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Stava per morire? Quello era un modo per uccidere qualcuno? Eppure le donne sembravano così compiaciute mentre il Re compiva quei movimenti...!
Man mano che entrava, la schiena del ragazzo s'inarcava sempre più, le mani che stringevano spasmodicamente le lenzuola sotto di sé. Annaspava, stringeva gli occhi, non immaginava avrebbe sofferto così. Per un attimo si pentì di aver acconsentito, ma il fugace bacio era sicuramente servito a distrarlo dal dolore lacerante.
Il petto si gonfiava e sgonfiava irregolarmente, l'aria non sembrava bastargli mai.
Eppure bastò schiudere gli occhi serrati, guardare il giovane che sembrava avere difficoltà a controllarsi, per sentire che era quello ciò che doveva succedere... Magari anche il suo viso dolorante si sarebbe rilassato e avrebbe ricominciato a provare quelle fantastiche sensazioni che tutti osannavano tanto.
Leggermente tremante, imponendosi la calma, lasciò le martoriate coperte per andare a cingere il collo del ragazzo.
«A-Yang...» sussurrò dopo un singulto, stringendo a sé il giovane.
quando sentì il bacino del giovane combaciare perfettamente con il suo, rovesciò all'indietro la testa, l'aria aveva deciso di abbandonare le sue vie respiratorie. Ansimò pesantemente, lanciando un'occhiata ai loro ventri. Era così strano... L'intimità del ragazzo era stata completamente inglobata, la propria pulsava appena, muovendosi ritmicamente, rilasciando un rivolo chiaro che collegava la punta del membro con il proprio pube.
Sentiva la durezza di Xue Yang costretta nelle calde pareti del proprio corpo, quasi fosse un guanto che si prendeva cura di lui. Voleva che fosse felice, che fosse appagato, che si sentisse amato.
Xingchen aveva capito che l'altro non aveva mai goduto di ciò a cui era stato abituato lui, ogni cosa gli era stata donata, che la meritasse o meno. Il rispetto, l'amore... Tutto.
Xue Yang se l'era sudato con una fatica immane, caricandosi il peso di ogni fallimento e cicatrice, istruttori di una vita all'insegna dell'ombra. Doveva diventare invisibile per poter raggiungere i propri obiettivi. Xingchen, invece, bastava schioccare le dita e orde di servi erano pronti per ascoltare ogni suo desiderio. Essendo il principe ereditario, nonché quello col carattere più mite, era il desiderio di ogni servo: chiedeva "per piacere" quando bastava aggiungere un punto alla frase, si preoccupava della loro salute, ringraziava ogni azione che veniva svolta.
Due mondi così diversi erano entrati in collisione e si erano perfettamente amalgamati... Com'era possibile?
Fu riscosso dai suoi pensieri con un sussulto quando lo sentì muoversi, la frizione della sua durezza nella sua intimità lo sorprese violentemente, le mani si portarono fulminee sulle spalle del compagno, afferrandole tentando di scaricare la tensione, arrivando a graffiarlo.
Un suono falsato fu liberato dalla sua gola, spalancò gli occhi, guardando confuso l'altro. Cos'era stato? Cos'era quel verso? Era terribile, così volgare... Eppure l'espressione del ragazzo sera tutt'altro che sconvolta, anzi, sembrava... Compiaciuto?
Il movimento si fece sempre più intenso, finché non iniziò a sentire le loro pelli schioccare... O forse erano i genitali del giovane a sbattere contro le sue natiche? Si sentiva a tratti morire e a tratti volare, sospeso in un limbo dal quale non sarebbe mai voluto uscire. Sussurrò il suo nome alterato, quasi fosse una preghiera a continuare, si sentiva volgare, sconcio, come se avesse perso se stesso... Ma non gl'importava.
Tornò ad abbracciarlo mentre i loro ansimi si mescolavano in una musica che Xingchen avrebbe voluto sentire ancora e ancora.
Il senso di pericolo che gli aveva immesso Xue Yang era svanito, dissolto come neve al sole. Finché sarebbero rimasti insieme, Xingchen era sicuro che avrebbe potuto superare tutti gli ostacoli che si sarebbero parati sul loro cammino.

La sensazione che provava nello scavare il proprio spazio dentro Xingchen era indescrivibile. Man mano che entrava le pareti dell'altro lo stringevano, abbracciandolo, facendogli quasi male e dandogli quindi un piacere enorme. Xingchen era morbido e caldo, lo accoglieva docilmente come solo lui avrebbe saputo fare e nel frattempo il suo corpo si contorceva e si stringeva al suo come se volesse fondersi, diventare un tutt'uno con Xue Yang. Quella era solo l'ultima delle centinaia di volte in cui aveva fatto sesso con qualcuno, ma nessuno lo aveva mai fatto sentire così voluto. Xingchen gli stringeva le spalle con forza, si aggrappava a lui come ad un salvagente per non affondare, il suo calore lo riscaldava e lo faceva sentire come se non volesse separarsi mai più. Prima di allora forse lui era stato diverso, forse non gli era mai importato della persona che aveva sotto di sé, gli abbracci gli erano sembrati vuoti e fastidiosi, la ricerca dell'altro una seccatura e solo il dolore che gli provocava lo rendeva felice. Ma ora era tutto diverso, l'espressione dolorante di Xingchen lo eccitava, sentiva i brividi di piacere percorrerlo quando le unghie del principe si conficcavano nella carne e i suoi interni si contraevano intorno al suo membro. Quando cominciò a muoversi lo sentì contrarsi ancora di più, arpionarsi alla sua schiena ed emettere mugolii prima doloranti e lamentosi e poi man mano sempre più alti e volgari. Era questo che aveva voluto fin dall'inizio, sentirlo gemere senza pudore sotto di sé, vederlo spettinato e arrossato, sudato e accaldato che si contorceva sotto di lui, chiamava il suo nomignolo e assumeva tutte quelle smorfie. Tra i respiri pesanti e i ringhi che emetteva quando una fitta di dolore gli attraversava la ferita sollecitata dal movimento, prendeva tempo per osservarlo e solo quello bastava a compiacerlo. Man mano che i suoi fianchi si muovevano, creando un ritmo preciso di spinte volte ad arrivare a punti precisi che scatenavano piacevoli reazioni nel principe, crescevano in lui il calore e o brividi che gli attraversavano la schiena. Il respiro si faceva sempre più irregolare, il suo corpo tremava e il bacino cominciava a formicolare. Aveva affondato la testa nell'incavo del collo di Xingchen, continuando a baciargli l'orecchio e il volto, riempiendo le narici del suo profumo e le orecchie dei suoi gemiti. Quando sentì che la pressione stava crescendo, passò un braccio intorno al corpo dell'altro e lo strinse con forza a sé, inglobandolo, mentre aumentava il ritmo fino a generare un rapidissimo e sostenuto rumore di pelle che cozzava contro la pelle. Il suo inguine sbatteva con forza e velocità contro le natiche de principe, mentre la sensazione che tutto il sangue stesse convogliando di botto all'addome cresceva a dismisura e così i brividi e le ondate di piacere. Si staccò di botto dall'altro con un'ultima spinta molto più forte, sentendosi la testa e i polmoni svuotarsi di botto, inarcò la schiena e venne dentro Xingchen. Fu un picco tanto intenso quanto rapido che lo prosciugò totalmente. Si fermò un secondo prendendo fiato, sospeso sopra il principe con le braccia a sostenerlo, mentre si muoveva più lentamente un altro paio di volte, accarezzando con una mano una delle gambe di Xingchen. Solo allora si lasciò dolcemente cadere sull'altro dandogli un bacio sulle labbra, prima di appoggiare il viso accanto al suo. Si sentiva svuotato, stanco, dolorante, ma non era mai stato appagato come in quel momento. Respirava velocemente eppure sentiva l'intero corpo perfettamente rilassato, soddisfatto. Mosse una mano per infilarla nei capelli di Xingchen e accarezzargli la nuca, il collo, tutti gesti che non aveva mai fatto e a malapena ricevuto, ma che ora avevano perfettamente senso di esistere. Era svuotato, ma si sentiva finalmente pieno. Un vuoto che aveva sempre ignorato e represso, ma che era sempre stato lì in sottofondo a farlo soffrire era stato riempito. Se ora fosse anche morto non gli importava molto, ma desiderò di non farlo.
Non aveva mai voluto vivere, eppure ora non aveva nessuna voglia di morire. Come aveva vissuto prima? Per che cosa era andato avanti? La vendetta sembrava così misera in confronto al nuovo senso che aveva preso la sua vita. Ed era terribile.
«Xiao Xingchen...» Che cosa mi hai fatto? Sono condannato. «...Niente. lascia stare.»
Che senso aveva in quel momento preoccuparsi delle conseguenze? Non si era mai preoccupato in vita sua, non avrebbe cominciato ora. Mosse il viso contro il suo come un ragazzino in cerca di attenzioni.
«Sei felice di esserti fidato di me? Ne valeva la pena, non trovi?»

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