~Prologo~

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Federica, nome che deriva dal germanico Frithurik composto da frithu, "pace" e da rikya, "potente" , significa quindi "potente nell'assicurare la pace".

Era un nuovo giorno nell'Olimpo degli Dei e come al solito mi alzai tardi data la mia pigrizia
"Figlia, credo sia arrivato il momento di alzarsi ad un orario ragionevole no?"
Il monito di mio padre non tardò ad arrivare, ovviamente.
"Arrivo Padre, sto correndo e volando" dissi alzando gli occhi al cielo
"So che sei ancora sotto le coperte Federica! Alzati e vieni a fare colazione con noi!"
"Ok!Ok! Arrivo"
Mi ha convinto solo perché ho fame
Corsi subito nel grande salone del tempio, che comunemente chiamo "casa" e iniziai a salutare tutti i membri della famiglia ergo salutare tutti quanti gli Dei dell'Olimpo. Ora capisco perché devo svegliarmi presto la mattina: perché per salutare tutti ci vuole tutto il giorno.
"Fratello sempre a bere?! Sono solo le 9 del mattino!" dissi ammonendo il mio fratello maggiore Dioniso
"Sorella sempre a dormire!?" rispose prendendosi gioco di me
"Sei fortunato che non siamo da soli sennò avrei già usato il mio scudo per tagliarti la testa!" detto ciò iniziammo a rincorrerci attorno al tavolo per un buon quarto d'ora
"Figli miei quando crescerete?" disse nostro padre portandosi una mano sul viso
"Dai Zeus lasciali divertire!" disse nostra madre Era vedendoci felici nonostante il piccolo litigio
"Padre sei troppo vecchio per capire!" dissi ridendo e correndo dietro Dioniso fino a quando una piccolissima saetta non mi colpì la schiena.
"Padre! È giocare scorretto così!" dissi portando le mani sui fianchi aspettando una risposta
"Come hai detto tu: sono troppo vecchio per capire" non ci pensai due volte e feci arrivare il mio fidato destriero Furia dietro le spalle di mio padre e iniziò a mangiargli i lunghi capelli bianchi e la barba. Per poco non soffocai dal ridere, Dioniso si fermò e si aggiunse a me ridendo e tenendosi l'addome dalle risate.
"Oddio non ce la faccio più!" aggiunse nostra madre unendosi alle risate
"Questa me la pagate sappiatelo!" disse minaccioso nostro padre indicandoci. Non abbiamo tempo di rispondere che un enorme nube rossa ricoprì il tempio. Ade.
"Figli cercate riparo! Mentre lo tengo occupato!"
"Padre non ti lascerò combattere da solo! È mio dovere proteggere la pace!" dissi alzando un esercito di ogni materiale esistente sul mondo: terra, ghiaccio, fuoco, roccia, aria, metalli vari...vibranio.
"Non vincerai questa volta Ade! Mettiamo fine a questa guerra una volta per tutte!" disse nostro Padre pronto per la battaglia contro il suo proprio fratello. Subito dopo si girò verso di me e mio fratello Dioniso
"Figli miei andate nella grotta di vostro zio Poseidone e restate lì fin quando non vi do il permesso di uscire capito?"
"Ma Padre-" provai a controbattere
"Ti prego figlia ascoltami; potremmo non farcela e qualcuno deve restare vivo sennò la dinastia finisce con noi. Ti prego porta in salvo te, tuo Fratello Dioniso e anche qualcun altro se riesci"
"Ugh Ok Padre però promettimi che quando usciremo da quella grotta tu sarai ancora qui!"
"Figlia mia-"
"Promettimelo!" dissi già in lacrime
"Te lo prometto. Ora va!"
Iniziai a correre verso la grotta ma non riuscivo a trovare Dioniso; nel tragitto incontrai Artemide, la presi per mano e iniziammo a correre
"Dove stiamo andando Federica?"
"Nostro Padre mi ha detto di provare a salvare qualcuno e tu sei l'unica entrata nella mia traiettoria visiva" non aggiunsi altro e la trascinai verso la grotta di nostro zio Poseidone.
"Ora restiamo qui fin quando Papà non ci chiama" lo chiamavo Papà solo quando ero vulnerabile.

~Qualche ora dopo~

La quiete iniziò a regnare sovrana nell'Olimpo e iniziammo ad uscire dalla grotta. Non credevamo ai nostri occhi; le uniche cose che vedevamo erano distruzione e caos. Raggiunsi mio padre appoggiato debolmente sul pavimento del tempio
"Padre!" corsi verso la sua direzione con le lacrime agli occhi dalla felicità per averlo trovato vivo
"Padre sono così contenta di vederti! Hai mantenuto la promessa!"
Lui non disse nulla ed abbassò lo sguardo
"Padre?"
"Figlia raduna tutti: assemblea d'emergenza"
Non risposi e, prendendo il corno, avvisai tutti e ben presto il tempio si riempì con tutte le divinità dell'Olimpo. Nostro Padre iniziò a parlare
"Ascoltatemi tutti, Ade tornerà e lo sapete tutti...perciò dovremo fare un decoram translationem exanimi potestates e in fretta per portare in salvo Federica"
Aspettate cosa?!
"Padre?! Non capisco...cosa sta succedendo?"
Prese le mie braccia e mi chiuse in uno stretto abbraccio
"Federica sei la mia figlia prediletta e la migliore di tutte le divinità qui presenti e anche l'unica rimasta illesa dalla battaglia"
"Padre ti prego" supplicai piangendo
"Divinità venite a me" disse allargando le braccia e tutti si avvicinarono mettendosi in cerchio attorno a me e iniziarono il rito.
Uno ad uno portarono il braccio in alto e poi verso la mia direzione per donarmi i loro poteri. Quando arrivò il momento di mio Padre, rimasto ultimo proprio perché Re degli Dei, iniziai a gridare dal dolore perché con il suo potere, il più forte di tutti, sigillò il rito e i poteri iniziarono a fondersi fino a diventare un solo enorme potere. Solitamente questo rito uccideva il prescelto prima della fine ma con me non è successo. Ero davvero la prescelta.
Non ebbi tempo di realizzare ciò che mi stava succedendo che mio Padre prese la spada dell'Inter regna cetera portal con la mano destra e con la sinistra la mia mano destra e dopo diversi minuti arrivammo al portale che consentiva il passaggio dall'Olimpo agli altri mondi. E fu adesso che realizzai cosa sarebbe successo.
Mi avrebbe spedita in un altro mondo per proteggermi da Ade
"Padre permettimi di restare e combattere al tuo fianco!"
"Figlia mia sai che non posso permetterlo, devi metterti in salvo prima che Ade sappia che sei viva. Ti manderò sulla Terra dove c'è un gruppo di persone che ti aiuteranno. Potrai fidarti di loro perché anche loro hanno dei poteri. Imparerai col tempo e con il loro aiuto a padroneggiare i tuoi ed aiutarli a rendere il loro mondo un posto più sicuro. Ricordati sempre che prima della Regina degli Dei dell'Olimpo sei la Dea protettrice della Pace. Non dimenticarlo mai capito?"
"Si ho capito però voglio-"
"Federica è arrivato il momento. Sento che sarà qui a breve e non possiamo perdere ulteriore tempo!" disse prendendomi la mano e raggiungendo il portale
"No! No! Padre non lasciarmi!"
"Federica so che è dura ma devi lasciarci andare. Saremo sempre nel tuo cuore e quando alzerai la testa al cielo le stelle che vedrai saremo noi"
"Ti prego" implorai con la vista ormai offuscata dalle lacrime
"Starai bene te lo prometto. Ti voglio bene figlia mia e te ne vorrò sempre"
Dopo aver visto e abbracciato per l'ultima volta mio padre il portale si aprì e sentì il mio corpo che lentamente si stava allontanando dal centro del piccolo tempio che costituiva la parte fisica del portale.
"Padre! Nooooo!" urlai senza sosta fino a quando non vidi che il portale si stava chiudendo. Decisi di dare un ultimo sguardo all'Olimpo, alla mia casa. Ad un tratto tutto divenne nero e l'unica cosa che potei percepire era di star volando. Peccato che non stavo volando ma cadendo dal cielo squarciato da un ultima grande saetta e non riuscivo a fermare la mia caduta libera.

Bucky pov
Guardai l'orologio che avevo al polso destro: erano le 5 del mattino. Così iniziai ad incamminarmi verso l'uscita del complesso per fare la mia solita corsa mattutina prima dell'effettivo allenamento con gli altri. Appena uscito iniziai a sentire un suono strano...come se un aereo stesse precipitando e fu quando alzai gli occhi che capii cosa stava realmente accadendo: qualcuno stava cadendo dal cielo ad una velocità disumana. Guardando la grande saetta in mezzo al cielo che aveva appena aperto il varco pensai subito a Thor. Peccato che stava dormendo in camera sua nell'ala dormitorio della struttura.
E allora chi era?
Ero ancora assorto nei miei pensieri quando un terremoto si propagò per tutto lo spazio circostante ed un boato riecheggiò facendo vibrare le vetrate rinforzate del complesso.
Iniziai ad avvicinarmi a quel cratere che si era formato e non riuscii a credere ai miei occhi. Era la ragazza con i capelli più scuri e la pelle più cerea che abbia mai visto e giaceva esanime nel centro del cratere vestita come una divinità greca: una toga bianca candida, e sopra di essa un'armatura che proteggeva solo le parti fondamentali e uno scudo con al centro una saetta.
Vibranio. Non si poteva non riconoscerlo.
Mi avvicinai a lei per prenderla in braccio quando la terra attorno a noi bruciando iniziò a formare delle parole simili ai segni di Thor quando usava il Bifrost. Non avevo la più pallida idea di che lingua fosse il che per un ex assassino che ne conosce tante la dice lunga. Ignorai tutto ciò, la presi in braccio e la portai subito all'interno del complesso.
Cosa ti è successo piccola dea?

L'ultima figlia dell'Olimpo - Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora