Prologo

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"Ho forgiato questo"  Agerat tese il piccolo pacchetto a Eìlin " È per te". Lei, sorpresa, indugiò un attimo, lo prese e tirò via il cordoncino. Nella carta marroncina era avvolto un medaglione ovale, che recava nella parte anteriore delle incisioni ornamentali. Rivolse il suo sguardo stupito su Agerat. " Ho messo anche una catenina, così potrai portarlo al collo senza rischiare di perderlo"

"È davvero meraviglioso" disse aprendolo ed incapace di esprimere la sua gratitudine. L'interno emanava una tenue iridescenza. "È incantato?"

"Di più. È in grado esso stesso di compiere un incantesimo"

"Ma come? È impossibile staccare la propria magia da se stessi e trasferirla all'interno di un oggetto". Sul volto di Agerat si dipinse un sorriso timido ma orgoglioso. "Quasi impossibile .... a quanto pare. Vorrei avere il tempo di spiegarti ogni cosa con calma, ma sono riuscito a terminarlo solo ora ed è già tempo che tu vada" affermò con decisione, mentre scrutava nervoso fuori dalla finestra. "Andare? Dove?". La voce di lei adesso tremava. Sebbene nessuno dei due avesse fino ad allora osato esporre quest'idea all'altro, l'evenienza di un allontanamento era stata vagliata da entrambe le loro menti. Quando Agerat si era presentato affannato e all'improvviso, con questo pacchetto, Eìlin avrebbe voluto accoglierlo con l'entusiasmo e l'affetto che si riserva alla persona amata e con la gioia di ricevere un regalo inaspettato; invece non era riuscita a liberarsi dall'angoscia che le aveva stretto il petto con sempre maggiore forza dal momento in cui lo aveva visto sul ciglio della porta, con gli occhi che bruciavano di soddisfazione e terrore. Adesso erano seduti l'uno difronte all'altra, al tavolo della cucina e la risposta del ragazzo, che la fissava con aria grave, tardava ad arrivare. "Ieri ho sentito le guardie parlare, alla fortezza: l'inizio dell'operazione è prevista per domani. Devi scappare"

"No, a meno che non vieni con me"

"Sai che non posso, anche se forse lo preferirei". Aveva assunto un espressione triste, un po' a causa della preoccupazione per Eìlin e la malinconia della separazione, un po' per l'incombere degli avvenimenti più prossimi e di tutti quelli, inimmaginabili, che avrebbe dovuto affrontare da solo. Questi pensieri, però, lo fecero ricomporre . "Ho un ruolo troppo importante qui"

"Allora lasciami restare. So di non poter essere un'infiltrata, come te, ma potrei avere un altro ruolo"

"Ne abbiamo già discusso: è troppo pericoloso. Anzi, spero che nessuno mi abbia visto entrare qui"

"Avresti potuto materializzarti direttamente dentro"

"E non l'avrei fatto se avessi potuto, secondo te?". Tirò un sospiro. Sebbene la ragazza fosse evidentemente irritata, lui fece appello al suo autocontrollo, in un momento così delicato e ricco di tensione, per mantenersi calmo. Era consapevole del fatto che, a ruoli invertiti, neanche lui si sarebbe rassegnato facilmente. "La mia magia è stata registrata, saprebbero subito dove sono" spiegò, mostrando il marchio sul polso. "Partirai stasera, con qualche provvista, un coltello, un acciarino e qualcosa per raccogliere e bollire l'acqua. Spero che tu non ne abbia bisogno e che arriverai al porto senza troppe difficoltà. Alla fortezza non pensano di poter essere traditi perciò dovresti riuscire ad imbarcarti facilmente. Non metteranno ulteriori controlli e la tua partenza non desterà sospetti, quindi non mostrarti nervosa ed impaziente. Chiedi di Oidon , è un fidato amico e ti spiegherà il resto. Nelle Terre Incandescenti sarai al sicuro. Almeno per ora". Le terre incandescenti. Da bambina, per lei, erano dei luoghi esotici, lontani e tetri ed ora che era cresciuta e non li aveva mai visitati le incutevano la stessa curiosità e lo stesso timore, soprattutto perché in queste circostanze non poteva sapere quanto avrebbe dovuto rimanerci. E se fosse stato per sempre? Aveva ascoltato Agerat impietrita, perché stava prendendo coscienza di ciò che stava accadendo, e fredda, perché l'unico compito a cui poteva adempiere era fuggire. Restò ancora in silenzio, a soppesare le informazioni che aveva ricevuto, quando d'un tratto, il contatto delle sue dita sul metallo freddo del medaglione posato sul tavolo, la destò. "E questo? Qual è il suo potere? Il tuo, quello principale intendo, è la smaterializzazione, quindi suppongo che abbia a che fare con esso"

LE CRONACHE DEI NESTÈROPI - IL MEDAGLIONE DI AGERATDove le storie prendono vita. Scoprilo ora