prologo

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Mi sembra tutto così surreale, finalmente sto per incontrare il mio idolo. La folla urla il suo nome, tutti impazienti di vederlo su quel grande palco. Tremolante, guardo il CD tra le mie mani, sperando di poter ricevere un suo autografo. Sono così euforica! Stavo aspettando questo momento da mesi, finalmente il mio sogno si è avverato.

All'improvviso le luci vengono spente, cala il silenzio e trattengo il fiato impaziente di vederlo salire. Ed eccolo, con le sue gambe fasciate da quei jeans, inizia a camminare verso il centro del palco, con la sua canzone di sottofondo pronto a farci sentire quella sua voce angelica, non riesco a fare altro che urlare con tutta l'aria che ho nei polmoni, cantando con lui e tutti gli altri attorno a me. Più si avvicina verso di me, più sento le gambe cedere. Si abbassa sulle ginocchia, guardandoci e continuando a cantare. Allunga una mano verso di me e con tutta la gioia che ho nel cuore cerco di stringerla, ma ad un certo punto la musica si ferma, tutto inizia a farsi distorto e lontano, sento solo una voce di sottofondo urlare il mio nome, ma non riesco a capire da dove provenga.

<<Insomma, Soheon!>> Eccola! Non capisco, sono così confusa. Dove sono finiti tutti? Dov'è lui?

Inizio a vagare nel nulla, quella voce comincia a farsi sempre più forte e vicina. Man mano che cammino, qualcosa davanti a me inizia a diventare più chiara, sembra quasi... Un cuscino?

<<SOHEON!>> Qualcosa di morbido colpisce la mia faccia, il che mi costringe ad alzarmi di scatto dal letto, dando una testata alla donna davanti a me.

<<Mamma! Come hai potuto svegliarmi dal mio sogno con Jay Park?! Ero arrivata al punto di stringergli la mano!>> Irritata, mi massaggio la fronte dolorante e rossa, guardando mia madre con uno sguardo triste.

<<Oh, per favore. È la terza volta questa settimana che sogni questo Jay Punk o come si chiama>> poggia le mani sui suoi fianchi alzando gli occhi al cielo, <<se non ti avessi svegliata, avremmo fatto tardi per il trasloco. Chi lo sente tuo padre poi, è davvero stressato questi giorni.>> Sbuffa massaggiandosi le tempie. <<Alzati, scendi a fare colazione e dacci una mano. Non ti terrò a dormire, sappilo.>>

Emetto un verso frustrato, prendendo l'altro cuscino con il quale è stato interrotto il mio sogno e mi copro il viso buttandomi di schiena sul letto, cerco di riaddormentarmi per sognare il mio Jay Park.

<<SOHEON!>> Mia madre urla dal corridoio mentre passa con uno scatolone.

<<Ho capito, mi alzo!>> Scaccio le coperte con i piedi e infilo le ciabatte, <<e comunque si chiama Jay Park... Cosa ne vuoi capire tu.>>










<<Con questo abbiamo finito. Siete sicure di aver preso tutto?>> Mio padre posa l'ultimo scatolone sul camion. Stanco, poggia le mani sulla schiena cercando di stiracchiarla, <<ah, mi sembra di avere sessant'anni, ho già qualche capello bianco... Sto diventando vecchio.>> Sospira drammaticamente portandosi una mano alla bocca chiusa a pugno.

<<Ma per favore, stai zitto. Per un solo capello bianco e ne fai una tragedia...>> Mia madre scuote la testa ridacchiando, io in tutto questo, sono ancora concentrata nel continuare il mio sogno. Chi mi vede da fuori, vedrà una ragazza con gli occhi socchiusi, labbra serrate e le mani sui fianchi, intenta ad incontrare e sfiorare il suo cantante preferito nella sua illusa immaginazione.

<<...cosa stai facendo, Soheon? Ti stai sforzando davvero tanto, a cosa pensi?>> La voce di mio padre mi riporta alla realtà, facendomi sbuffare.

<<Indovina? Ha sognato il suo cantante. Ho interrotto il suo sogno e da stamattina non fa altro che guardarmi male. Queste ragazze di oggi, alla tua età pensavo alle cose più serie>> mi passa accanto mia madre per dirigersi verso la porta di casa, estrae le chiavi dalla tasca per chiudere definitivamente quella che è stata la casa in cui sono cresciuta. Mi dispiace andarmene, ho tutti i miei ricordi qui e i miei amici, ma non posso fare nulla per evitarlo. La nuova proposta di lavoro è stata una grande occasione per i miei genitori, inoltre, la nuova casa permette di arrivare in poco tempo alla nuova azienda in cui sono stati assunti. Hanno visto il loro potenziale, non potevano perdere un'occasione del genere.

<<Bene, allora, tutti in macchina. Si parte verso la nostra nuova casa.>> Guardo l'ultima volta la mia casa, entro in macchina e tiro fuori dalla tasca della felpa le mie cuffiette, dando il via ai miei film mentali, come faccio sempre.








<<Porca vacca.>> Sussurro guardando la nuova casa, tutta bianca all'esterno con delle graziose scale ad accompagnare alla porta d'entrata. Una piccola panchina posta alla mia sinistra, una finestra posta sopra di essa e infine un tavolino in vetro, sul quale è poggiato un vaso con delle rose finte.

<<Posso aprire o devi restare inchiodata davanti alla porta?>> Imbarazzata, mi giro notando lo sguardo dei miei genitori su di me, e anche quello di un passante con il suo cane. Probabilmente avrà sentito, imbarazzante. <<Scusa.>>

Mi faccio da parte per permettere a mia madre di aprire la porta e portare dentro tutte le nostre cose. In tutto, ci abbiamo messo tre ore, considerando le pause che tutti si sono presi. Mentre loro iniziano a sistemare le cose in cucina, con il piede spingo la porta della mia nuova camera, poggiando le mie cose a terra. Mi avvicino alla finestra per aprirla e fare cambiare l'aria. Tutto sommato, non è affatto male. Un letto singolo posto alla mia sinistra, un comodino marroncino con una lampada e in porta foto, magari potrei inserire la foto scattata al mare con i miei amici. Mi mancano... ma potrò sempre chiamarli. C'è un mpadario azzurro appeso al soffitto, una scrivania bianca alla mia destra e sopra di essa delle mensole, sulle quali metterò i miei peluche. Sì, perfetta. Infine, un armadio dello stesso colore della scrivania messo al lato destro della porta. No, non è affatto male.

<<Mh.. spero che questo letto sia morbido almeno la metà dell'altro...>> Borbotto camminando verso il letto. Con sorpresa, sento il materasso prendere la forma del mio corpo, affondando dentro. Cavolo, forse è anche meglio dell'altro. <<oh sì, dormirò benissimo.>>
Con un sorriso sulle labbra, mi giro sul fianco e chiudo gli occhi per godermi ancora un po' di morbidezza. Non so come né perché, il porta foto che si trova sul comodino, cade. Mi alzo di scatto guardandomi intorno. Impossibile, sto sognando? Per esserne sicura, inizio a darmi piccoli pizzicotti, ma fanno fin troppo male per essere soltanto un sogno. No... È la realtà. Mi alzo lentamente e mi avvicino all'oggetto caduto, lo rimetto al suo posto e camminando all'indietro per tenerlo d'occhio, esco dalla stanza. Ma di nuovo, sento lo stesso rumore di prima. Mi congelo sul posto, tremolante, mi incammino di nuovo verso la mia stanza, l'oggetto è nello stesso posto di prima. Non capisco, cosa è successo? Ok, forse sono così stanca che immagino le cose. Quasi come scottata, afferro il portafoto e lo lancio sul letto, uscendo in fretta da quella stanza. Forse sto diventando matta.

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