Parte 9

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"I nomi delle tue zie
Navigano dentro i miei mari
E affogan tutte le poesie
Che so fin dalle elementari
E forse un po' ti farà pena
Questa mia povera testa
Che sa ancora tutto di te
Perché per quanto mi sforzi
Sei tutto ciò che mi resta"

Ahia! – Pingini Tattici Nucleari


Io e Mario torniamo a casa e passiamo l'intero tragitto in silenzio. Io sono ancora sconvolto dalla reazione di Cesare e non ho nemmeno il coraggio di scusarmi con Mario per come è stato trattato dal mio migliore amico.

Appena entriamo in casa gli indico la mia stanza e gli faccio sistemare le sue cose. Ovviamente, essendo lui l'ospite, gli lascio il mio letto e io dormirò sul divano. Con ancora l'imbarazzo che aleggiava tra noi, riempio il bollitore per fare due tazze di tè, nella speranza di sciogliere un po' la tensione che avevo accumulato da prima.

Dopo una mezz'ora che nella mia testa era sembrata interminabile, Mario spezza il silenzio, mentre sorseggia la sua bevanda bollente.

-Quindi è una situazione un po' particolare tra di voi, ho capito bene?- mi chiede con un tono dolce, come per farmi capire che non ci fossero problemi.

-Mi dispiace aver detto quelle cose, ho esagerato- aggiunge infine, poggiando una mano sopra la mia, sul tavolo della cucina.

-Mario tu non hai niente di cui scusarti!- intervengo subito io, facendo schizzare il mio sguardo dal tavolo ai suoi occhi.

-E' Cesare che è un cretino. E' orgoglioso, impulsivo e deficiente- mi sfogo mentre mi torna la rabbia a pensare agli avvenimenti di quella sera.

-E' solamente geloso, ci sta- mi dice infine lui, tornando a sorseggiare il suo tè verde.

-No, mi sa che hai frainteso. Non è interessato a me in quel senso, io non gli piaccio- chiarisco subito io, sentendo l'impulso improvviso di chiarire la mia posizione nei confronti di mio cugino al più presto.

Lo vedo sorridermi e il discorso viene abbandonato lì, su quel tavolo della cucina. Occupiamo le successive due ore a giocare ai videogiochi seduti sul divano, tra le risate. In sua presenza mi sento meglio, quasi tranquillo, soprattutto quando, tra una partita e l'altra, mi cerca con lo sguardo o mi accarezza velocemente i capelli.

Ormai avevo capito che qualcosa stava succedendo, anche grazie alle accuse di Cesare di poche ora prima. Ora riuscivo a vedere il comportamento di Mario nei miei confronti e sì, ci stava provando con me. E la cosa non mi dispiaceva.

Decido di andare a letto a breve, metto un film da Netflix, sicuro che non saremmo mai riusciti a finirlo. Sentendomi a mio agio, mi accoccolo un po' di più verso Mario, che sembra apprezzare perché mi stringe le spalle con il braccio, ora appoggiato sulle mie spalle.

Mi sto vergognando da morire ma una parte di me mi sta spingendo a farlo e mi grida di provarci. Non sono però per niente abituato a flirtare in generale, figurarsi con un ragazzo.

Era tutto diverso. Ora quando mi appoggio al suo petto, non sento le forme morbide di una donna a cui sono abituato o le mani delicate che mi accarezzano il volto. Con Mario mi sento stringere da delle braccia forti e le sue mani grandi mi accarezzano i capelli e il collo con meno delicatezza e più decisione. Tutto quello veniva ampliato dalla pioggia che batteva forte sui vetri con cadenza regolare e dalla tv che continuava a far andare un film che nessuno dei due stava più seguendo.

All'improvviso sento caldo. Era tutto nuovo per me e quelle sensazioni inedite mi fanno sentire sopraffatto. Non era nei miei piani questo genere di serata ma la mia testa mi suggerisce che tutto questo è giusto, una perfetta conclusione di quella giornata orribile o, più in generale, di quel capitolo della mia vita buttato a correre dietro ad una persona che non potevo avere.

Ti Prego, Guardami. || CELSON || Space ValleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora