Prologo.

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Lo volete sapere? Non mi interessa di voi grandi valorosi, di chi ha il suo nome scritto alla fine delle citazioni angoscianti che parlano di eventi eroici e ci fanno riflettere sul senso della vita.

A me importa di chi combatte in silenzio, di chi non ha bisogno di vedere il suo volto apparire in TV o sulle magliette per sentire la necessità di cambiare le cose.

I veri eroi non sono quelli che tutti elogiano, sono quelli che continuano a vivere nonostante tutti li emarginino. Ecco dove sta il coraggio: nello stare soli.

È facile salvare un bambino che è caduto in un lago, più facile del sostenere una persona che cerca di non togliersi la vita perché ha perso tutto.

Nessuno di voi è migliore di me o di chiunque altro al mondo, siamo tutti qui, eventi grandiosi accadono a chi ha una fortuna grandiosa, come eventi tragici accadono a chi ha una fortuna tragica.

Esiste buono e cattivo? Probabilmente sì, ma di sicuro non esiste eroe e comune mortale, cattivo giusto o cattivo sbagliato.

Quanto è migliore un militare che uccide un bambino per la patria rispetto a un uomo che ne uccide un altro?

Quanto sono peggiori gli assassini da chi ti spinge al suicidio senza che nessuno lo sappia?

La morte è la morte e la salvezza è la salvezza, non ci sono discorsi affini capaci di reggere una qualunque teoria tirata fuori dal biglietto trovato in un cioccolatino.

Nessuno di noi è o sarà mai capace di poter dire "l'ho fatto perché l'ho fatto", facciamo tutto per avere qualcosa in cambio.

L'altruismo è un gesto egoista, forse uno dei peggiori. Quanto vi sentite soddisfatti quando donate quella maglietta pagata un'eresia e indossata una volta ai più bisognosi? Quanto vi ci vuole a togliervi dalla faccia quel ghigno di soddisfazione quando portate un po' di cibo avanzato al canile?

Non siete l'eroe di nessuno, lo siete solo di voi stessi, e allora smettete di sorridere e di sentirvi la coscienza a posto quando ve lo ricordate, così avvertite il bisogno di fare di più. Che potete fare? Donare qualche spicciolo in più quando andate a messa per ringraziare il vostro Creatore per essere più fortunati, perché vi piace essere così?

Quanto ci godete quando aiutate un anziano a portare la spesa in casa o a mettere il suo bagaglio in alto nel treno? Quando vi dice che siete delle brave persone, dolci e altruiste, quanto riempie il vostro orgoglio?

Ma questo sentirsi eroici non vi impedisce di calpestare i vostri simili, no? A nessuno di voi è servito impegno per impedirmi di essere ciò che ero o che sarò mai, eppure quel ghigno di soddisfazione lo avevate sempre, anche quando cadevo a terra e non riuscivo ad alzarmi.

Questo come vi fa sentire? Eroici o carnefici?

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