A soft place to fall.

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Theo stava bene.

O almeno, cercava di convincere gli altri, e forse anche se stesso, di stare bene.

Stava bene, quando i finestrini della sua macchina non si chiudevano del tutto e quindi i suoi piedi avevano freddo, perché la coperta che aveva era troppo corta per tenere al caldo tutto il suo corpo.

Stava bene, quando parcheggiava il pick-up un po' più vicino a casa di un membro del branco e sentiva le risate di quelle persone a cui non aveva fatto altro che del male, persone che poteva sentire solo da lontano perché non meritava il loro perdono.

Stava bene, quando a scuola Corey gli chiedeva di sedersi al tavolo con il branco dei cuccioli, come gli piaceva chiamarli, ma lui rifiutava perché sapeva che lo faceva solo per educazione.

Stava bene, quando Liam glielo chiedeva dopo che aveva avuto un episodio di stress post traumatico in cui aveva visto sua sorella, che lo lasciava sempre con il fiato corto e il sudore sulla fronte.

Stava bene, quando Scott lo chiamava per avere nuove informazioni sui cacciatori o sulle creature naturali di cui sapevano qualcosa solo i dottori del terrore, ma non gli chiedeva mai dove vivesse.

Stava bene, mentre alle due del mattino vomitava ciò che non aveva nemmeno mangiato, visto che un senzatetto non ha i soldi per il cibo.

Stava bene, quando mentiva a sé stesso dicendo di stare bene.

In una di quelle notti, si trovava vicino a casa di Mason.

Poteva sentire le risate dei membri del branco, le battute senza senso di Stiles quasi sempre seguite da un commento sarcastico di Derek, sentiva la risata contenuta di Lydia mentre Malia cantava al karaoke in un modo diversamente intonato, sentiva Mason e Corey cantare insieme a lei in sottofondo le seconde voci, sentiva Scott urlare facendo il tifo per la sua ragazza.

E poi sentiva Liam.

Liam, che era l'unico motivo per cui ancora non aveva lasciato Beacon Hills, Theo sapeva di essere lì perché avrebbe fatto qualsiasi cosa, se questa fosse significata tenere il beta al sicuro.

Ma in fondo sapeva anche che nessuno lo avrebbe mai perdonato, che gli sforzi non erano abbastanza, che forse era lui a non essere abbastanza.

E che senso aveva, vivere una vita in cui dai tutto per una persona che non si accorge di tutto ciò che fai per lei?

Che senso aveva restare se a nessuno importava davvero della sua presenza?

Per un momento pensò di uscire dalla macchina, andare e suonare al campanello della casa di Mason e accettare l'invito che gli aveva fatto Corey quella mattina a scuola, dopo essersi accorto di aver parlato della karaoke night  del branco davanti a Theo.

Poi si ricordò che era tutto fatto per cortesia, che tra quelle persone non ce n'era una che lo volesse lì, che era inutile.

Era inutile restare.

Ne valeva davvero la pena, sopravvivere?

Sopravvivere. Perché quello non era più vivere.

Non era la prima volta che ci pensava, forse era ora che facesse qualcosa a riguardo.

La parte razionale del suo cervello sapeva che ciò che stava pensando non lo credeva del tutto. Sapeva che c'è sempre una scelta, un modo migliore anche se più difficile. Ma la vocina che urlava nel fondo della sua mente sembrava essere più forte in quel momento, e Theo era stanco.

Così stanco.

Stanco delle aspettative, stanco di provare, stanco di vivere.

Allora mise in moto la macchina, guidando fino a quel dannato ponte, che non rappresentava altro che il ricordo di tutto ciò che aveva fatto, tutto ciò che lo aveva portato a quel dannato momento.

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