Ce n'è solo uno come te
Era difficile per Queenie, essere Queenie!
Lei poteva ascoltare tutti, e nessuno invece sembrava in grado di comprenderla. I pensieri di chiunque le capitasse vicino vorticavano nella sua testa come girandole dispettose, e da tempo era convinta che la sua Legilimanzia innata non fosse affatto un dono da accettare sempre con gioia.
Come quella volta che aveva scoperto che era stata sua sorella a nascondere la sua bambola preferita, perché faceva i capricci.
Oppure come quando Winston l'aveva tradita con la sua compagna di stanza, quando ancora frequentava Ilvermorny, rendendo l'aria del dormitorio decisamente... irrespirabile.
A volte non sapere era un lusso, un magnifico lusso che però lei non poteva permettersi. Con gli anni aveva provato a farsi furba, a celare la sua abilità agli altri, soprattutto ai malintenzionati, ma non ci riusciva molto bene, e la gente sapeva essere crudele lo stesso.
"Pfff, sarà meglio che la Goldstein bionda venga mandata a pulire i cessi, non la voglio in ufficio, è troppo bella."
"Che bisogno c'è di sorridere così quando porti i caffè? Sei proprio una sgualdrina!"
"Che bambola! Speriamo sia pure stupida, così me la rigiro sul mignolo come niente!"
L'autostima di Queenie era continuamente minata da tutte quelle pugnalate. Talvolta pensava di essere circondata da persone cattive, ma la sua educazione la portava a essere ugualmente gentile col prossimo, ed il suo buon cuore le consentiva comunque di sorridere alla vita, sperando in un giorno migliore, migliore del precedente.
L'esistenza di Queenie proseguì placida al fianco dell'algida Tina, sorella molto amata, e spesso fin troppo protettiva nei suoi confronti (ehi, nessuno è perfetto!), finchè non arrivò lui, e le sue certezze sul mondo crollarono impietosamente, come traballanti muri sotto la furia di una palla da demolizione. E per fortuna!
La persona giusta per lei c'era, e aveva le fattezze di un uomo bruno dal sorriso buffo e con la passione per la pasticceria! Forse non era alto e muscoloso come Trevor, ma ha avuto il coraggio di dare un bel cazzotto in faccia a Gnarlack, quel delinquente traditore!
"Non posso portarti."
"Sei tu che hai detto che sono uno di voi, giusto?"
"È troppo pericoloso..."
Ma è pericoloso anche per te...
Jacob questo si limitò a pensarlo, ma lei lo lesse chiaramente nella sua testa, e non potè fare a meno di accarezzargli una guancia, toccata da tanta empatia. Un dono che Queenie non aveva mai ricevuto, ma che aveva sempre dato, per via della sua capacità.
"Io non lo troverei mai un altro come te."
"Ce ne sono milioni come me."
"No, no... Ce n'è solo uno come te..."
Ricordarlo faceva male.
"Vuoi diventare come Dorcas Twelvetrees? Vuoi passare la tua vita isolata da tutti, a parlare con un pappagallo?"
Tina aveva provato a dissuaderla dall'andare a cercare il dolce pasticciere, soffocandole l'anima con la ragione, fredda e cinica ragione.
Tutti quei pensieri tormentavano Queenie, impegnata a temporeggiare in quella strada piena di gente indaffarata, davanti la bella ma semplice insegna che recitava Kowalski Quality Baked Goods, al 443 di Rivington Street.
Era lì, a mordersi le labbra, a titubare su tutta la sua vita, in equilibrio tra la paura delle conseguenze e quello che credeva essere vero amore.
Alla fine, le ragioni del cuore prevalsero.
Si avvicinò alla porta d'ingresso della panetteria, e arrivato il suo turno varcò la soglia. Un estasiante odore di pane fresco la accolse con affetto, e scorgendo le tante favolose figurine ben modellate, Queenie capì perché c'era addirittura la fila, per entrare! Quell'uomo sapeva compiere prodigi anche senza bacchetta, senza abilità magiche, ma usando acqua, farina, le ricette della nonna e tanto devoto impegno.
Lui era là, dietro al bancone a prendersi cura dei suoi clienti. Sentiva la sua voce entusiasta, percepiva la felicità di un uomo che aveva realizzato il suo sogno.
"Da dove prende le sue idee, signor Kowalski?"
"Ah, non lo so, non lo so... Arrivano e basta!"
Ridacchiò allegro, in modo genuino, sincero.
Poi finalmente accadde. Jacob pose il suo sguardo su Queenie, ancora spaventata e piena di dubbi. Ma le emozioni si rivelarono più forti del suo autocontrollo. Gli sorrise con tutta la felicità che provava nell'averlo ritrovato, nel ricordare il loro unico bacio, nella speranza che forse, anche lei, poteva avere la possibilità di essere degnamente ricambiata da un uomo, quello giusto.
Lui rimase inizialmente perplesso, non riconobbe subito quella bellissima giovane donna, avvolta nel cappotto rosa un po' civettuolo, ma appena lei gli sorrise si spalancò il cielo, e Jacob si sentì l'uomo più fortunato del mondo. E neppure capiva perché. La sua strana cicatrice sul collo, che non sapeva come si fosse procurato, prese a pizzicare in quel momento.
Alcuni ricordi tornarono.
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Ce n'è solo uno come te
Fanfiction"Era difficile per Queenie, essere Queenie! Lei poteva ascoltare tutti, e nessuno invece sembrava in grado di comprenderla. I pensieri di chiunque le capitasse vicino vorticavano nella sua testa come girandole dispettose, e da tempo era convinta che...