Capitolo Secondo

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Aria, con il ginocchio sinistro un po' ammaccato dalla caduta, si rialzò a fatica e cominciò ad impartire ordini
come era suo solito. Così mandò Vanessa a cercare dell'acqua per poter salvare l'albero e dopo pochi
passi trovò un fiume mai visto prima.
Straripava di un'acqua fresca e pulita che pareva essere stato messo lì apposta.
Fortunatamente non era molto lontano dal pino e, aiutandosi con delle gigantesche foglie, goffamente le due
riuscirono a trasportarla fino all' albero che, appena venne a contatto con l'acqua, parve quasi emettere
un suono melodioso. Dai cupi aghi rinsecchiti ricomparvero a vista d'occhio gemme sempre più verdi e
fitte, fino ad arrivare al tronco che diventò di un marrone intenso coperto da piccole venature dorate che correvano nella corteccia.
Agli occhi fu uno spettacolo a dir poco incredibile e surreale da vedere in natura, o almeno nella realtà
che conosciamo noi.
Il maestoso abete in fine emanò una luce così forte che fece cadere le due ragazze a terra. Quando riuscirono di
nuovo ad alzarsi, si guardarono attorno e si accorsero di non essere nel solito boschetto, ben si in un luogo che pareva
sospeso in un orizzonte candido come la neve e immerso in un silenzio a dir poco inquietante.
All' improvviso scorsero una strana creatura che non riuscirono a definire fino a quando, avvicinandosi, non fu davanti a loro. Assomigliava a una donna ma alta una decina di centimetri con dei lunghi capelli striato d'oro raccolti
in diverse trecce da cui spuntavano due lunghe orecchie a punta, ma la parte più stravagante, erano le
due grandi ali che fuoriuscivano dalla sua schiena: parevano fatte della brina che copre i fiori d'
inverno... sembrava proprio una fata!
Questo grazioso esserino iniziò a parlare. La sua voce aveva un tono reale, familiare, ma allo stesso tempo acuto. Iniziò con lo
spiegare qualcosa, ma le sue parole sembravano lontane e indecifrabili e, distratte dalla creatura, iniziarono a sentire
dei forti fischi venire da ogni direzione assieme ad atroci fitte alla schiena come se dovesse fuoriuscire qualcosa. Ogni muscolo del loro corpo pareva contrarsi fino all'ultimo, un dolore che le avvolgeva. Non
riuscirono a sopportarlo. Vanessa perse conoscenza e Aria, cercando di aiutarla, si arrese distendendosi al suo fianco. Poi il vuoto più profondo.
Una forte luce fece riprendere conoscenza ad Aria che, intontita, riuscì a rialzarsi e, con la vista ancora appannata, vide Vanessa accanto a lei e si tranquillizzò. E solo a quel punto si rese conto di ritrovarsi in una strana radura verdeggiante
ricoperta da grandi fiumi e fiori giganteschi. Un profumo inebriante avvolgeva l'aria e tutto sembrava
tremendamente grande. Scosse Vanessa fino a svegliarla. Capirono che non era cambiato solamente +il paesaggio
ma anche loro stesse. Aria, quando si accorse del cambiamento, corse a specchiarsi al fiume, rabbrividì e
per poco non svenne di nuovo. Aveva la solita candida carnagione, i piedi nudi, i capelli colorati come il mare acconciati in una mezza coda, due orecchie lunghe e delle enormi ali che le
fuoriuscivano dalla schiena. Credette di stare sognando. Così immerse le mani nel fiume gelido e si
bagnò la faccia per cercare di svegliarsi. Quando si riprese non vide, come credeva, il bosco
precedente ben sì un'onda spaventosamente altissima. In preda al panico si alzò di scatto e si allontanò in
fretta, l'onda si scaraventò nel fiume senza fare il minimo rumore e scomparve da dove era arrivata.
Tornò dove aveva lasciato Vanessa, e tornò a vedere nitidamente.
Realizzò che
Anche l'altra ragazza era completamente cambiata, i suoi capelli non erano acconciati come i suoi, erano
sciolti e talmente ricci che guardandoli pareva di vedere delle fiamme, lunghe orecchie, strani tatuaggi con simboli rossi simboli runici e grandi ali vaporose.
Aria cercò di alzare Vanessa strattonandola da un braccio e la trascinò fino al fiume. La reazione fu
'' lievemente'' diversa: osservandosi nel riflesso dell'acqua, impaurita, scacciò un urlo così forte che sembrava un
Ruggito tanto che svegliò l'intera la foresta.
Poi rimase immobile per diversi minuti... guardandosi si fece un sorriso, si alzò e tornò per la sua strada. Sicuramente era rimasta stranita, ma pareva non farle il minimo effetto.
Stranamente il nuovo corpo era molto leggero e semplice. Infatti in poco tempo
capirono come utilizzare quelle che parevano ali di farfalla.
Bastava salire in un punto alto, come una montagna, aprire le braccia e respirare profondamente.
Dopo innumerevoli capitomboli riuscirono a librarsi in aria così fu ancora più semplice chiudere le braccia e stendere le gambe.
Una sensazione indescrivibile, come accarezzare il vento. Le grandi ali impalpabili davano la possibilità di volteggiare senza il minimo sforzo.
Poi si decisero di scendere a terra.
Le due spaesate non capirono che tutto da quel momento sarebbe cambiato per sempre.
Camminando in cerca di un punto di riferimento si imbatterono in un'altra creatura simile a loro che si
presentò come Testudines. Lei faceva parte delle guardiane della magia (un po' come i nostri poliziotti)
proteggeva la magia dalle creature che non sarebbero state in grado di maneggiarla.
Dopo essersi presentata non perse tempo e le avvertì che erano state convocate dalla Maggiore; si inchinò e prendendole da un
braccio e si librò in aria. Volando le accompagnò ai piedi di un enorme baobab al centro di un laghetto dove disse che avrebbero
incontrato la grande '' Anthemis Major'.
L' enorme albero era protetto da creature simili a eleganti driadi che non appena le
riconobbero spalancarono il ponte.
Una volta superate le due rampe di scale in marmo ricoperte da un tappeto rosso, entrarono in una grandissima sala pervinca con ornamenti dorati e un
lungo tappeto bianco che portava fino ad un rialzo con sopra un trono in ametista e topazio. Li sedeva una ''fata'' incantevole.
Era seguita da un corteo di '' fate'' dal volto severo, della loro stessa grandezza con delle divise turchesi ed elmi marchiati da
un simbolo ritraente due alberi intrecciati. La fata pareva proprio quella che era fuoriuscita dall' albero
nella foresta ai confini del loro monotono paesino. Anthemis Majior non pareva minimamente stupita
di rivederle. Vanessa improvvisò un'' inchino '', pestandosi I piedi e iniziò a tempestarla di domande come era suo solito fare. Per una volta non aveva torto, la situazione era drasticamente diversa dalla loro abituale vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2021 ⏰

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