CAPITOLO 1 GIORNATA DI CORSA

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Ritorniamo un po' indietro, a quando Niccolò era in tour. Mentre aspettavo il suo ritorno, la mia vita procedeva normalmente con la sua solita routine: lavoro, lezioni di canto, qualche rara uscita con un'amica, passeggiata giornaliera con il mio cane, niente di particolare insomma. Ma un giorno qualcosa di nuovo che non mi sarei mai aspettata avvenne. Ma cominciamo dall'inizio.
E' sabato. Come al solito sto facendo colazione con il mio cappuccino alla vaniglia insieme a Mary e siamo da Starbucks in centro. Siamo comodamente sedute a fare quattro chiacchiere quando vedo entrare un gruppo di ragazzini chiassosi che si dirigono verso di noi, dietro di loro due individui adulti con una grossa macchina fotografica in mano, cercano di farsi spazio tra quei scalmanati.
Ho l'impressione che cerchino proprio me perché tra tante frasi confuse capto alcune frasi dette ad alta voce che riguardano Niccolò. "Lui è qui con te? E ancora "Tu sei la sua ragazza? Facciamoci un selfie" e ancora "Come l'hai conosciuto?" e altre domande che non capisco con le quali mi stanno assalendo. Comincio ad aver paura del loro assalto  e quei due brutti ceffi che li seguono, mi preoccupano ancora di più. Ma cosa vogliono da me?
Sto per essere letteralmente sopraffatta da un'orda di invasati minorenni e me la sto vedendo brutta ma la ragazza del bar che ci ha appena servito al tavolo, capisce la mia difficoltà, si avvicina di corsa indicandomi una via di fuga appena dietro il nostro tavolo. Io e Mary comprendiamo al volo il suo messaggio gestuale e in un attimo varchiamo l'uscita di emergenza. Il piazzale dove ci ritroviamo si dirama in diverse vie e noi  correndo prendiamo il vicolo più vicino.
Percorsi neanche 100 metri sentiamo dietro di noi il rumore di passi di corsa, mi volto senza smettere di correre e vedo i due uomini che seguivano i fans di Niccolò che ci stanno inseguendo. Giriamo ancora al primo incrocio e all'altezza dell'ingresso del primo edificio, Mary mi prende per mano e mi trascina dentro il portone richiudendolo dietro di se. Geniale!
Restiamo in silenzio respirando affannosamente per la corsa, siamo incollate con l'orecchio al portone per capire se siamo riuscite ad ingannare i due fotoreporter. Sentiamo il rumore ritmico dei loro passi superare l'ingresso e perdersi in lontananza ma restiamo ancora un po' senza muovere un muscolo per paura che, non vedendoci, tornino indietro. Finalmente realizziamo di averli seminati e torniamo in strada. A testa bassa percorriamo il marciapiede con passo lesto e per confonderci ci tuffiamo letteralmente tra la gente che affolla il mercato rionale che incontriamo sulla via principale.
Abbiamo preso l'autobus ed ora siamo nel parco del mio quartiere. Qui mi sento finalmente al sicuro, nessuna delle persone che incrocio lungo i vialetti fa caso a me, solo qualche volto conosciuto accenna un sorriso incrociandomi, nell'area giochi le solite mamme che chiacchierano aspettando che i loro bambini si stanchino delle altalene, alcuni adolescenti ridono e fanno chiasso  in piccoli gruppi nei soliti posti di ritrovo più appartati del parco. Ci sediamo davanti al piccolo laghetto delle papere e solo in questo momento tiro un sospiro di sollievo, il parco è il mio rifugio, dopo ogni momento di difficoltà, sin da bambina.
Prendo il cellulare e chiamo Niccolò ma non risponde. Mi richiama dopo quasi un'ora "Hey amò, scusa se non ho risposto ma  stavo facendo le prove e non avevo con me il telefono". Non ho più tutta l'ansia che avevo un'ora fa, così gli dico "Niente amò, scusami se ti ho disturbato al lavoro, ma volevo chiederti se ne sai qualcosa di tutta questa gente che mi chiede di te  e come fanno i fotoreporter a sapere che noi due stiamo insieme. Come è possibile?"
"Io non c'entro nulla Ali, credimi. Penso che sia per via della nostra canzone, il pezzo che abbiamo fatto insieme, non credi? Qualche rivista avrà pubblicato una foto di noi due al pianoforte e buttato là un interrogativo sul nostro rapporto, poi da un'ipotesi, le chiacchiere si trasformano sempre in certezze per quelle riviste da 4 soldi." E io "Ma io non mi sarei mai aspettata di essere assalita dai tuoi fans e addirittura da fotoreporter di gossip, non ci siamo mai presentati a cerimonie ufficiali né frequentato ambienti pubblici". Mi risponde ridendo "Ma come non te lo aspettavi? Lo sai chi sono io?  Stai con il numero 1 e non ti aspettavi nulla di tutto questo?". Rido anch'io "Ma se ti chiami Ultimo? Come puoi essere il numero uno dei cantautori?".
La telefonata va avanti così per un po', Niccolò riesce a tranquillizzarmi sempre, strano per essere quello che ha sempre mille dubbi e altrettante paure. Torno seria e gli dico "Nic ho paura, certo ci ho pensato qualche volta che poteva succedere che qualcuno si accorgesse di noi ma ho sempre sperato di passare inosservata. Io non reggerei un altro momento come quello di oggi". Lui  sospira e mi risponde ancora più seriamente "Se vuoi lasciarmi per questo, io ti capisco".
Resto un attimo in silenzio, il respiro sospeso, non mi aspettavo quello che mi ha appena proposto "No, io indietro non ci torno Niccolò. Ti amo da quando ti ho conosciuto e ti amo anche adesso, da lontano". Lo sento sorridere dietro al telefono, mi dice piano "Non sarà semplice per te ma tieni sempre presente che io sono lì con te e ti amo. Buon viaggio amò!"

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