fretta prima che potesse aggiungere altro. "Un bellissimo nome" pensò. Continuarono a parlare e ad un certo punto lei gli propose: <Ti va se andiamo al bar qui vicino a prendere un caffè?>, senza esitare Justin accettò. Durante tutto il tragitto non fece altro che osservarla fin quando arrivati al bar riuscì a descriverla perfettamente. Aveva lunghi capelli color castano chiaro che le arrivavano in fondo alla schiena, occhi scuri nel quale potersi perdere, "un fisico perfetto" a detta sua; occhiali da secchiona ma bellissimi che risaltavano sui suoi occhi.

Arrivati al bar presero un tavolino ed ordinarono 2 caffè grandi. Parlando del più e del meno si sentivano in grande confidenza l'uno con l'altro. Dopo ore a parlare delle amicizie passate e vecchi amori della ragazza Justin si rese conto che il suo sguardo era perso, ma non ci diede molta importanza. Finito il caffè Justin si alzò per andare a pagare ma lei lo bloccò.

<Pago io, non preoccuparti> disse Lily, la ringraziò con voce tremante. 

<Ti va se ci vediamo domani e parliamo ancora?> gli chiese. <Certo, se vuoi possiamo rincontrarci qui, ma domani pago io>. Non si erano accorti che avevano saltato le lezioni seguenti ed era quasi ora di tornare a casa, fin quando Justin non esclamò: <Oddio sono già le 13! Se non mi sbrigo perderò l'autobus!>, e mentre correva si girò e saluto Lily mandandole un bacio... 

Mi sono innamorato di un ragazzo...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora