out with the old, in with the new

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Una stagione di Formula 1 senza Lewis Hamilton sulla Mercedes è una cosa che tutto il mondo non vedeva l'ora che arrivasse. Non perché Lewis non sia amato e ben voluto dalle persone ma perché, come spesso accade per i grandi campioni, ad ogni tifoso corrispondono due avversari. Il clima nel box Mercedes è sempre ottimo: ognuno sa qual è il suo posto, tutti lavorano assiduamente per arrivare ad un obiettivo comune, ossia vincere. Lewis Hamilton o meno, questo è lo scopo che manda avanti tutta la scuderia. Poche chiacchiere. Tanti fatti. Grandi risultati. È questa la mentalità Mercedes, se anche una sola persona non è concentrata sulla vittoria allora non si va da nessuna parte. Per la Mercedes non esiste un'opzione alternativa al gradino più alto del podio, o si arriva primi o tanto vale fare le valige e tornare a casa.

Il paddock pullula di persone come ogni volta che inizia il weekend di gara e le attenzioni di tutto il mondo sembrano concentrate solamente sul box Mercedes. Non tanto per cercare di carpire qualche segreto sulla nuova monoposto che oggi scenderà in pista per la prima volta senza il suo amato Lewis Hamilton. A sostituirlo, contro ogni pronostico, è arrivato Max Verstappen.

Il mondo dei motori dava quasi per certa la firma di George Russell con la Mercedes ma invece tutti sono rimasti attoniti davanti alla notizia ufficiale dell'arrivo di Max Verstappen nella scuderia più forte e temuta di tutta la griglia. A Josefine quasi non andava di traverso la colazione quella mattina, quando, sdraiata scompostamente sul divano di casa con una tazza di thè in mano, il notiziario ha annunciato il nuovo pilota delle frecce nere.

Si era immediatamente catapultata in camera da letto, aveva acceso le luci e, smartphone alla mano, si era gettata sul letto dove Lewis stava ancora dormendo beatamente. "Tu lo sapevi?" aveva quasi urlato all'ormai ex pilota mettendogli il telefono davanti alla faccia.

Lewis aprì a stento gli occhi, infastidito dall'improvvisa quantità di luce nella stanza a disturbare il suo sonno. "Cosa?" chiese inizialmente a Jo e, dopo aver messo a fuoco la notizia sul cellulare della ragazza, si stropicciò gli occhi e si mise una mano sulla fronte. "No, non me ne importa niente" rispose brusco.

Jo alzò gli occhi al cielo, sbuffò sonoramente e rilassò i muscoli tutti insieme, ancora a cavalcioni su Lewis avvolto per metà dal lenzuolo grigio scuro. "Non è possibile che tu non sappia niente" continuò, nonostante l'espressione sul viso di Lewis fosse già abbastanza contrariata.

Lewis prese un profondo respiro e cercò di incanalare tutta la pazienza che aveva in corpo per non inveire contro di lei. "Seriamente mi hai svegliato come se fuori ci fosse l'apocalisse per parlarmi di Verstappen?" domandò senza troppi giri di parole, la mascella contratta ed il pugno chiuso talmente forte da provocargli una smorfia di dolore, che però trattenne dentro di sé per non darlo a vedere.

Lei non rispose e si limitò ad alzare le braccia in segno di resa, anche se il suo sguardo era ancora sul suo telefono, dove gli occhi guizzavano da una parte all'altra dello schermo per leggere tutte le informazioni possibili riguardo al nuovo acquisto della sua scuderia. "Scusa, non volevo spaventarti" disse dopo qualche minuto.

Lewis mosse le labbra per dire qualcosa in risposta ma dalla sua bocca non uscì alcun suono, in quel momento sembrava che non volesse nemmeno incrociare gli occhi di Jo. "Ti aspetto di là" disse Josefine in tono neutro mentre gli lasciava un leggero bacio all'angolo della bocca, le labbra contro la pelle di Lewis a formare un sorriso.

Lui rimase ancora per una manciata di minuti a letto a fissare il soffitto, come se contemplare un punto indefinito potesse in qualche modo aiutarlo a liberarsi di quella punta di fastidio che aveva provato nel leggere le parole Verstappen e Mercedes nella stessa frase.

Josefine era elettrizzata all'idea di lavorare con Max, sprizzava felicità da tutti i pori e glielo si leggeva in faccia ogni qual volta si nominava la stagione imminente di Formula 1. Aveva adorato stare nel box Mercedes l'anno prima al fianco di Lewis, ad apportare modifiche alla sua macchina e a festeggiare sotto il podio per le sue vittorie. Non si dimenticherà mai la celebrazione del suo decimo titolo ad Abu Dhabi, il bacio in mondovisione ed il discorso strappalacrime che aveva fatto lui prima di abbandonare per sempre il suo sedile. Ma era altrettanto felice di poter iniziare una nuova avventura, specialmente con l'astro nascente della Formula 1.

Max è sempre stato bravo e ha sempre – o quasi – condiviso il podio con Lewis Hamilton pur non avendo la macchina migliore. Saperlo invece nella scuderia più forte e con i mezzi adeguati potrebbe davvero essere l'occasione giusta per fargli vincere il suo primo titolo mondiale.

Ed è con questo pensiero che guarda il Gran Premio con le cuffie sulla testa e non stacca gli occhi dal suo computer che continua a inviarle dati che cambiano ogni giro che passa. Max è secondo, davanti a lui Valtteri Bottas – suo compagno di scuderia – è il leader del Gran Premio da più di metà gara. Mancano pochi giri alla bandiera a scacchi e le chance per superarlo sono sempre meno. Il distacco è di poco più di due secondi tra le due Mercedes e Max non ha intenzione di mollare questa occasione di vincere il Gran Premio.

"Quanto manca?" la voce affannata del pilota olandese riempie le cuffie di tutti quanti. "Due giri, due giri Max" ripete il suo ingegnere di pista. "Valtteri è a 1.9 secondi" continua subito dopo e in tutta risposta si sente un sospiro di Max. "Non dirmi più niente. Lasciami guidare. Da solo" sono le ultime parole dell'olandese prima di chiudere definitivamente il canale radio e concentrarsi sulla sua impresa.

In altre circostanze, Jo avrebbe sorriso sentendo quelle parole di Max, ma ora non riesce a fare nulla perché tutto il suo corpo è in tensione. La richiesta di Max dà i suoi frutti e l'olandese taglia per primo il traguardo, seguito a ruota dal suo compagno di scuderia lontano da lui solo alcuni decimi di secondo. L'intero box Mercedes è in delirio e tutti quanti si stanno abbracciando, lasciandosi andare in urla liberatorie.

"Grazie ragazzi, la macchina era perfetta" commenta Max una volta sceso dal podio scambiando vigorose strette di mano a tutti gli ingegneri e meccanici presenti nel box, compresa Josefine. "Tranquilla, non ti farò sentire la mancanza di Lewis" scherza l'olandese con un'occhiolino rivolto alla ragazza. Jo sorride e lo stringe amichevolmente in un abbraccio. "Sei stato bravissimo Max" si complimenta per la sua gara sorridendogli dolcemente e dandogli una pacca sulla spalla. "Faremo grandi cose insieme, Jo" la congeda Max con un mezzo sorriso stampato sul viso, la sua classica espressione che ormai tutto il mondo ha imparato a conoscere.

Da solo nel suo appartamento a Monaco, Lewis Hamilton si ritrova a vedere la gara per la prima volta da spettatore. Lui è abituato a fare la Formula 1, non a guardarla sul divano di casa. Ed è proprio quando Max Verstappen taglia il traguardo per primo che si blocca davanti alla televisione, immobile e quasi apatico. "Ingrati" pensa tra sé e sé mentre vede tutti i tifosi acclamare il nuovo pilota Mercedes.

Fino all'anno scorso era lui che acclamavano, non Verstappen. C'era lui dentro la macchina più forte, la più temuta. Non Verstappen. Era lui che spruzzava lo champagne dal gradino più alto del podio, non Verstappen. A lui facevano i complimenti per la vittoria, non a Verstappen. Lui abbracciava Josefine finita la gara, non Verstappen.

Fino all'anno scorso lui era felice, appagato, al settimo cielo. Ora c'è qualcosa che non va. Sente un vuoto, come una voragine nel petto che diventa più grande ogni momento che passa. Non pensava che si sarebbe sentito così dopo il ritiro dalle corse e non sa cosa fare. E, per Lewis Hamilton, non sapere cosa fare è una sensazione completamente nuova alla quale non è per niente abituato.





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pazzia, perché sono cancro e ho 738291 personalità
alla fine lo so che mi amate lo stesso anzi forse mi amate proprio perché siamo in tante qua dentro il mio cervellino
non chiedetemi di reckless, da venerdì scorso non faccio altro che pensare a Lewis perciò non potevo ignorarlo, cercate di capirmi
aspetto feedback qui e su Instagram (nowhereissafe_)

p.s. non chiedetemi quando pubblicherò il prossimo capitolo perché mi conoscete e io seguo solo una regola: niente regole 👑
quindi quando riuscirò scriverò, altrimenti mi viene l'ansia e mollo tutto

blessed

STRAYEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora