Benvenuti a Samhville

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Nelle piccole città sperdute, i racconti folkloristici non rappresentano solo una forma di intrattenimento per turisti curiosi in calzini e sandali, sono retaggio culturale su cui si basano le fondamenta di queste piccole società. In passato la gente preferiva stanziarsi in luoghi sicuramente agevoli da un punto di vista economico, ma anche la presenza di un ruscello magico, di una grotta del tesoro, di un segno degli dei o la benedizione di un santo giocavano un ruolo importante.
Però il perché la gente avesse costruito a Samhville rimaneva un mistero. Era circondata dal bosco che forniva molto legname, ma arrivarci era estremamente difficile, perfino con le strade moderne, non c'era nemmeno un fiume o una fonte naturale d'acqua nei pressi. A livello di miti c'era qualche vecchia storia di fantasmi, ma niente di spettacolare.
Negli anni novanta c'era stato un gruppo di hippie che aveva giurato di aver visto delle presenze nel bosco, uno di loro era addirittura scomparso, un certo Stuart Jefferson. Dopo che lo sceriffo raccolse le loro testimonianze, affermò che l'unica cosa soprannaturale erano i loro occhi. Le opzioni erano una congiuntivite di massa o un erba di pessima, o forse ottima, qualità. Dipende dai punti di vista. Il caso era stato archiviato, forse questo Stuart nemmeno esisteva.
C'era stato anche quell'incidente al ponte, ma era stata una tragica disgrazia e tutti avevano preferito non parlarne troppo.
Quando Marta arrivò nella piccola bottega della periferia di Samhville , fu pervasa da un odore di incenso dolciastro .
<<È la cannella>>, disse la signora al bancone vedendola arricciare il naso. Aveva i capelli bianchi lunghi fino alle spalle, piccoli occhiali tondi poggiati sul naso aquilino, un volto rugoso  e un sorriso dolce.
<<Come ti può essere utile Miss Winkle piccola?>> Marta si avvicinò porgendo un foglietto sul vecchio bancone di legno <<Avete qualcuna di queste spezie?>>.
La vecchina prese il foglio, le mani le tremavano un po' <<Le abbiamo tutte, ma - si aggiustò la montatura, cercando di mettere a fuoco - dovrò vedere nel retro per la radice di Angelica. Prendi pure una caramella nel frattempo, sono fatte in casa>> , disse sparendo dietro la porta alle spalle del bancone. Marta non aveva notato il grosso barattolo di vetro, pieno di caramelle, chiuse in carta marrone .
Allungò la mano e ne prese una, non avevano mangiato nulla da quando erano arrivati, non che un piccolo dolcetto potesse soddisfarla, ma era meglio di niente. La caramella era appiccicosa al tatto, si capiva che era fatta in casa, il suo colore rosso tendeva al nero, probabilmente era fatta di qualche fiore o bacca selvatica. Marta l'annusò , non aveva un buon odore, anzi le ricordava il ferro, forse era andata a male. Sentì un rumore di vetri rotti provenire dal retro e si precipitò pensando che la donna potesse essersi fatta male .
<<Signora sta bene?>> La ragazza le si avvicinò, controllando che non si fosse ferita.
<<Oh,  devi perdonarmi cara, ma con l'età le mie mani sono diventate di burro>>
C'erano dei vetri per terra, e un liquido rossastro aveva invaso il pavimento.
<<Che peccato, era un'ottima mistura per  le mie caramelle >> Marta avvertì nuovamente quell'odore ferroso , era molto più forte e le stava dando un senso di nausea. Con suo orrore,  si accorse che vi era un dente nella pozza rossa. Nessun fiore e nessuna bacca, quello era sangue. Non disse nulla, cercando di far finta di niente, ma la donna parlò con una voce gutturale, facendole gelare il sangue <<Tanto lo so che hai capito>> . Marta si voltò, Miss Winkle aveva la bocca spalancata in un sorriso mostruoso, i suoi denti erano numerosi e inverosimilmente grandi , dalle sue mani tremolanti stavano spuntando lunghissime unghie nere che non accennavano a fermarsi . La ragazza scappò verso la porta, ma il sangue rimasto sulle scarpe la fece scivolare, sbattendo rovinosamente  la testa sul bancone .
Il mosto dietro di lei rise <<Non penso che farò delle caramelle con te, preferisco divorarti subito>> Con un artiglio le perforò il braccio, intrappolandola per terra. Marta urlò <<Non farlo, ti prego! Non farlo!>> Il mostro si avvicinò al suo viso,  annusandole i capelli , mentre con l'altra mano le accarezzava il ventre <<Sei così giovane e hai questo buonissimo odore di dolore e paura >> il suo alito freddo contro il collo era rivoltante.
Marta capì che sarebbe morta da un momento all'altro. Le avrebbe infilzato il petto e forse sadicamente glielo avrebbe aperto , giusto per vederla soffrire di più, prima di divorarla. Non poteva aspettare ancora. Mentre il mostro continuava la sua degustazione olfattiva , come un sommelier prima di assaggiare un vino pregiato, la ragazza infilò il suo braccio libero nella tasca dei  jeans , recuperando il suo coltellino svizzero . Con un movimento fluido e veloce perforó il collo della creature per due volte , con tutta la forza e la voglia di sopravvivere che aveva.
Miss Winkle aspannó e incrociò lo sguardo della ragazza, i suoi occhi erano pieni di sorpresa e paura , come sicuramente erano stati quelli di tutte le sue vittime precedenti. Questo pensò Marta, affondando una terza volta il coltello nella gola del mostro. La signora riprese le sue fattezze umane, anche l'artiglio conficcato nel braccio di  Marta scomparve.
La donna osservò il soffitto del suo negozio per un' ultima volta, poi sibilò <<Mi dispiace..>>. Il suo corpo prese fuoco, bruciando velocemente. La giovane si allontanò strisciando, mentre con una mano premeva sul braccio ferito . Quando le fiamme si spensero, del corpo della donna non rimase altro se non un mucchio di cenere e un cuore nero . Marta tirò un sospiro di sollievo , prese il cuore e lo ripose nella borsa, poi si mise in macchina . Lasciò la bottega come se nulla fosse accaduto, nonostante le gocce di sangue che cadevano dal suo braccio, raccontassero una storia diversa .
Entrò nella riserva, dove la piccola magione color bianco sporco e dal tetto in legno di quercia, l'attendeva con fare rassicurante.
<<Mary, ho bisogno del tuo aiuto!>> una ragazza dai capelli biondi e ricci uscì correndo dal seminterrato. La squadrò, i suoi occhi azzurri le fecero un check up completo, poi sospirò, gonfiando sproporzionatamente le sue guance rosse <<Non ci posso credere! Arrivo subito.>>

Moths : Orrori di Samhville Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora