capitolo ventuno

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.Il coniglio.
Però il momento tranquillo su quel ponte non durò poi così a lungo e il motivo della sua fine fu proprio il nome che portava quel ponte.
Qualcosa fece rumore di colpo, come se qualcuno sotto di loro si stesse muovendo e i due ragazzi si guardarono attorno allarmati.
'Sembra che qualcuno..' iniziò a parlare Gheil muovendo la testa per guardarsi attorno in maniera quasi frenetica.
'Si stia arrampicando' finì la frase Robin e rapidamente si affacciò dal ponte di mattoni seguito a ruota dal riccio.
Non notando nulla andò dal lato opposto e, come temuto, vide un terribile troll.
Si stava arrampicando lungo gli alti sostegni del ponte con estrema facilità e si leccava già i baffi all'idea di poter mettere quel buon pasto tra i denti.
"Gheil" parlò Robin senza guardarlo "Di qua"
Ma il ragazzo non rispose, quasi come non fosse più li e Robin si voltò preoccupato.
"Il troll sta salendo di qua" disse voltandosi ma non appena lo fece Gheil gli arrivò addosso.
Stava indietreggiando, spaventato da qualcosa che si trovava sul ponte adesso.
Robin deglutì nervosamente con la paura di osservare dove l'amico stava osservando.
"Ah si?" parlò Gheil con una vocina più sottile del solito, piatta a causa della forte paura "Qua è già salito invece" finì indicando quella grande creatura di fronte a loro.
Finalmente anche Robin lo guardò e fece per indietreggiare, seguito naturalmente a ruota dal ragazzo, ma battè con le spalle contro ciò che più temeva.
Si voltò e fu certo di essere giunto al giorno della sua morte quando notò gli altri due troll alle sue spalle.
"Guardate" parlò uno di loro con un vocione che entrambi sentirono fin dentro le ossa.
"È arrivata la cena" finì e tutti si leccarono i baffi.
"Giuro che non lo dirò mai più quando vedrò un coniglio" disse Gheil in un sussurro rivolto a Robin che si ritrovò a ridere un po' per il nervoso un po' perché divertito.
Non si capacitava di come il quel momento Gheil trovasse la forza di scherzare ma forse era solo il suo modo di reagire.
"Che facciamo adesso?" sussurrò ancora quando i tre si avvicinarono "Questo non è il momento in cui di solito a te viene un'idea brillante?" lo guardò ancora speranzoso.
"Di solito si" disse nervosamente Robin che di pensare non ne trovava neanche la forza.
Sentiva il cervello spento, non riusciva ad avere nessun tipo di idea e tutto ciò era così frustrante.
"Di solito..." sussurrò Gheil "Bene.." disse ancora rassegnato.
Poi però fece un passo avanti, senza sapere bene cosa fare.
Ma di certo se Robin non aveva idee doveva prendere in qualche modo in mano la situazione lui e con le parole era sempre stato bravo.
"Allora" disse di colpo e attirò con una sola parola l'attenzione di tutti e tre, anzi di tutti e quattro contando Robin.
Lo guardavano come fosse un maiale che ruotava sul fuoco, in attesa che fosse cotto, e Gheil sperò di essere cotto il più tardi possibile, a costo di bruciare per sempre nel fuoco sopra il quale lo stavano cuocendo con gli occhi.
"Io e il mio amico vorremmo sul serio esservi da cena, dico davvero" prese a parlare mettendo una mano sul petto, quasi come toccandosi il cuore per mostrargli che le sue parole uscivano proprio da lì.
"Gheil, magari evita di metterli idee" lo rimproverò Robin con la bocca semi aperta per lo stupore.
Non si capacitava di come quella parole gli fossero uscite ma sopratutto del perché lo avessero fatto.
"Che c'è? Tu se vedi un coniglio non lo catturi e lo mangi? Noi ora per loro siamo quel coniglio" fece spallucce guardando l'amico, poi i tre troll che fecero cenno di sì con la testa piuttosto spazientiti.
"Ma se quel coniglio sapesse parlare come noi facciamo e ti dicesse di lasciarlo andare perché ha una nobile missione da compiere per salvare i suoi amici conigli tu cosa faresti amico?" disse a Robin che come risposta lo guardò confuso.
"Lo lasceresti andare no?" fece segno con le mani di proseguire e nel suo volto spuntò un piccolo sorriso supplichevole.
"Ovvio che si, lo lascerei andare" parlò Robin stando a quel suo inutile discorso.
"Vedete" parlò Gheil tutto contento guardando i tre "In due la pensiamo così, secondo me dovreste lasciarci andare"
I tre troll si guardarono tra di loro.
Erano orribili nel loro aspetto. Avevano dei lunghi capelli annodati e somigliavano tanto a delle radici, il loro volto era grigiastro, quasi crepato a tratti e sembrava un pezzo di pietra.
Gheil poté giurare di vedere del terreno al posto della loro pelle e delle radici che uscivano dalle crepe sulla loro testa come fossero capelli.
Forse fu un po' un modo di rendere l'immagine che aveva di fronte meno spaventosa di quanto realmente fosse.
La cosa che poi faceva paura però erano le enormi zanne che uscivano dalla bocca semi aperta seguiti naturalmente, al secondo posto, da gli occhi neri come due pozze scure.
"Perché dovremmo lasciarvi andare?" parlò il più alto tra loro.
"Ma ve l'ho appena spiegato" sbuffò quasi Gheil e gli si abbassarono le spalle come fosse rassegnato alla loro stupidità "Siamo come quel coniglio, abbiamo nobili intenzioni..dobbiamo salvare ben due amici, non uno o mezzo, se uccidete noi ucciderete loro" parlò in fretta "Quindi dico okay pranzare e cenare con noi ma macchiarvi di un così grande crimine mi sembra eccessivo per un pasto" finì con un sorriso quasi tenero.
"Crimine?" grugnì uno di loro spazientito dalla tante chiacchiere del ragazzo "Io so solo che se continui a parlare saremo sazi prima ancora di mangiare e sai, odio essere sazio di fronte ad un succulento pasto" si leccò i baffi.
"Però aspettate" disse Gheil alzando un dito di fronte a uno dei tre che stava per avvicinarsi a lui per catturarlo.
"La storia non è finita, non vi ho detto una cosa" continuò.
I tre troll sbuffarono ormai stanchi di quelle chiacchiere e lo osservarono salire sul muretto e portandosi con sé l'altro ragazzo.
"Non è che siccome i conigli sono animali docili allora non possono vincere..perché i conigli, questa volta, sanno volare" disse e Robin lo guardò con gli occhi spalancati.
"Fidati di me" sussurrò schiacciando l'occhio a Robin per poi gettarsi giù dal ponte e portarlo con sé.
Vide bene come mentre cadeva quei troll li osservavano come si osserva un pasto andato in fumo e si sentì talmente tanto soddisfatto.

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