OneShot

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Scusate del ritardo e della lunghezza in commentabile della storia, sono una logorroica di merda. Ancora auguri al best protagonista della vita, anche se in ritardo <3

Una volta e mezza: l'unità a cui viene aggiunta la sua stessa metà, peggiore o migliore con qualcosa in più.

Eren non è in grado di dire quante volte abbia sentito quell'espressione: fare le cose una volta e mezza in più degli altri per raggiungere lo stesso obiettivo, dire le cose una volta e mezza di troppo e spesso a vanvera, innamorarsi una volta e mezza o essere lasciati una volta e mezza più in fretta del resto del mondo, fallire una volta e mezza in più. Tanti contesti, tanti verbi e tante finte consolazioni che non significano niente perché, francamente, Eren è una volta e mezza meno di chiunque.

Non che in fondo ci sia qualcosa di male ad essere un disastro, anche se agli esseri umani la mediocrità fa schifo come se essere meno che eccellenti fosse una colpa mortale; Eren non ci trova niente di vergognoso nella mediocrità, ma nel suo essere una volta e mezza più mediocre di tutti forse non è capace di essere onesto con sé stesso. Anche se da bambino è sicuro che fosse molto più ambizioso, sempre che diventare un insegnante di matematica come sua madre fosse considerabile un ambizione per un bambino di sei anni; peccato che Eren in matematica sia mediocre una volta e mezza in più e aver abbandonato l'idea di insegnare sia stata la scelta più saggia della sua vita.

Aver abbandonato l'università forse era stata la scelta una volta e mezza meno saggia, ma continuare una facoltà in cui era il più mediocre dei fuoricorso non aveva alcun senso se non far spendere soldi inutili ai suoi genitori; in fondo su tre figli un fallimento era accettabile, Zeke e Mikasa equilibravano una volta e mezza la sua mediocrità e bastavano loro ad attirare i complimenti di tutti i parenti e amici dei suoi. Eren si è semplicemente messo la testa in pace da tempo: è una persona mediocre, senza nessun talento in cui eccellere e che, probabilmente, avrebbe finito per passare la sua vita tra lavoretti part-time e il cuore spezzato ogni volta di una volta e mezza.

Per questo gli riesce difficile credere di aver attirato l'attenzione di Levi, lui che è l'esatto opposto della mediocrità ed è una volta e mezza in più; soprattutto è difficile credere a qualcosa che vada oltre l'attrazione fisica e, in fondo, Eren se l'aspetta che l'altro prima o poi finirà per dissolversi come il fumo di un falò di fine estate.

***

"Eren, mi dai retta per una volta?"

Allunga la mano accanto a Zeke per fregargli i pop-corn caramellati, guadagnandosi un'occhiataccia che fa sbuffare Mikasa per la poca considerazione che le sta riservando; i capelli gli si infilano negli occhi scivolando dal codino e sono talmente fastidiosi che certe volte vorrebbe prendere un paio di forbici e tranciarli dal nervosismo, se non sapesse che se ne pentirebbe due secondi dopo.

Poche cose Eren considera belle di sé e di certo i suoi capelli occupano il primo posto nella classifica, anche se sono la parte più mediocre del suo corpo, lisci come spaghetti, sottilissimi e assolutamente aridi; però gli piacciono i suoi capelli, sono una volta e mezza più lunghi di quelli di tutti i ragazzi che conosce e sono una volta e mezza più suoi. In un certo senso sono una parte davvero poco mediocre del suo corpo e per quanto Levi possa dirne del fatto di ritrovarseli ovunque, anche nei vestiti appena puliti dalla lavatrice, Eren lo sa perfettamente che anche l'altro impazzisce per i suoi capelli.

"Guarda che ti do retta! E Levi non ha cinquant'anni, ne ha trentaquattro... e poi scusa, anche mamma e papà hanno quasi dieci anni di differenza, non mi pare..."

"Ma chi se ne frega di quanti anni ha, proprio con il tutor del dottorato di Jean?"

"Guarda che l'abbiamo scoperto ieri anche noi"

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