Capitolo 1

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“Pronto?” dissi rispondendo al cellulare.

“Abs domani verrai alla cena?” disse mia madre.

“Si mamma,” dissi sbuffando.

“Invita anche Jen.” “Si mamma, ora devo andare. Ti voglio bene.” e staccai, amo mia madre, ma tante volte è davvero pesante. Erano le dieci di mattina e le mie ore di lezione erano finite, così decisi di andare da Jen che si trovava in una proprietà di un riccone senza cuore.

Da:Abby

A:Jen

Sto venendo a prenderti. La tua loves :P

Non ci fu nessuna risposta, ma sapevo che Jen avrebbe preferito la macchina che ai mezzi pubblici, infondo ama moltissimo la mia presenza. Durante il viaggio decisi di ascoltare la radio, dove tramandavano delle canzoni veramente penosa, senza un ritmo, e così decisi d’inserire un CD preso a casa dal cruscotto. Quando arrivai davanti all’ufficio, cavolo, non era un semplice ufficio, ma un’azienda di minimo 20 piani.

“Wow” dissi, poi decisi di entrare, dove uno bodyguard mi accompagnò all’entrata di un ampia stanza, quando entrai un giovane ragazzo mi sporcò con il caffè perché ci scontrammo.

“Cavolo” esclamai, mente il ragazzo rimase ad osservare la mia camicia sporca, senza muoversi, ma dopo pochi secondo iniziò a scusarsi.

“Scusami, non ti avevo vista” disse imbarazzato.

“Non preoccuparti, non è colpa tua, sono entrata di colpo, senza pensare.”

“Vieni con me, il minimo che posso fare e pulire la tua camicia.”

“No, non preoccuparti, cerco la mia amica e vado.”

“No, insito” così cedetti, e andai con quest’uomo che non conoscevo neanche. Prendemmo l’ascensore e arrivammo all’ultimo piano, dove prima di entrare in un ufficio bussò.

“Avanti” disse una voce dietro quella porta, così io e quest’uomo entrammo. Quando entrammo vidi Jen osservarmi e ride come una pazzo, e in quel momento avrei voluto ucciderla.

“Ma si Jen, ridi pure” dissi mettendo il broncio.

“Voi vi conoscete” disse quell’uomo.

“Per mia sfortuna è la mia coinquilina” dissi arrabbiata.

“Che dolce che sei” disse Jen ridendo, e mentre stavo per risponderla il mio cellulare iniziò a suonare.

“Scusate un attimo, devo rispondere al cellulare” cercai il cellulare dalla borsa e risposi.

“Pronto.” “Eb” disse mio fratello, mentre io cercavo di allontanarmi per avere un po’ di privacy.

“James è successo qualcosa?” dissi temendo il peggio.

“No, volevo soltanto dirti che domani mancherò a cena da mamma.”

“No, puoi farmi questo,” dissi arrabbiata.

“Scusami, ma non posso venire.” 

“Okay, Okay. Me la pagherai,” dissi ridendo

“Ti voglio bene sorellina.”  “Anch’io,” dissi staccando, e poi iniziai ad avvicinarmi a Jen.

“Abby, io vado un attimo a prendere il mio caffè che non è arrivato perché è sulla tua maglia.”

“Okay, io vado un attimo a pulirmi in bagno,” dissi prendendo la mia borsa.

“Christian l’accompagni tu?” dissi quell’uomo. “Si, non preoccuparti.”

L’uomo di nome Christian mi faceva strada verso il bagno, senza dire una parola, ma tutti gli occhi erano fissi su di noi. Quando arrivammo davanti al bagno congedai l’uomo.

RESTA CON MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora