Il caso di Richard è l'ultimo che ho seguito,e che mi ha particolarmente colpita. La precisione di non farsi scoprire,il menefreghismo dell'uomo,la sua sfacciataggine e la capacità di manipolatore che permette a Richard di stare primo in classifica.
Ci troviamo nel 1985 in California,Los Angeles,il paradiso in terra.
Diciamoci la verità,chi non vorrebbe vivere in California? Sole,ragazze in costume,spiaggia,gelato,passeggiate,pattini,giri in barca e amici.
Era bellissimo,e chi viveva li era invidiato da tutto il mondo.
Ma si sa,la quiete è destinata a non durare.17 Marzo 1985-Sono Maria Ernandez e sono qui per raccontare la mia storia.
Quella mattina mi ero svegliata molto male,non avevo preso nemmeno un caffè. Corsi a lavoro per venire successivamente sgridata dal mio capo per essere arrivata in ritardo. Pensai ~non potrebbe andare peggio~,ma mi sbagliavo.
Rientrai in casa intorno alle 11.30 di sera. Parcheggiai la mia auto all'interno del garage del mio condominio. Era molto buio quindi mi affrettai a raggiungere la porta della mi abitazione.
Sentivo dei rumori alle mie spalle,però pensavo fosse solo suggestione provocata dal caldo afoso che Marzo porta,ma mi sbagliavo. Venni affiancata da un uomo. Era alto,magro e carino. Aveva i capelli neri ricci,sembrava sudamericano,e mi stava puntando una pistola.
Non riuscì a capire cosa stesse accadendo,neanche il tempo di metabolizzare. Mi sparò di getto,io caddi per terra e poi sentii i suoi passi farsi sempre più distanti. Pensai ~ecco qua Maria,stai per morire e non puoi farci niente~. Sentivo un dolore atroce nell braccio,però mi sentivo cosciente. Mi accorsi che le chiavi mi salvarono da morte sicura,facendomi da scudo facendomi graffiare lievemente nel braccio. Ebbi la forza di alzarmi e correre via. Più lontano andavo più paura sentivo. Avevo paura se ne accorgesse,avevo paura tornasse e mi uccidesse. Sentii uno sparo provenire da dietro,era la mia coinquilina. Fui preoccupata,dovevo tornare indietro e aiutare Dayle. Pensavo che l'uomo sarebbe uscito dalla porta del garage,ma non lo fece. Quando mi rivide fu scioccato. Mi preso di coraggio e parlai a quell'uomo. ~non mi sparerai un altra volta,vero?~ lui rimase impassibile. Sembrava non avere emozioni,non cercò nemmeno di scappare. Abbassò l'arma e poi andò via come se non fosse successo niente.Quella notte perse la vita Dayle Okazaki,la coinquilina di Maria Hernandez. Trovata in un lago di sangue. Le avevano sparato alla testa,al centro.
Non avemmo il tempo per metabolizzare l'accaduto che un altra chiamata arrivava dalla centrale. C'era stato un altro omicidio a circa 1,5 kilometro dall'abitazione di Maria e Dayla.
La ragazza in questione, Tsai-Lian yu,era stesa per strada,ricoperta dal suo stesso sangue. Aveva una ferita nel petto,la fonte del sangue. Era evidente che la ragazza stesse guidando,e che a un tratto si sia fermata per poi venire spinta fuori dalla sua auto,e a suo volta ricevere una pallottola al petto senza un motivo apparente. Non era un caso,le pallottole erano le stesse,calibro 22.-Avevamo un caso particolare fra le mani. Avevamo un assassino,che però aveva commesso due crimini in una sera. Sostanzialmente non si vedono questi,proprio perché qualcosa va sempre storto.
Non trovammo nessuna traccia,non c'erano impronte digitali,però scoprimmo che l'arma usata era una calibro 22,molto comune. Non avevamo piste,sapevamo solo il calibro dell'arma,e non eravamo certi fosse la stessa persona. Andava male,malissimo.
Fortunatamente Maria Herdandez ci fornì un identikit molto dettagliato. Capelli neri,magro e alto circa 180cm. Era Ispanico,lo aveva capito dal colore della pelle.
Esso combaciava proprio all'identikit di un altro caso. C'era stato un tentato rapimento a Pico Rivera,e il sospettato era molto simile alla descrizione dell'assassino.
Ci fu un elemento che mi fece riflettere. Molti criminali provavano piacere nel vedere il dolore,quindi il killer cercava il confronto,voleva vedere la paura prima di compiere l'atto. Questo mi portò a pensare che l'assassino che stiamo cercando sia lo stesso degli altri omicidi.Dieci giorni Okazaki,Hernandez e Yu ci fu un duplice omicidio. Era la casa Zazzara,solo che il caso non era mio ma si altri colleghi. La scena del crimine era macabra,e c'era ancora il recipiente di olio posto sotto la finestra per entrare all'interno dell'abitazione. La casa era sottosopra,e saccheggiata a di qualsiasi bene.
Un uomo era agonizzato sul divano esanime,pieno del suo sangue,con un colpo alla tempia.
La Donna invece era terribilmente triste. Aveva dei tagli nella sua intimità,c'erano segni di abuso,ma il particolare più macabro era che gli occhi gli vennero rimossi dalla faccia.
Non riuscivo a capire il PERCHÈ. Perché proprio gli occhi? Qual era il motivo? Ancora non riuscivo a capacitarmene. Magari lo aveva fissato troppo a lungo,o lo aveva guardato male. Non riuscivo a capire,e mi faceva stare male.Quel caso portò a una svolta. Trovammo un importa,una scarpa. Avevamo una pista.
Nel 1985 il tasso di abusi sui minori era salito esponenzialmente. Si sentivano in continuo le notizie di bambini preso dai loro lettini e portati via dalla loro abitazione per venire violentati e riportati nelle loro abitazioni.
Sapevamo che quell anno non sarebbe stato facile.
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Criminali si nasce o si diventa? -Richard Ramirez
Mystery / ThrillerQuesta storia parla di crimini e dei loro artefici. Può contenere stupri,abusi,violenza e volgarità