With Great Beauty Comes Great Pain

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With Great Beauty Comes Great Pain

Forget all we said that night
No, it doesn't even matter
'Cause we both got split in two
[Half a heart - One Direction]

November 10th 2014

- Sono stanco Louis. Non ce la faccio più a dividerti con Eleanor.
Sbatte le palpebre, incrocia le braccia al petto e lo fissa con disappunto. Hanno affrontato quel discorso più di una volta eppure, in questo momento, una terribile sensazione gli sta facendo contorcere le viscere. C'è qualcosa nello sguardo ferito che ha davanti. Qualcosa che non gli piace per niente. Quella situazione è orribile, non va giù né all'uno e né all'altro - non è mai piaciuta a nessuno, in verità - ma non hanno scelta. C'è un contratto in ballo e il futuro dell'intera band potrebbe essere compromesso a causa sua - a causa loro. Il sogno per cui avevano combattuto così duramente poteva essere schiacciato con crudeltà a causa di un solo e unico passo falso.
Certo, fosse stato per lui, non avrebbe esitato nemmeno un attimo. Fosse stato per lui, avrebbe dichiarato a tutto il mondo di amare perdutamente Harry Edward Styles, di amarlo irrimediabilmente fino alla nausea, fino a star male. Ma non si tratta solo di loro due. Questo è un qualcosa che riguarda anche Zayn, Liam e Niall. Non possono coinvolgerli, i loro migliori amici, quelli che li ascoltano, li confortano e li sostengono in ogni occasione.
E, in fondo, mancano solo due anni alla scadenza del contratto. Dovrebbero aspettare solo altri due anni - due soli e maledetti anni in confronto all'eternità - per poter essere finalmente liberi. E sanno entrambi quanto l'attesa valga la pena e la sofferenza. Perché si amano. Perché si sono innamorati dal primo istante, con un solo incontro di sguardi. Sono destinati a stare insieme in qualsiasi mondo, pianeta o dimensione. Questo lo sanno perfettamente. Ci credono così tanto in quel loro amore. Eppure, quella sera, c'è qualcosa che non va.
- Lei non è niente per me, Harreh. Lo sai perfettamente quanto ti ami. Ti amo davvero tanto e nessuno stupido contratto, nessuna scialba copertura potrà mai farmi cambiare idea.
Gli ripete quelle parole che ha già detto fino allo stremo, guardandolo negli occhi con dolcezza perché lo capisce. Lo capisce e non vorrebbe fargli provare tutta quella sofferenza che gli causa, quasi senza neanche esserne consapevole.
- Lo so, Louis, lo so. Ti amo così tanto anche io ma non ce la faccio più. Vorrei solo...ho visto le foto di oggi, Boo. Sono perfettamente consapevole del fatto che tu non provi nessuna attrazione per lei ma fa così male vederti baciare Eleanor.
Louis gli si avvicina, sa perfettamente che sta per scoppiare in lacrime. Allunga le braccia, cerca di prendere il suo viso tra le mani ma mentre sta per raggiungerlo, con poca convinzione, lui si scosta. Harry sfugge al suo tocco e lui sente una piccola crepa - come se un coltello affilato gli avesse appena lacerato la carne - comparire all'altezza del petto quando vede quegli occhi colmi di lacrime guardarlo con disperazione.
- Non ce la faccio a continuare così.
- Che cosa stai cercando di dirmi?
Glielo chiede con una calma apparente ma il panico nel suo tono, i pugni stretti e il tremolio impercettibile che scuote il corpo, lo tradiscono. Harry, in una situazione normale, l'avrebbe stretto a sé, lasciandogli dei dolci baci sul capo e cullandolo con la sua voce che gli canticchia qualcosa all'orecchio, ma.
Questa volta il più piccolo violenta sé stesso pur di non farlo. E un'altra piccola ferita s'aggiunge a quell'altra. Un'altra piccola crepa si forma sul cuore di entrambi.
- Ti amo.
- Harry...
- Prendiamoci del tempo.
E quando Louis realizza il significato di quelle parole non riesce più a muovere un solo muscolo. E' paralizzato mentre avverte il proprio cuore rompersi in piccoli pezzettini, lentamente, causandogli un dolore lancinante, insopportabile, straziante. Le sue pupille si dilatano, gli afferra la camicia sbottonata sul colletto e lo scuote con violenza.
- Che cazzo stai dicendo? Del tempo? Harry dimmi che è uno scherzo.
Ma il singhiozzo a malapena trattenuto di Harry gli fa capire che non sta affatto scherzando.
- Non ce la faccio. Ho bisogno di tempo per pensare, Louis. Vorrei solo poter stare liberamente con te senza nessuna copertura del cazzo, capisci?
- Non mi ami più? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme vuoi mollare proprio adesso? Mancano solo due anni, Harry. Due fottutissimi anni. Possiamo farcela.
Il tono del più grande rasenta l'isteria ma non se ne cura. Lo scuote ancora, tenta di capire che cosa diavolo stia succedendo. Lo prega con lo sguardo. Lo supplica di restare - di non andare - mentre una spiacevole consapevolezza lo colpisce con la disastrosa e inarrestabile forza di un uragano.
- Io ti amo. Farei qualsiasi cosa per te ma non posso andare avanti così. Devo pensarci.
- Stai buttando al cesso cinque anni di una storia meravigliosa come la nostra solo perché non ce la fai più? E non pensi a me, Harry? Non pensi a me? Credi che io non ci stia male? Credi che io, solo perché non lo dimostri e cerco di essere forte per entrambi, non ci soffra? Credi che non me ne importi nulla? Sei serio?
- Louis è solo che passiamo sempre meno tempo insieme. Io sono quasi sempre a Los Angeles mentre tu sei qui. E nel poco tempo che riusciamo a vederci, abbiamo sempre i ragazzi intorno o qualcuno che ci disturba in continuazione. Mi sono rotto le palle. - sbotta lui, liberandosi dalla sua presa mentre alcune lacrime sfuggono al suo controllo. - Sto cominciando a credere che a te non importi realmente.
- Sei un fottuto egoista se pensi questo. Dovresti conoscermi abbastanza per sapere che non smetterei mai di amarti, piccolo stronzo, e che m'importa. M'importa così tanto!
- Mi serve tempo, Louis, dannazione! Perché non capisci?
Prende un grosso sospiro, abbassa lo sguardo e scuote la testa. Si, certo. Adesso comincia a capire, forse.
- C'è un altro?
- Cosa?
- Ti ho chiesto se c'è qualcun altro.
Harry è sorpreso da quella domanda. Scuote la testa con vigore mentre sulle sue labbra si forma un sorriso amaro.
- Come puoi pensare questo?
- A questo punto non so più che pensare.
La voce di Louis è diventata un sussurro. Non si sarebbe mai aspettato un discorso simile proprio da lui. E fa male. Terribilmente male.
- Non c'è nessuno altro. Ho solo bisogno di tempo. Mi dispiace Louis. Non ce la faccio.
Il riccio gli da le spalle e il panico ricomincia ad assalirlo. Vuole andarsene per davvero e sembra rendersene effettivamente conto solo adesso che ha posato una mano sulla maniglia.
- Non farmi questo. - sussurra, al limite della disperazione più totale mentre avverte il proprio respiro farsi sempre più frenetico.
- Mi dispiace.
- Fanculo a te, Harry, fanculo ad Eleanor, alla Modest, fanculo a tutto! Vattene! Prenditi il tempo che ti pare! Scopa con chi ti pare ma vattene! - alla fine scoppia. Non s'accorge nemmeno delle lacrime che cominciano a rigargli il viso e dello squarcio nel petto che si fa più grande. Sempre, sempre più grande e profondo.
- Sai che cosa ti dico? Vaffanculo a te, Louis!
La porta viene sbattuta con forza. In quel momento tutto gli crolla addosso. Le sue ginocchia cedono e battono a terra mentre si trascina disperato alla porta. Tira giù la maniglia, imprecando a gran voce, e fa appena in tempo ad udire il rumore della porta d'ingresso che si chiude violentemente prima di cominciare a gridare il suo nome.
- Torna indietro. Mi dispiace, Harry. Mi dispiace.
Mormora come un mantra mentre il respiro accelera maggiormente. Il petto gli fa male e s'accascia sul pavimento. Ha difficoltà a respirare e non s'accorge neanche di star avendo il primo attacco di panico di tutta la sua vita. Il cellulare che ha nella tasca prende a squillare e un barlume di speranza si riaccende in lui. Pensa che sia Harry, spera che sia lui. Non guarda neanche il mittente, se ne infischia della difficoltà respiratoria e dei singulti che lo scuotono violentemente.
- Ha-Harry.
- Louis sono Zayn... - ma la voce del pachistano si interrompe e poi riprende con un rumore in sottofondo di cui non si cura. In realtà, non riesce neanche a capire che diavolo stia accadendo, che cosa cazzo sia appena accaduto. Sente la voce lontana di Zayn ma nelle sue orecchie riesce a percepirla come se fosse quella di Harry. - Oh, cazzo. Ehi, Louis? Che succede?
- Ti pre-go...pos-siamo tro-vare una solu-zione. Har-ry ritor-na a ca-sa.
- Lou? Non farmi preoccupare! Lou!
Non riesce più a parlare. Il respiro gli s'incastra in gola, continua a singhiozzare e a ripetere il nome di Harry come se fosse una litania.
- Cinque minuti e sono lì.
Si rannicchia su se stesso, stringe il cellulare in una mano mentre tenta di tornare a respirare regolarmente ma i singhiozzi, il dolore, Harry, non glielo permettono.
Ed è così che lo trova Zayn, dieci minuti più tardi, rannicchiato in un angolo del corridoio con un attacco di panico in corso. E si spaventa. Non sa cosa fare. Gli afferra il viso, sussurra parole che vogliono essere confortanti - ma non lo sono affatto - tenta di farlo ritornare a respirare correttamente. Ma Louis non ci riesce. Non ce la fa a respirare. Non senza di Harry.
Però, in qualche assurdo modo, il pachistano riesce a fargli passare quel suo primo attacco di panico e poi lo stringe in un abbraccio mentre lui libera le lacrime, inzuppandogli la t-shirt e rannicchiandosi contro il suo corpo.
E Zayn è sconcertato. Non ha idea di cosa sia potuto accadere ma è terribilmente preoccupato. Non lo mostra, però, perché sa che Louis adesso ha bisogno della sua versione calma e rassicurante. Peggiorerebbe le cose se cominciasse ad agitarsi anche lui.
Nei giorni che seguono raccoglie i suoi pezzi, silenziosamente, senza neanche provare a metterli insieme perché sa che l'unico che può farlo è Harry.
Si prende cura di Louis, il suo migliore amico. Un Louis che è diventato un giocattolo rotto nel giro di sole poche ore. Un Louis che ha perso ogni cosa.

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