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«non posso farlo... non posso lasciare tutto così» forse era tardi dopo mesi che si comportava da tale stronzo, forse dopo la sceneggiata del giorno prima wooyoung non lo avrebbe nemmeno degnato di uno sguardo, eppure si chiedeva ancora come avesse fatto a reputare fastidiose tutte quelle cose che ora gli mancavano. sentiva del vuoto nel petto. yunho lo squadrava interrogativo. «io... devo andare» e con il grembiule beige ancora addosso, con stampata sopra una tazzina di caffè fumante, stava già correndo per strada, attento solo al non farsi investire, non esattamente ai semafori o alle strisce pedonali.

era arrivato davanti a casa di wooyoung in poco tempo, era ancora prima di cena, quando aveva squadrato l'area e notato la luce della camera di wooyoung accesa, con tanto di finestra aperta a dare sulla strada. sperava di essersi sbagliato, eppure il ragazzo stava piangendo. non sapeva se per lui, era molto egocentrico san, eppure sarebbe potuto dipendere da qualsiasi cosa, ma non avrebbe fatto versare più lacrime preziose all'amore della sua vita. era entrato nell'abitazione approfittando della porta principale aperta, nemmeno si era disturbato a bussare e tanto meno l'avrebbe fatto per la porta che portava al corvino, ma poi si era fermato un secondo, fissando la porta e le venature del legno, mentre si chiedeva se effettivamente all'altro la sua presenza potesse far bene.

«non c'è verso che non senta anche lui la mia mancanza...» e così aveva spalancato la porta, notando come abbracciandosi le gambe l'altro se ne stava seduto sul letto, con un mucchio di fazzoletti sparsi per tutto il lenzuolo sfatto e singhiozzi che minacciavano di lasciare la sua bocca, seppure sorpresa.

«cosa ci fai qui?» aveva chiesto con voce rotta dal pianto, cosa che aveva del tutto spezzato il cuore di san. si era avvicinato, prendendo il viso bagnato di lacrime tra le mani e baciandolo in ogni centimetro con foga. wooyoung ancora non aveva realizzato cosa stesse succedendo. «san...» e prima che potesse continuare o provare anche solo a fermarlo, san aveva preso parola.

«non hai idea, ho passato una giornata di merda, e tu non c'eri, e ho preso due in scienze, ma tu eri ovunque e perdonami, sono un coglione» wooyoung aveva messo la mano in segno di stop davanti al volto di san, frastornato dalla scarica di emozioni. il rosso aveva riassunto il suo precedente balbettare confuso «mi dispiace, per tutti questi mesi che mi sono comportato da perfetto coglione dando per scontato il tuo affetto... sono un fidanzato di merda» e allora a quelle parole, il corvino aveva sorriso «anche se sei un demente, e non riesci ancora ad ammetterlo a parole, mi sei mancato anche tu»

«quindi mi ami ancora?» san guardava wooyoung speranzoso e l'altro aveva ridacchiato «che domanda è? certo che ti amo ancora, secondo te potrei piangere per un qualcuno di cui non mi importa?» e san aveva notato nuovamente gli occhi gonfi e arrossati del minore. lo aveva baciato sulla fronte, per poi tirarlo a sé in un abbraccio, annusando con desiderio il suo profumo, dandogli un bacio sul collo e stringendolo maggiormente. «se incazzarmi ti fa questo effetto, allora dovrei farlo più spesso» san aveva scosso la testa ancora nell'incavo del collo del minore «no, non hai idea della giornata di merda che ho passato...» wooyoung allora lo aveva staccato da sé per poterlo guardare negli occhi, preoccupato. gli aveva sistemato un ciuffo di capelli spettinati e poi aveva portato la mano piena di anelli ad accarezzargli il viso.

«che è successo...» san si sentiva in colpa, consapevole di star facendo preoccupare l'altro e non avere il diritto di farlo stare male. «niente di che, alla fine rimpiango solo il due in scienze» aveva ridacchiato, perché consapevole che tutte le sfortune del giorno gli avevano fatto aprire gli occhi. wooyoung ora li aveva sgranati «due?! perchè non mi hai chiesto una mano?» e l'altro aveva risposto subito «ieri non mi sembrava il caso» poi però si era fermato un attimo, sorridendo prima di riprendere parola «ho ancora la media sufficiente, non mi importa molto» e allora anche il minore sembrava sollevato.

solo in quel momento san aveva notato bene wooyoung, in boxer bianchi con una maglietta larga, che lasciava scoperta la clavicola sinistra e un invitante lembo di pelle poco sotto la spalla. wooyoung aveva notato lo sguardo dell'altro, arrossendo un poco prima di giustificarsi «stavo per fare una doccia...» e quindi san, con un sorriso, aveva ribattuto «doccia?» wooyoung aveva annuito «sì, ma non ora e non con te» e il rosso lo aveva guardato con le sopracciglia corrugate.

«e ora coraggio, non c'è tempo da perdere» e san pianificava già una serata di relax, coccole e baci, mentre wooyoung lo aveva scansato e si era seduto alla scrivania, indicando il posto accanto al suo con un cenno della testa «hai preso due no? devi recuperare. siediti» e san aveva riso alla testardaggine di wooyoung che tanto amava e lo stuzzicava «ti amo così tanto» «anche io e non sai quanto, san» e così, erano finiti a studiare scienze come se nulla fosse successo.

Fine.

우산 woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora