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Il fumo copriva ogni metro dell'isola di Paradis ad ogni ora del giorno, e scariche elettriche improvvise, dovute al collaudo di un Boato su piccola scala, rendevano pericoloso il territorio del Wall Sina. Ed era proprio lì che si ergeva il castello della regina Historia, adesso occupato dagli Yeageristi.
Sull'isola soffiava un vento di guerra, il Corpo di Ricerca era stato arrestato e della Regina non si avevano notizie, se non che era ancora viva ed incinta.
Incurante delle numerose pattuglie di sicurezza, Levi andava affrettandosi lungo la via che portava alla dimora reale, pronto ad entrare volontariamente nella tana del lupo. Era riuscito a nascondersi prima che gli Yeageristi potessero catturarlo, ma adesso era tempo di uscire allo scoperto.
Arrivato dinanzi l'immenso portone del palazzo, venne bloccato da un uomo dall'aria fastidiosamente familiare.
-Cosa vedono i miei occhi! Il Capitano Ackerman viene qui di sua spontanea volontà!-annunciò sprezzante. -Vuoi essere l'eroe di turno, eh? Mani dietro la testa, adesso.-
-Altrimenti?-lo sfidò Levi, guardandolo dritto negli occhi per innervosirlo ancora di più.
-Ti sparo al petto, semplice.-
Per nulla intimorito dalla minaccia, il Capitano alzò lentamente le mani, mettendole in vista. -Devo parlare con Eren. È urgente.-
Floch scoppiò a ridere, avvicinandosi pericolosamente. -Mi stai dando un ordine, per caso? Mettiamo le cose in chiaro, Ackerman: prima ti rivolgi a me con il dovuto rispetto dato che comando il comparto militare, poi ti sbatto in un sotterraneo e per finire, forse, Eren deciderà di perdere minuti preziosi della sua vita per te.-
-Non eri così gradasso, durante la battaglia di Shiganshina. Ti sono cresciute le palle?-
A quel punto, Floch gli sputò sugli stivali.
-Non ridi più, eh?-lo rimbeccò Levi, -Ho colto nel segno.-
Il rosso si fece paonazzo in viso, e in preda ad uno scatto d'ira, gli diede un ceffone talmente forte da farlo cadere.
"Non reagire, altrimenti non ti permetteranno di entrare" pensò Levi, fumante di rabbia.
-Hai perso smalto, Capitano, ti vedo deboluccio. Stai a terra, ti dichiaro in arres...-
-Forster, allontanati dal Capitano Ackerman-tuonò una voce femminile da sopra le scale.
Historia Reiss era uscita di persona, eterea e con il ventre talmente grosso da costringerla a tenersi contro una colonna per la fatica di stare in piedi. Nonostante la bassa statura e il vestito per nulla elaborato, emanava un'aria di autorità impossibile da ignorare.
-Entri, Capitano. Perdoni l'accoglienza.-

La regina lo condusse in silenzio lungo i corridoi immensi della reggia, impensierita.
-Historia,-tentò di spezzare il ghiaccio Levi, -Perché hai permesso ad Eren di entrare?-
-Eren è venuto alla fattoria alcuni mesi fa, mi ha spiegato il piano che vuole mettere in atto. Non posso essere d'accordo con quello che vuole fare, ma é l'unica soluzione.-
L'unica soluzione?
-Per quale ragione non vuoi annunciare pubblicamente il tuo fidanzamento?-
La ragazza si fermò in mezzo al corridoio, serrando le labbra in una linea dura. -Non dovrei dirlo a nessuno, ma Eren mi ha chiesto esplicitamente di non nasconderle nulla, nel caso fosse venuto. Io non sono incinta.-
-Come sarebbe a dire?-
-Il Progenitore ha la capacità di modificare il corpo degli Eldiani, Eren lo ha saputo tramite alcuni ricordi*. Ho deciso in accordo con lui di farmi... modificare, per così dire. In questo modo, potrò aiutarlo per altri due mesi e non potranno toccarmi, perché crederanno che porto un erede reale in grembo.-
Il Capitano, sconvolto dalle implicazioni che quel breve racconto comportava, decise di non approfondire oltre.
-Eren si fida di me, eppure non mi ha parlato del suo piano. Per quale motivo?-
-La sto portando da lui-rispose Historia, adesso più serena, -Vuole spiegarle tutto.-
Spalancò le porte che portavano alla sala del trono e lo scortò dentro, per poi andarsene senza nemmeno congedarsi.

-Capitano, cominciavo a perdere le speranze. Temevo non saresti venuto.-
Nella fretta del momento, Levi non si era accorto del muta forma, seduto su una poltrona del tavolo attorno il quale si svolgevano le riunioni dei funzionari reali.
-Eren.-Il corvino gli si avvicinò senza esitazione, evitando di posare lo sguardo sulle sue iridi grigio-verde ormai spente.
Faceva troppo male vedere la Speranza delle Mura ridotta ad una fiamma consumata, guardandolo dava un'impressione profondamente sbagliata.
-Dove sono Hanji, Armin e gli altri?-
-Non preoccuparti, sono nei sotterranei.-Anche Eren decise di avvicinarsi: si alzò senza fretta dalla poltrona e, lentamente, si posizionò di fronte al Capitano. Era così bello con i raccolti in un codino disordinato, che gli metteva in mostra il viso, divenuto scavato per la troppa tensione.
-Perché li hai arrestati?-
-Voglio tenerli al sicuro. Quando arriverà la flotta Marleyana, saranno salvi.-
-E io perché sono qui a parlare con te, invece che con un paio di manette ai polsi?-
-Perché ti voglio come alleato.-
Levi impietrì.
-Tu vorresti me come alleato. Io sono stato incaricato di ucciderti se ce ne fosse stato bisogno, non di aiutarti a commettere crimini di guerra. Quale sarebbe il tuo piano? Lanciare pietre ai dirigibili come il tuo amato fratellino?-
-Un Boato su larga scala.-
-Non posso aiutarti, mi dispiace.-
-Tu per cosa combatti, Capitano?-lo interruppe bruscamente l'altro. -Perché sei disposto a torturare ed uccidere senza pietà?-
"Per la libertà", pensò Levi. "Darei qualsiasi cosa per essere libero."
Non osò pronunciare quelle parole ad alta voce, sapeva che Eren condivideva il suo modo di pensare.
-Io combatto per permettere ad Armin di viaggiare. Combatto affinché Mikasa costruisca una famiglia tutta sua. Combatto per Jean, Historia, Sasha e Connie, per tutti i nostri compagni morti per proteggermi. Non mi entusiasma fare quello che intendo fare, ma non ho scelta-confessò il muta forma a bassa voce.
-Sei diventato un filosofo e non lo sapevi? Risparmiami la tua ideologia del cazzo. Non puoi confidarmi di voler commettere un genocidio e aspettarti che io ti dica sì senza esitare!-gridò il Capitano, digrignando i denti.
-Al mondo ci sono persone innocenti, Eren, popolano la maggior parte delle nazioni. Non puoi ucciderli come se nulla fosse, ce l'hai ancora una coscienza?-
-Lo farò per proteggervi!-urlò Eren di rimando. -Credi mi elettrizzi l'idea di massacrare milioni di persone? Per quale motivo credi lo stia facendo, se non per salvare questa maledetta isola?-
-Ti aspetti una risposta? Non so come replicare, davvero.-
-E se ti dicessi che ho visto la fine di questo incubo, mi crederesti?-
Per quanto gli seccasse ammetterlo, per Levi quell'ultima affermazione cambiò tutto.
-Spiegati meglio.-
-Ho visto come andrà a finire questa storia. Con Paradis intera, e tre continenti su cinque rasi al suolo.- Eren sembrava sincero, eppure quel piano atroce lo frenava dal rispondergli che si sarebbe unito a lui. C'erano troppe variabili, troppe incognite. Un gesto sbagliato e, per quanto gli riguardava, il risultato sarebbe potuto mutare rispetto alla visione del mutaforma.
-Tu sei un Ackerman e il Fondatore non può esercitare alcun controllo su di te, ma posso provare a condividere lo scenario che ho visto*-offrì Eren, tendendogli la mano speranzoso.
Levi, seppur con un attimo di esitazione, accettò la proposta e intrecciò le dita con quelle dell'altro.

Sacrificio - ERERI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora