Da Quanto Tempo

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...Non posso crederci che è davvero lui dopo tutto questo tempo.

Y/N: <Hyu-Hyunjin??> dico strabuzzando gli occhi che diventano lucidi per la felicità.

HJ: <Ci conosciamo per caso?> mi chiede lui squadrandomi dall'alto alzando un sopracciglio con fare interrogativo.

Y/N: <Mi hai dimenticata così in fretta? Ti dice qualcosa Y/N?> gli chiedo con un tono di speranza nella voce.

HJ: <Ommioddio Y/N, quella Y/N??> mi urla in risposta ingrandendo gli occhi.

Annuisco con la testa in risposta mentre alcune lacrime iniziano ad uscire dai miei occhi.

Hyunjin era il mio migliore amico quando abitavo in Italia, ci conoscevamo da quando io avevo tre anni e lui cinque dato che i nostri genitori erano molto amici ma, un paio di anni fa, si è dovuto trasferire a Seoul per frequentare l'università.
Era la persona di cui mi fidavo di più, e lo faccio tutt'oro.
Era il mio spirito guida e il mio angelo custode.
Ha vent'anni, i capelli scuri di un nero pece lunghi fino a metà collo che, ogni tanto, vanno a coprirgli gli occhi a mandorla allungati verso l'esterno.
È molto alto rispetto a me, è un metro e ottanta, mentre io raggiungo a stento il metro e sessanta, perciò gli arrivo circa alla spalla.
Quando eravamo adolescenti, si divertiva ad appoggiare il suo avambraccio sopra la mia testa per usarla come stampella...da lì il mio soprannome divenne nanetta. Io da piccola invece lo chiamavo sempre Hyunny, perciò quel soprannome è rimasto.

HJ: <Dai vieni qui nanetta. Mi sei mancata troppo> Lo vedo aprire le braccia e non ci penso due volte a fiondarmici dentro.

Lo stringo talmente forte che, a un certo punto, sento del colpetti sulla spalla e vedo il viso di Hyunjin diventare rosso dalla mancanza di fiato. Ci stacchiamo dall'abbraccio e ci guardiamo in viso fino a quando lui non proferisce parola.

HJ: <Y/N perché sei venuta a Seoul? Ti annoiavi a stare con i tuoi genitori?> mi chiede con dolcezza. Posso vedere l'innocenza nei suoi occhi.

In quel momento il mio sorriso sparisce e, al suo posto, lentamente, si fanno spazio molte lacrime che creano righe d'acqua sulle mie guance.
Lui mi abbraccia di colpo.
Gli sono immensamente grata di non avermi chiesto il motivo del mio pianto, ma decido di dirglielo lo stesso, dopotutto è come un fratello per me.

Y/N: <I miei genitori sono morti tre mesi fa in un incidente aereo> in quel momento inizio a singhiozzare forte perché pensare ai miei era ancora difficile, è stato un duro colpo per me. Eravamo come dei migliori amici, ci raccontavamo tutto e sicuramente mi mancherà ogni cosa di loro.

Lui rimane spiazzato da questa mia confessione e non fa altro che stringermi più forte tra le sue braccia. Ad un certo punto, sento umido sulla mia spalla, mi giro verso la provenienza di quel fastidio e, vedo che anche il mio migliore amico sta piangendo insieme a me.

Y/N: <Perché stai piangendo?> gli chiedo continuando a percepire piccole goccioline di acqua salata uscirmi dagli occhi.

HJ: <Ti prego perdonami per non esserti stato vicino in quel momento, non so davvero cosa fare per farmi perdonare, ti prometto che da adesso in poi ti starò sempre accanto e ti proteggerò a costo della mia vita>

rimango un attimo spiazzata dalla confessione appena fatta, lo guardo in faccia e gli dò un bacio sulla guancia pronunciando un sflebile 'grazie' al suo orecchio.
Mentre ci stiamo ancora abbracciando, sentiamo suonare la campanella di inizio lezione.
Ci iniziamo ad incamminare verso la porta d'ingresso e, quando entriamo, vedo da subito centinaia di studenti che entrano nelle loro rispettive classi.

Vedo il mio migliore amico allontanarsi ed entrare nella sua classe, il corso artistico, mentre io mi dirigo in segreteria.
Chiedo gentilmente alla segretaria il foglio con il mio orario e, una volta ricevuto, mi inchino in segno di ringraziamento ed inizio ad incamminarmi per i vasti corridoi deserti.
Mentre salgo le scale, dato che la mia classe, la 5D, si trova al quarto piano, cerco di imparare il nome del mio nuovo professore di matematica che, sfortunatamente, ho alla prima ora. Ora mi dovete spiegare con quale coraggio le persone ci obbligano a fare matematica la prima ora del lunedì!!

Arrivo finalmente davanti alla classe del professore Kwon Jiyong tutta affannata per la corsa e, busso alla porta attendendo una risposta per entrare.
Una volta ricevuto un segno positivo, abbasso la maniglia.
Ma prima di riuscire ad aprire la porta, un ragazzo mi viene addosso.

~Credevo mi amassi~ [JUNGKOOK X READER] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora