[...] Now I've got that feeling once again,
I can't explain, you would not understand.
This is not how I am.
I have become comfortably numb.Cos'è un corpo se privato della sua anima? Un guscio vuoto, potremmo dire. Un enorme spazio privo di qualsivoglia sussistenza, un mondo irreale, forse, o forse ancora reale e mai esistito. Può tutto ciò mai essere possibile, avere un benché minimo senso?
Chūya Nakahara, all'età di 18 anni, non se ne cura. Vede il mondo alle sue spalle correre via in un moto frenetico e senza fine che quasi compete con il caos inalterabile che è la propria mente. Pensa, risponde, annuisce, esegue. È questo quel che si ripete ora dopo ora, giorno dopo giorno nel tumulto convulso della propria essenza. Un automa perfetto, statico nella sua paradossale dinamicità.
Dazai Osamu, a 18 anni, inizia a rivalutare la propria esistenza su questa terra. Amante dei suicidi mal riusciti ha il coraggio di prendere in mano la sua vita e cambiarla drasticamente. Si lascia alle spalle un enorme vuoto e, assieme ad esso, luoghi, ricordi, persone. Non se ne avvede o, forse, non vuole farlo.
È una gelida mattina di fine dicembre a Yokohama, l'aria si addensa in una brina leggiadra e tutto appare nella norma. C'è gente che si affretta con sguardo assente sulla via del ritorno, gente che schiamazza, qualcuno sorride. Tutto perfettamente normale, tutto perfettamente ordinario, intangibile.
-Fanculo.- digrigna a denti stretti Chūya mentre osserva dal davanzale del proprio appartamento la vita scorrergli affianco senza sfiorarlo. -Fa tutto fottutamente schifo.-
Quel che non ammette, Chūya, è che vorrebbe essere strappato via violentemente da quello stato di alienazione che lo tiene ancorato al suolo e non gli permette di risalire in superficie. Quel che non ammette, Chūya, è che vorrebbe essere travolto appieno da quella normalità che osserva distante, da quella ordinarietà, da quello schifo. Eccome se lo vorrebbe.
-
-Ohi, levami le mani di dosso, mummia.- ringhia il più basso mentre cerca di accaparrarsi l'ultimo pacco di patatine in alto sulla credenza.
Alle sue spalle sorride Dazai, consapevole che il rosso non reggerà a lungo quel gioco sfuggevole e vano. Sorride, Dazai, conscio che Chūya non sappia resistergli, non voglia resistergli.
Così gli stringe maggiormente il corpo minuto, facendolo aderire perfettamente al proprio. Assieme si plasmano, si fondono.
-Sicuro?- gli soffia vanaglorioso in un orecchio.
Ed ecco che la corda si spezza, il dado è tratto.
Finiscono per fare sesso tre volte, quel giorno. Lì in cucina, sul letto, nel box doccia. D'altronde, che male c'era? Era solo del sano sesso, no?
Eppure le mani si cercano, le labbra sussurrano ciò che agli altri deve rimanere taciuto, gli sguardi dissimulano quella realtà tanto bella quanto effimera, tanto bella quanto crudele.
-
Da quando Dazai ha lasciato la Port Mafia ha in mente un solo scopo e ad esso si aggrappa disperato per non lasciarsi cadere nel baratro di quella sua misera esistenza: stare dalla parte del giusto.
Che poi, se ci riflette un attimo, cosa è veramente giusto?
Dazai non lo sa. Non ha certezze, vede la sua vita sul lastrico mentre continua a rifilare sorrisi stanchi a gente che non desidera altro. Cercano tutti, pretenziosi, la facciata dell'uomo che più aggrada al loro essere, e chi è Dazai per tirarsi indietro? D'altronde, si ripete, deve stare dalla parte del giusto. E allora ancora, cosa è veramente giusto?
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Eros e Thanatos || Soukoku
FanfictionMentre le palpebre avanzano verso la timorosa discesa agli inferi, nel sonno di cui Morfeo fa da padrone assieme ai suoi demoni, ecco che nella sua mente si profilano una coltre di capelli rossi e due occhi azzurri. E Dazai sa già che, anche quella...