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Il cavaliere giunse a Ter Saheli a metà di un torrido pomeriggio.
Il vento faceva turbinare la polvere del deserto attorno agli zoccoli del suo cavallo. Lui, accasciato sul collo della bestia, rischiava di cadere ad ogni passo.
Aveva attraversato la Spianata di Kama in dodici giorni. Un tempo superiore a quanto ci mettevano i cammellieri ma comunque inferiore a quello di tutti gli altri che, di solito, in quel deserto ci morivano. In tutta quella padella arroventata che era la Spianata di Kama, c'erano soltanto due pozzi d' acqua. Prima di partire da Olak, il cavaliere si era procurato una mappa da un cammelliere. Purtroppo per lui questi erano molto gelosi dei loro pozzi, la mappa si era rivelata imprecisa e lui aveva mancato il secondo pozzo.
Il caldo era soffocante e il sole un punitore implacabile. Lui, che fino a poco tempo prima sedeva alla corte di Enkir, spalla a spalla con il re, adesso era costretto a nascondersi come un ratto con una crosta di formaggio.
Ter Saheli era un piccolo agglomerato di baracche grigie come il deserto. Il cavallo si diresse verso un' abbeveratoio all'ingresso del paese. Sul fondo della vasca c'erano due dita di acqua putrida e l'animale le leccò con foga. Il cavaliere cadde con la faccia nella sabbia. Le labbra erano gonfie e la pelle del viso era ricoperta di piaghe cotte dal sole. Si guardò attorno e vide una baracca più grande che assomigliava a una mescita. Si diresse barcollando verso l'edificio enei pochi metri che mancavano cadde due volte. Era senza forze e sentiva la gola come se avesse bevuto una tazza di sabbia.
Aprì la porta e rovinò sul pavimento di tavole. Per fortuna era proprio una mescita, simile a tante altre che aveva visto in tanti altri paesi: un bancone, dei tavoli con sedie e i bidoni lucenti pieni di groll.
«E questo sacco di pulci da dove arriva?» Un avventore rise, un tipo con il cappello e due lunghi baffi neri.
«Acqua», mormorò il cavaliere.
Il banconiere, un uomo grasso e pelato, si alzò dietro il bancone. «Acqua?» disse «No, no, qui serviamo groll. Se ti dice bene, ma oggi non è giornata, puoi trovare del whisky. L'acqua è per i cavalli».
L'uomo coi baffi rise di gusto alla battuta.
Un altro avventore si avvicinò al cavaliere. Puzzava come il cadavere di un cane in un giorno di pioggia e quando sorrise mostrò una fila di denti neri. «Frughiamolo un po'. Magari ha qualche pezzo d'oro».
«Ma non vedi che è solo un pezzente mezzo morto?»
«Che ne sai? Ha attraversato la Spianata di Kama, per forza sembra un moribondo. Magari invece è un riccone».
«Non dire idiozie», disse quello coi baffi avvicinandosi alla porta «Però è arrivato con quel cavallo. È proprio una bella bestia, un cammelliere potrebbe pagarlo bene».
«Acqua...», disse il cavaliere.
«Sta' zitto», l'uomo coi baffi gli sferrò un calcio in pancia. Il cavaliere sputò fuori tutta la poca aria che aveva nei polmoni.
«Forza, prendiamo la bestia», disse il cane morto leccandosi le labbra.
I due uscirono sotto il sole del pomeriggio. Il vento aveva preso forza e la strada davanti alla mescita era tutto un turbinare di sabbia. Si avvicinarono a Brado - così l'aveva chiamato il cavaliere perché così l'aveva trovato. Il cavallo si posizionò, immobile, davanti a loro, fissandoli con quelle palle nere che aveva per occhi.
«Buono, bello...», disse denti neri e allungò una mano per accarezzargli il muso. Non appena lo ebbe toccato, Brado fece un balzo in avanti e colpì con uno zoccolo la faccia dell'uomo, appena sopra il naso. Il cranio mandò un suono di ramo secco che si spezzava. Poi il cavallo si avventò sull'uomo con i baffi, che incespicò e cadde all'indietro. Si rialzò annaspando nella sabbia e corse dentro la mescita. Ansimando si appoggiò con le spalle alla porta.
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Dodici
FantasyIl cavaliere Leonard Del Rio è in fuga. Lui, che sedeva spalla a spalla con il re, ora è costretto a nascondersi come un ratto. Dopo aver attraversato la terribile Spianata di Kama, viene salvato dalla fattucchiera Raja Mel che però lo obbliga, a p...