Nel momento stesso in cui i miei occhi, caddero sul suo corpo, mi sentii come svenire
Era senza dubbio un uomo davvero bellissimo, i capelli neri gli cadevano sul viso, il sorriso che aveva sulle labbra non faceva altro che confondermi e la gioia nei suoi occhi rendeva tutto più strano, forse divertente anche per quelli che lo vedevano da fuori.
Era uno spettacolo davvero affascinante.
Io d'altro canto stavo seduto sulla poltroncina rovinata del locale, la musica pompava rudemente nelle mie orecchie, il Manhattan che avevo in mano si stava scaldando e il bicchiere mi sarebbe tranquillamente potuto cadere.
Avevo lo sguardo su altro, su di lui.
Si muoveva come se fosse acqua, ballava sensuale mentre la musica prendeva possesso delle sue forme, dannatamente virili.
Tutti lo guardavano ballare come se fosse un dannatissumo dio sceso in terra.
Era probabilmente ubriaco, si assolutamente, però restava sempre e comunque sul tavolo, in piedi agitandosi a ritmo di musica.
Le sue cosce muscolose stavano strette in un paio di jeans rovinati e il suo busto viaggiava nella sua camicia a quadri di flanella, probabilmente di un paio di taglie più grandi.Però cazzo se era bello.
Bello come il sole, e come tutte le altre stelle messe assieme, brillava in mezzo a tutta quella gente che pregava anche solo di poter toccare con un dito il suo corpo.E quando però il suo sguardo si perse nel mio mi sentii nuovo.
Non so per quale motivo, ne tantomeno so come, ma una parte di me, ancora giura di sentire i suoi occhi neri come la pece, scavare nei miei e percorrermi l'anima come se fossero le rotaie di un treno.E merda era asfissiante.
Asfissiante perché la sua libertà e la sua imponenza schiacciavano la mia noiosa quotidianità come se fosse un insetto fastidioso.
Tutto quello era troppo, lui era troppo e potevo solo concedermi di stare a guardarlo.E ormai i Queen avevano finito di esporsi alla radio e di fare pompare l'impianto stereo del locale, lui scese dal tavolo, mi sorrise e spari tra la folla.
Lo persi ovviamente, ma ancora posso ricordare come la sua immagine viaggiava su quel tavolo, pestando i piedi sul legno rovinato a ritmo di musica, rovesciando i cocktail e i portacenere dei poveri mal capitati li attorno.
Non sono mai stato uno che rincorre quello che vuole,ne tantomeno attratto dagli uomini, ma se quella sera dio ha avuto la possibilità di mostrarmi tale bellezza, probabilmente avrebbe voluto vedermi rincorrerlo e farlo mio.
E forse ero ubriaco anche io, o forse lo sono tutt'ora.
Forse lui non era davvero così bello, e forse io non ho visto davvero quell'uomo ballare su un tavolo.Se tutto quello che successe quella sera, fosse stato reale al cento per cento, avrei bevuto meno e pregato di più per il resto della mia vita.
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"another one bites the dust" ((jungkook oneshot)
FanfictionTutti lo guardavano ballare come se fosse un dannatissumo dio sceso in terra.