1- L'inizio Stravagante

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Mi chiamo Katiuscia Natasha Bochicchio e ho diciannove anni.

Fino a qualche mese fa frequentavo il liceo artistico di Milano, una scuola non ben vista da molta gente.

Sono una ragazza complicata?

Beh, si abbastanza.

L'unica ragazza mentalmente deviata come me è mia cugina, Sabrina.

Io e Sabrina siamo sempre state unite fin dalla nascita, abbiamo frequentato le stesse scuole, stessi amici e anche stessi ragazzi.

L'unica che mi può capire è solo lei, se non fosse troppo matta per non essersene accorta.

L'estate io e lei siamo soliti a uscire a tarda notte per poi ritrovarci ubriache nei marciapiedi del Sempione.

Venivamo etichettate nei quartieri alti come le "COGGI", come se non si notasse che eravamo imparentate.

Se non l'aveste capito noi abitavamo nei quartieri alti.

Gente colta ricca e con la puzza sotto il naso ci veniva a mostrare cosa fosse il galateo, manco fossero Carla Gozzi.

Per non parlare delle figlie di mamma e papà con la borsettina di Louis Vuitton e l'ultimo modello d'iphone comprato dalla zia in America perché fa "cool".

Anche noi essendo ricche dovevamo mostrare di possedere una nonchalance nei confronti della gente normale, ma il massimo che sapevamo fare era mangiare al McDonald con le posate e non con le mani.

Il nostro tipico luogo di ritrovo era l'Arco della pace vicino a parco Sempione, stupendo posto dove sfottere le vecchie con le pellicce fino alle ginocchia anche se fosse giugno.

Una mattina ci incontrammo li accanto per fare colazione al Jazz Caffè dove suonava una band di marmocchi al di sotto dei sedici anni.

Come sempre io feci ritardo di mezz'ora per causa traffico.

- Co! Scusa il ritardo! Quel decerebrato del mio autista il massimo che sa fare e prendere le strade di merda...

- Oh tranquilla Co tanto sto su Cam4 a farmi pagare.

Disse sabrina sorseggiando il solito tè al finocchio con mezza bustina di zucchero.

Il suo abbigliamento grunge-tartan l'aveva fatta sembrare una barbona in cerca di soldi.

Gli unici accessori che spiccavano in quei vestiti era una collana di diamanti che manco la regina d'Inghilterra si poteva permettere e una Rolex al polso.

- Ma che ci fai in quel sito pornografico? Come se non tenessi gli spiccioli per pagarti il tè!

- Secondo te lo faccio per soldi? Vedi quanti morti di figa ti ritrovi dietro a certi siti!

Un silenzio sovrasta il bar per la sua frase.

Sabrina era tipica nel fare figuracce in pubblico tanto che non ci fece manco più caso.

Mi sedetti e mentre lei continuava nel suo "lavoro" io ordinai cornetto e cappuccino.

Nell'attesa presi il mio smartphone e iniziai a scrollare la home page di Facebook.

- Senti, ma con quello dell'altra sera come è andata? Botta e via?

Dissi a Sabrina con la faccia da maniaca.

- Botta e via, ma niente di che, sai che quelli più piccoli di me il massimo che sanno fare e guardare le mie tette. Ma io dico! Mica senti il clacson se le strizzi così!

- Beh almeno a te è andata bene, io mi sono dovuto sopportare il vecchio sotto casa che si metteva a urlare perché avevo vomitato accanto alla sua auto! La prossima volta cambiamo posto dove rimorchiare!

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