Quel giorno il vento portava un'aria diversa. Sentivo chiaramente l'avventura che si avvicinava ma non sapevo da che parte sarebbe arrivata.
Mi svegliai nel mio piccolo castello in mezzo alla foresta. Appena aperti gli occhi la prima cosa che vidi era il ghiaccio che formava le pareti della stanza.
Scesi da letto, con i capelli arruffati e il vestito stropicciato.
Appena alzata passai le mani sui capelli mettendoli in ordine.
Mi stiracchiai un po' per poi ammirare il panorama dalla finestra. Intorno al castello la foresta incantata manifestava la sua bellezza.
Vidi avvicinarsi Honimary a passo svelto. Sospirai, il popolo del sole aveva bisogno di me.
Mi guardai in una lastra di ghiaccio, con un movimento della mano mi cambiai d'abito.
Il vestito bianco neve fu sostituito da uno azzurro ghiaccio.
Amavo questo lato della magia.
Scesi rapidamente dalle scale, a piedi nudi e raggiunsi in fretta la mia vice alle porte del palazzo.
"Buongiorno altezza."
Sospirai accogliendo la ragazza nel mio palazzo. "Non sono più regina, lo ricordi?" Honimary sorrise annuendo.
Nel suo sguardo si accese una scintilla.
"Vost...volevo dire tua sorella ti aspetta a palazzo per fare colazione con te." Mi ero scordata di aver detto a Kari, anzi alla regina Kari che sarei andata al palazzo per colazione
"Vero, ci vediamo dopo Honimary"
La ragazza ricambiò il saluto sorridendo. Aveva un sorriso che riusciva a scaldare persino il mio cuore ghiacciato.
Andai verso il fiordo. Attraversando il villaggio tra i saluti del popolo del sole.
Dovetti prendere molti impegni per poter scappare da loro e andare a richiamare il cavallo.
Il mio fischio attirò l'attenzione di Kjall che mi galoppò intorno prima di diventare di ghiaccio.
Gli saltai in groppa e, accarezzandogli la criniera, gli diedi l'ordine di portarmi al galoppo fino ad Isriekt.
La velocità che raggiungeva Kjall faceva arrivare sul mio viso le goccioline d'acqua spostate dal vento.
Arrivati sul fiordo scesi agilmente dal cavallo che sparì, tornando in acqua.
Attraversai il paese diretta al castello. Anche ad Isriekt c'era aria di novità.
I cittadini mi salutarono con affetto, nella mia mente mi spuntarono le loro espressioni spaventate quando scoprirono dei miei poteri...
Dovetti scrollarmi via quell'immagine dolorosa dalla mente per poter raggiungere il palazzo.
Da quando Kari era divina le porte non sono più state chiuse, nemmeno con la pioggia.
La sua ossessione per le porte aperte stava danneggiando il castello e la salute mentale delle domestiche che dovevano pulire i residui delle intemperie.
Ma nessuno osava andare contro la regina, apprezzavo la cosa.
Raggiunsi la sala da pranzo dove Kari e Isak erano pronti per la colazione che ancora non era servita.
"Scusate il ritardo." Dissi mentre mi sedevo accanto a mia sorella.
"Non sei in ritardo." Disse sorridendo la regina "Come vanno le cose alla foresta?" Isak ridacchiò.
"Kari ci siamo viste ieri... Non ci sono novità." La colazione fu servita.
In coro ringraziammo.
"Giusto, è che ci vediamo così poco..." Nella sua voce c'era un velo di tristezza.
"Tesoro avete entrambe un regno da gestire." Il tono del re era dolce.
"Il mio non è proprio un regno..." Ricordai timida mentre pulivo la frutta.
"Ti hanno scelta per guidarli." Disse Kari sorridente come sempre.
"Sono impazziti." Mi misi a ridere piano. Quando notai che i regnanti mi stavano guardando smisi immediatamente di ridere.
Il nostro momento finì presto, interrotto dal generale Mattias che chiese il permesso di parlare.
"Mattias non devi chiedere il permesso. Comunque sì dicci pure." Il sorriso di Kari non si spegneva mai. Mi chiesi come facesse.
"Vostra maestà è giunta sulla spiaggia una persona, la stanno portando qui." La regina guardò il marito preoccupata. "Bene" disse alzandosi "Linn tu finisci pure la colazione. Isak andiamo."
Gli ordini della dolce regina vennero eseguiti immediatamente. Mi misi a mangiare la frutta.
Nella stanza ero sola e mi chiesi se fosse questa la novità che sentivo nell'aria.
Finita la frutta decidi di alzarmi per andare a vedere cosa stesse succedendo nella sala del trono.
Aprii piano la porta vicino ai troni sperando con tutto il cuore di non disturbare il colloquio.
Le prime parole che sentii dalla sala furono "Cercavo lei." Chiusi la porta alle mie spalle. Mi avvicinai piano ai troni.
La osservai, i cappelli rossi e riccissimi erano ricoperti di sabbia. Il volto era sfregiato da una cicatrice che le attraversava l'occhio sinistro.
Non sapevo cosa di quella ragazza mi stava così incantando, il mio sguardo non si staccava da lei.
In poco ci spiegò il problema della sua isola. Nella mia mente vidi il mio fiordo, quello che era il mio regno ricoperto del ghiaccio che avevo provocato.
Abbassai la testa sentendo il peso della colpa.
Kari la mandò con Mattias in una delle stanze degli ospiti, in modo che potesse sistemarsi.
Appena Isla fu fuori dalla sala del trono la regina si voltò verso di me.
"La aiuterai?" Mi chiese Kari preoccupata "Certo. Ora vado da lei."
Non le dissi null'altro e lasciai mia sorella e suo marito soli.
Nella mia testa mille dubbi e domande mi scorrevano in testa.
Incontrai Mattias in corridoio. "Generale." Dissi interrompendo i pensieri del generale. "Mi diresti dove hai sistemato la regina Isla?"
"Nella stanza accanto alla vostra." Mi fece piacere anche se non dormivo in quella stanza da un bel po' di tempo.
Lo ringraziai tanto e raggiunsi, quasi di corsa, la stanza in cui era sistemata la regina.
Davanti alla stanza esitai.
La porta, dipinta di bianco con i soliti disegni azzurri, mi sembrava un muro.
Altri dubbi su sommarono ai primi. A partire dal semplice "E se non volesse vedermi?" Alla fine scacciai quei brutti pensieri e bussai alla porta.
Dopo pochi secondi Isla aprì la porta. "Oh Linn." Il suo tono era dolorosamente sorpreso. "Ditemi." Il suo tono informale era in contrasto con le condizione dei suoi abiti e dei suoi capelli.
"Per favore diamoci del tu." Chiarii subito le cose alzando una mano. "Volevo chiedermi di parlarmi della tua isola." La regina si perse a fissarmi e quando se ne rese conto spostò lo sguardo e mi fece entrare nella stanza. Rimasi al centro, imbarazzata.
"È diventata un'isola di ghiaccio." Le lacrime le riempirono gli occhi "So che tu hai famigliarità con il ghiaccio ma tutti quelli che si trovavano lì si sono trasformati in statue di ghiaccio."
La corazza che stava provando a mostrare si incrinò fini ad arrivare quasi a rompersi.
Abbassò lo sguardo cercando di non mostrasti debole. "Capisco." Dissi guardando la cicatrice che la regina portava sul volto. Mi chiesi, inevitabilmente, come se la fosse causata. "Ti aiuterò. Appena avrai recuperato le forse andremo sull'isola." Il mio tono era fermo, il suo sguardo tremolò ma non crollò.
Sussurrò un ringraziamento abbassando lo sguardo di nuovo.
Le sorrisi e la lasciai sola.
Una volta fuori dalla stanza mi appoggiai alla porta mi chiesi cosa mi fosse saltato in mente.
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Regine
FanfictionIl destino è considerato una cosa personale oppure una cosa che si condivide con le persone che si incontrano. Per Isla è una meta che deve raggiungere con la lotta. Però non può non essere grata al destino per aver intrecciato la sua storia con que...