Il principe azzurro potrebbe essere caduto in un tombino - 00

67 8 46
                                    









Ci sono cose che non si possono comprare, altre, che non hanno prezzo e altre che... Beh, in ogni caso, Mastercard non potrebbe comprarle. Quindi, zitti.

Ma ci sono delle cose che amo particolarmente nella vita, oltre al colore rosa, ai vestitini corti con le gonne a balze, molto femminili, agli orecchini grandi e allo zucchero filato (badate bene, se non è rosa, non lo voglio! Sono esigente io).

Amo dormire, sognare a occhi aperti e scrivere romanzi rosa, ovviamente.

Ma la meraviglia in cima alla lista è sicuramente dormire.

Il sonno è la cosa più straordinaria che esista al mondo.

Non esiste altra felicità altrettanto grande...

Non rinuncerei mai ai miei pisolini, alla mia dolcissima pigrizia, nemmeno se un bellissimo principe azzurro si innamorasse di me.

Nessuno potrà mai immaginare la felicità smisurata che si prova nel rimanere a casa, con un plaid intorno alle ginocchia e un buon libro d'amore tra le mani.

Il Paradiso è questo, ne sono sicura.

Una volta un mio caro amico mi fece una domanda.

«Grace, qual'è il tuo desiderio più grande? Quello che vuoi realizzare a qualunque costo?». Mi domandò, scrutandomi, con occhi grandi grandi, come il lupo in Cappuccetto Rosso, travestito da nonna.

Lo aveva fatto apposta, lo so. Aveva gli occhi grandi solo per vedere più serie tv su Netflix e leggere più libri. Solo che nessuno avrebbe mai potuto ammetterlo. Stupido lupo. Non avrebbe mai potuto ingannare me, perchè io, in quanto a serie tv da vedere e a occhi grandi, lo batterei subito.

Non sapevo bene cosa rispondere, visto che avevo tantissimi sogni. Allora, sbattei le palpebre e mi guardai bene intorno. Non volevo che qualcun altro mi sentisse.

I sogni sono qualcosa di estremamente prezioso, di fragile, da proteggere, da custodire con cura e, se confidati a orecchie malintenzionate... Beh, meglio evitare.

Eravamo al parco. Quando mi fui assicurata che non ci fossero orecchie indiscrete, ma solo mosche, che svolazzavano qua e là, decisi di parlare.

«Ecco io... Vorrei mangiare quelle crêpes rosa, quelle della Chicons, con la zia Ursula, che munge la vacca disegnata sopra, quelle che da dieci anni, ormai, nessuno produce più. Sono introvabili», dissi, tristemente, abbassando il capo, sinceramente dispiaciuta.

Jasper mi lanciò un'occhiataccia, allibito, come se il mio discorso lo stesse infastidendo, in qualche modo.

«Non puoi dire sul serio... Fai la persona seria, dai...».

«Sono serissima! Perché quando parlate di sogni, volete tutti sempre cose difficili e impossibili da trovare?».

«Perché vogliamo essere felici...». Sbottò lui.

«Io sarei felice con quelle crêpes». Ribattei.

«Non hai capito cosa voglio dire, Grace... Se potessi esprimere un desiderio, uno vero... Qualcosa che ti renda felice davvero, ma felice per davvero... Che cosa vorresti?».

«Te l'ho appena detto», strinsi le braccia contro il petto, quasi infastidita.

«Lascia perdere...», scosse la testa, sembrava si fosse offeso. «Con te è inutile parlare», aveva aggiunto.

«Perchè reagisci così?».

«Perché pensi solo a scherzare».

«Non è vero», replicai, seria.

«Qualunque altra ragazza avrebbe risposto che avrebbe voluto il grande amore, il principe azzurro o una carriera di successo o vincere alla lotteria...», continuò lui, agitando le mani, contrariato.

«Beh, questi non sono i miei desideri... Io voglio riposare e scrivere tanti libri d'amore... Vedi... Il problema di tutte queste ragazze è che... Sono cresciute insieme a Cenerentola, alla Bella e la Bestia, a Jasmine...».

«E allora?».

«Allora, tutto questo zucchero... Questo amore da fiaba, così bello... E' solo una favola! Le principesse hanno rovinato la vita alle giovani ragazze... Facendo credere loro cose che non esistono».

«Parli così perché non sei mai stata davvero innamorata...». Il tono di Jasper si era fatto più acceso, sembrava infastidito dal mio discorso. Scosse la testa e agitò la mano per scacciare una mosca, che gli si stava per posare su un orecchio.

«Come puoi dirlo?».

«E se domani arrivasse un ragazzo che ti ama, uno molto simile al principe azzurro e ti dichiarasse il suo amore, cosa risponderesti?». Mi domandò con aria di sfida.

«Che voglio riposare, ovviamente e mangiare tanto zucchero filato rosa». Gli feci l'occhiolino e lui scosse la testa con disappunto.

«Okay, lascia perdere», disse, con tono di resa. Il mio amico mi sembrò improvvisamente triste.

Ma io credo nei miei sogni, credo anche nel principe azzurro, ma... Forse ha smarrito il suo cavallo o è caduto in un tombino, quindi... Perchè sperare? Meglio riposare che ha tanti benefici...

E poi, io non sono una principessa...

Non lo sono mai stata, ma una dormigliona compulsiva, sì.

Quindi, se amate una persona, se davvero la amate tanto come dite, beh... Lasciatela riposare!



Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.






La sindrome del principe azzurroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora