Si svegliò aprendo piano gli occhi e richiudendoli subito a causa della luce che aveva puntata in faccia.
Poco a poco si abituò alla luce e provò a guardarsi intorno. Era immobilizzata su una barella, polsi e caviglie erano bloccati con cinghie di cuoio ai bordi di ferro, la luce che aveva puntata in faccia proveniva da una lampada chirurgica. Sentiva imprecare due uomini con camici bianchi incrostati di coaguli di sangue, parlavano di una sala operatoria tra una bestemmia e l'altra.
Quando videro che si era svegliata afferrarono la barella continuando a storpiare santi e divinità e la portarono via.
il corridoio dove passarono era più luminoso della stanza, per qualche secondo vide solo sagome scure, quando vide più chiaro iniziò il tragitto più lungo e terrificante della sua vita.
C'erano stanze su entrambi i lati del coridoio, quasi tutte le porte erano aperte.
Sentì un odore metallico, si voltò e vide due bambine giocare con una pozza di sangue, stampavano i palmi delle mani sporchi sui vetri o su di loro, il fetore di sangue che usciva dalla stanza era terribile.
Per non vedere si voltò, ma nell'altra stanza vide di peggio, un uomo seduto su una poltrona sul quale migliaia di ragni zampettavano lentamente la fissava, prima di uscire dal suo campo visivo la salutò facendo uscire un ragno enorme dalla bocca.
Iniziò a sentire i conati di vomito e chiuse gli occhi.
Decise di non guardare più nulla, avrebbe tenuto gli occhi chiusi finchè non si fosse fermata la barella. Solo dopo si rese conto di quanto fosse più terribile non vedere, gli odori si mischiavano in misture orribili, i suoni delle stanze si univano creando rumori indicibili.
Riaprì gli occhi sperando di non vedere più nulla di vomitevole.
Sentì una musica lenta uscire da una stanza, un uomo danzava con uno scheletro. Era forse la cosa meno orribile in quel posto.
Guardò avanti, vide la fine del corridoio vicina.
L'unica porta della parete si aprì facendo uscire altri due infermieri coperti di sangue che tiravano una barella, su questa era seduto un uomo col volto attraversato da tre tagli profondi, sbavava una saliva verde e biascicava orribilmente. Dietro,la barella due donne e un uomo avanzavano coi polsi incatenati e digrignando i denti, le catene che li legavano erano tenute da un individuo in tenuta anti radiazioni arancione, aveva una pistola alla cintola.
Quando la videro sulla barella una delle donne si avventò contro di lei, stava per morderle un braccio quando il tipo con la tuta le sparò a una gamba, subito si ritrasse.
Dopo lo sparo nel corridoio fu silenzio, si sentivano solo le barelle cigolare e i quattro esseri macilenti ringhiare e sputare grumi verdi per terra.
La sua barella arrivò alla porta e la oltrepassò, dietro c'era una sala buia con una lampada al cantro e qualcuno seduto su una poltrona davanti ad essa. Quando sentì la barella arrivare fece cenno di avvicinarsi e si alzò dandole le spalle. Quando si voltò non vide il suo volto, era in controluce, sentì che la toccava con una mano sottilissima e gelida, quando le tastò la caviglia vide ciò che era, una mano senza carne, solo le ossa che si muovevano.
Si dimenava cercando di liberarsi, ma era inutile, le cinghie erano troppo resistenti. L'essere le mise l'altra mano sulla testa e la spinse contro la barella, questa mano sembrava normale.
"Alla luce." Disse con un filo di voce.
La barella venne messa alla luce e lui la seguì. Adesso vedeva il suo volto, il lato destro era di sole ossa, un teschio sorridente, a metà del cranio una linea di carne verdastra separava il teschio dall'altra metà, questa era normale, solo l'occhio era di un rosso spento e senza vita .
"Benvenuta nel tuo inferno Helen. Devo fare un lavoretto con te, farà male, ma qui non facciamo anestesie." La metà del volto coperta di carne scoprì i denti sghignazzando.
"Attrezzi." Disse.
Gli venne portato vicino un mobiletto a rotelle con bisturi, forbici divaricatori e altri arnesi.
"Iniziamo dal tuo bel faccino."
Dalla stanza uscirono urla acute e strazianti di dolore, il puzzo di paura eterrore filtrava da sotto la porta.
Per un giorno intero uscì solo quello dalla stanza, poi, quando finalmente la porta si aprì, la barella scivolò silenziosa, senza nemmeno un cigolio, fino a una stanza vuota. Qui venne ribaltata e il corpo di Helen cadde a terra pesantemente, la barella si allontanò.
La porta restò aperta, da fuori si vedeva il suo corpo che a malapena respirava. Era coperto da striature di sangue e ancora ne perdeva.
Il volto era rivolto verso la parete opposta alla porta, a ogni respiro gemeva.
Helen si svegliò di colpo nel suo letto, fradicia del suo sudore. Accese la lampada sul suo comodino e si appoggiò con la schiena alla parete.
"Era solo... un sogno..." sussurrò ansimando.
Sentì puzza di sangue e si guardò intorno.
"Sicura fosse un sogno?" sussurrò una voce familiare da un angolo.
La creatura a due facce spuntò dal buio seguita da due infermieri coi camici luridi.
"Bloccatela. Lo spettacolo deve ancora cominciare." Disse digrignando i denti.
Il silenzio della notte fu rotto solo da una risata orribile e spietata.
Helen sparì quella notte, sulla parete della sua stanza fu trovata una scritta con il sangue.
"Helen's Hospital".
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Helen's Hospital
HorrorHo dormito solo 5 minuti. Minuti in cui, un incubo si è costruito nella mia testa. Ho sognato che, piangevo. Dai miei occhi, non venivano giù lacrime, ma piccoli pezzi di vetro. Mi avvicino allo specchio e una cicatrice, uno squarcio, attraversa...