lingerie di pizzo:

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⚠ testo abbastanza esplicito ( il titolo fa intuire di cosa si parlerà ) il lettore è stato avvisato.


Il suo cuore perse un battito quando incrociò quegli occhi dorati. Sembravano spiccare come fari in mezzo alla folla. La stretta di una mano grande e avida sulla coscia lo costrinse a rivolgere suo malgrado lo sguardo su un' altro paio di occhi, che non avrebbero mai potuto essere altrettanto belli. È come quando guardi un tramonto talmente magnifico, che il resto della vita ti sembrerà per sempre squallida e grigia. " ci sei? " una voce irritata gli fece ricordare che quella mano era del suo cliente, che doveva sorridergli, fare come diceva, che era entrato in quella discoteca da già due ore probabilmente e il pensiero che ne restavano ancora troppe gli fece venire voglia di vomitare. Un fulmine gli attraversò il cervello, scatenandoci un tornado. Husk era lì. Perché diamine Husk era lì? Si erano guardati negli occhi. Husk lo aveva davvero guardato negli occhi? Perché era lì? Si erano guardati negli occhi. Husk sapeva che era lì. Pensò che indossava un vestito piuttosto scollato, pieno di pailette luccicanti e con due grandi spacchi sulle cosce. Gli sarebbe piaciuto? Voleva che il gatto lo desiderasse e allo stesso tempo non lo voleva. Gli balenò nella mente di mettersi in piedi su un tavolo e gridargli: " hey, sono qui ! " si frenò in tempo.

Lo sguardo di quello schifoso pretendeva la sua attenzione. Cercò di ricordarsi che i suoi soldi non facevano altrettanto schifo. Gli sorrise. Husk sapeva che lui era lì. Se non avesse fatto abbastanza soldi Val. lo avrebbe ucciso. Husk era lì. Era davvero lì e si stava avvicinando. Che diavolo ci faceva lì?! Si stava avvicinando sempre di più. La paura per come avrebbe reagito e quanto sarebbe stato insoddisfatto il suo cliente gli attanagliarono lo stomaco. Il demone era almeno tre volte più alto, con delle corna che sicuramente lo facevano incastrare nelle porte ogni volta. Gli buttò le gambe in grembo e si avvinghiò al suo petto. Sembrò soddisfatto mentre lo prendeva per la vita. Husk non gli avrebbe mai permesso di fare qual cosa per obbligo. Lo riteneva un' atteggiamento rivoltante. Si era ripromesso di riuscire ad interiorizzare anche lui quel concetto, ma non riusciva ad arrivarci. I soldi sono soldi. È un business. È solo un business. Si sporse in avanti, consapevole che la scollatura sul petto si sarebbe abbassata. Come da copione, gli occhi dell' altro non furono più in grado di guardare altrove. Sentì una terza figura avvicinarsi al morbido divano su qui erano seduti. Iniziò a mordicchiare il collo del demone dalle corna esagerate.

Era dietro di lui. lo stava fissando. Sentiva i suoi occhi addosso. Non ebbe il coraggio di girarsi. Si strinse ancora di più al petto del cliente. Aspettava una reazione. Lo stava sfidando. Voleva sapere cosa sarebbe successo dopo. Aveva paura di cosa sarebbe successo dopo. Quando faceva una cazzata il dopo non era mai qual cosa di buono. " gattino, aspetta il tuo turno. Sparisci. " seguito da una ulteriore forte stretta alla vita. Forse anche troppo forte. Prese coraggio. Si voltò. Era lì, a fissarlo con occhi severi. Perché era venuto fino a lì? Per sgridarlo? Per metterlo in ridicolo? Per fargli sapere che comportamenti del genere sono disgustosi? Lo trovava disgustoso? " sì gattino. Tranquillo, arriverà anche il tuo turno, ma ora sono un po' impegnato. " gli uscì di bocca con un tono più arrogante di quanto volesse.

Uno strattone lo fece ritrovare in piedi in meno di un secondo. La presa sul suo braccio, che lo stava trascinando da qualche parte in mezzo alla folla non sembrava avere la minima intenzione di mollare. Quando furono vicino ad una parete dove la gente non fosse ammassata o stesse limonando, riuscì a liberarsi. " ma si può sapere che cavolo vuoi?! " lo stava fissando ancora con quello sguardo inflessibile. Non solo osava rovinargli la serata e di conseguenza metterlo nei casini con Val. ma non lo degnava nemmeno di una spiegazione?! " allora?! " iniziò davvero a perdere la pazienza. Ancora nessuna risposta. " che c' è, non ti sta bene che faccia il mio maledetto lavoro? Vuoi tenermi al guinzaglio Husky? " l' ultima parte gli fece spuntare un ghigno malizioso sul viso. " preferivi passare altre ore infinite con quel viscido schifoso? E poi cosa? Ti saresti fatto andare bene che la mano scendesse un po' dalla vita, ti saresti fatto portare in una camera e avresti lasciato che ti scopasse fregandosene altamente di quello che pensi, e poi ti saresti svegliato per l' ennesima volta in un letto vuoto sperando di trovarci qualcuno a qui importa davvero di te prima o poi, vero?! " probabilmente la cosa più odiosa era che fosse la verità.

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