In the memory of you.

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I suoi occhi sembravano incredibilmente sinceri. Limpidi. 

Ammaliati.

Non avevano mai lasciato quelli di lei mentre una mano le risaliva il fianco. Il busto. La spalla.

La guancia.


Quanto tempo è passato?

Tanto. Troppo.

Quante lacrime sono state versate?

Tante. Troppe.

E tu? Quando ti sei arresa all'idea che non sarebbe tornato?

Mai.


-
  

L'accarezzavano lieve, formando piccoli cerchi sulla superfice lisca della sua pelle, facendole salire dei piacevolissimi brividi lungo la schiena. 

L'altra sua mano andò a posarsi sul fianco, giocando appena con la stoffa consumata della maglietta, mentre faceva l'ennesimo passo verso di lei.

-

Te ne stai lì. Con quella foto fra le mani, ad osservare la felicità di due persone che ormai ti sembrano estranee. 

Una felicità che non avrai più indietro.

Una felicità che era legata a quei capelli rossi e a quegli occhi azzurri capaci, per un attimo, di far smettere di far lavorare il tuo cervello.


-

Il suo respiro si mischiava a quello della ragazza. Gli occhi che continuava a tracciare strade immaginarie su ogni angolo del viso dell'altro. Studiandolo.

Le labbra. 

Le sue labbra sempre più vicine. Desiderabili.

Quelle labbra piene che erano costantemente inarcate in sorrisi ma che adesso seriavano in attesa di quel contatto tanto agognato.


-

Il tuo respiro si affanna quando un braccio ti avvolge la vita e l'uomo dai capelli rossi accanto a te mugola qualcosa sul fatto di tornare a dormire, prima di rigettarsi sul materasso.

L'ennesima lacrima ti sfugge dagli occhi stanchi, coperti dai capelli ormai bianchi.

Quell'uomo con cui hai passato tutta la tua vita non è quello giusto.

E la consapevolezza di questo si abbatte su di te, facendo cadere altre lacrime sulla foto consumata.


-

Il suo cuore batte a mille. Così forte che potrebbe uscirle dal petto.

Così forte che per un attimo teme che possa sentirlo anche lui.

E finalmente.

Come attratte da una calamita, le sue labbra vanno a incastrarsi su quelle di lei facendole credere per un attimo di essere morta.


-

Sei stanca, vero Hermione?

Sei stanca di fingere un amore che non provi.

Sei stanca di dover ricercare un briciolo di felicità nei ricordi di un altro uomo.

Sei stanca di dover illuderti che un giorno lo rivedrai.

E mentre le tue mani, rigate dagli anni, girano la foto, i tuoi occhi incontrano quella scritta.


-

Dopo secondi che paiono minuti. Ore. Giorni.

Anni.

Lui si allontana appena, giusto lo spazio per muovere le labbra e articolare quelle due parole che ti mandano definitivamente in Paradiso.


-

La scrittura confusa. Infantile.

Un modo così infantile per scriverti la ragione della tua vita.

Lo leggi più e più volte, fino a che riesci a immaginare il retro di quella foto anche ad occhi chiusi.

Sospiri e finalmente ti arrendi all'evidenza.

- Ti amo anch'io, Fred.

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