All'inizio di questa avventura ero un uomo diverso. Ero sereno, avevo una moglie, una casa, un lavoro dignitoso, degli amici anche. Credo che apparissi come una persona piacevole, sana, socievole, affidabile: solida insomma. Ero educato: in fila davo sempre la precedenza alle persone anziane e alle donne in attesa – anche a quelle che fingevano di esserlo e nell'incertezza anche a quelle che erano solo grasse – ci tenevo! Ho litigato, spesso, infatti, per difendere anziani e donne incinte o presunte tali. Quando gli altri protestavano io ero inamovibile. Nessuno poteva passare prima della nonna di Luigi, della prozia di Angela o della mamma di Luca o, semplicemente, del signor Tizio o del signor Caio – grasso e presumibilmente incinto/incinta – di questi tempi l'identità sessuale è sempre più precaria. Non si sa mai!
La mia vita, insomma, scorreva normalmente. Mi alzavo alle 6 e 32 minuti, dopo aver sistemato tre sveglie – le altre erano puntate alle 5:03 e alle 5:59 – per 'attutire' il risveglio. Certo, a volte, erano completamente inutili tre sveglie, perché rimanevo con gli occhi spalancati, per tutta la notte, a contare le apnee di mia moglie fra un respiro e un altro, fra un russamento e un colpo di tosse, fra uno sbadiglio e un tesoro, dormi, sforzati se no stai nervoso tutta la giornata.
Fu in una di queste interminabili notti bianche che all'improvviso lo sentii. Stava quasi albeggiando: una di quella aurore lattiginose che illuminano appena la stanza: dalle tre fessure semi-chiuse della tapparella si annunciava già una giornata uggiosa e melanconica. Ma a quel punto, fra la seconda e la terza sveglia, lo sentii, era lui. Si avvicinava.
Ricordavo di aver già sentito la sua voce quand'ero piccolo nel paese dei miei nonni, d'estate, mentre giocavo con i miei cugini. Ricordo di averlo poi risentito nella cittadina dove abitavo da piccolo. Ricordo di non averci fatto più di tanto caso: in fondo, era a pochi chilometri dal paese dove abitavano i miei nonni. Il mio mondo allora era così piccolo che pensavo che anche lui passasse l'estate in campagna dei nonni e poi, a settembre, ritornasse a scuola alla sua stanzetta, fra i suoi giocattoli che vegliavano, attorno al letto sul suo sonno, ma che di giorno, quand'era a scuola gli nascondevano le cose e che, quando faceva i compiti, piangeva anche lui, perché non trovava più nulla.
Insomma, pensavo che non ci fosse nulla di male nel sentirlo in due posti diversi, perché per me il mondo era diviso in due e il mio mondo era l'unico possibile! Mi sembrò strano che i miei nonni morissero tutti e due in un incidente domestico ad ottobre di quell'anno in cui sentii per la prima volta la sua voce, ma allora ero troppo ingenuo per capirne il nesso.
Invece quella mattina, fra la seconda e la terza sveglia ebbi, finalmente, un'illuminazione! Ecco che cosa non funzionava nella mia vita! Ecco perché negli ultimi quindici anni non riuscivo più a dormire per una notte intera: dovevo stare sveglio per risentire la sua voce e per premunirmi e difendermi dal suo ritorno! Ecco perché mia moglie si avvicinava minacciosamente nel mio letto verso la mia metà e si aggrovigliava a me: cercava di avvelenarmi con quel suo corpo umidiccio, con quei suoi piedi gelati. Voleva narcotizzarmi perché io non sentissi il ritorno del suo complice!
Solo allora, in quella strana mattinata di quello stranissimo giorno, alle 6 e 22 minuti, mi era diventato tutto chiaro. Andare ogni mattina in Chiesa ad accendere 14 ceri (come le virtù teologali e le virtù cardinali per due) e ad incoraggiare il prete per avere l'Eucarestia, tutti i giorni, è servito a questo! Grazie Signore perché hai illuminato questo povero bastone fatto di stuzzicadenti, così fragile e pungente come Tu lo vuoi!
Da quel giorno iniziai a guardare mia moglie con sospetto, sapevo che lei l'aveva avvertito del mio trasferimento. Lei sapeva tutto! Comunque cercai per le due settimane successive di non tradire nessun sentimento, mi feci anche avvicinare da lei una notte, per farle capire che io non capivo, che io non sapevo. Quella notte cercò di afferrarmi in tutti i modi, ma io sfuggivo concentrandomi su quella voce per non correre il rischio di dimenticarla con qualche sortilegio della mia mogliettina traditrice come Giuda Iscariota, e cercavo di stare sveglio a tutti i costi. Ma lei – furba – mi prese in contropiede con una strana manovra nelle parti basse – quell'assatanata – mi saltò su, muovendosi come un'invasata. Alla fine della giostra mi ha stampato un bacio sulla guancia e si è messa a dormire. Non so ancora capacitarmi, rendermi conto di come fece, ma, certa che il suo bacio venefico e infido mi avesse dato il sonno, si girò dall'altra parte e telepaticamente – o più probabilmente con una ricetrasmittente nascosta sotto il seno destro che era infatti più grande dell'altro – diede il segnale. Non passò molto, appena 8 ore e 22 minuti e 35 secondi e alle 6 e 31 minuti e 5 secondi, 55 secondi prima della terza sveglia – quindi, in ritardo rispetto all'altra volta – arrivò lui. Sentii, di nuovo, quella voce che recitava la sua litania sempre identica, sempre monotona, sempre grammaticalmente dubbia:
Donne, è arrivato l'arrotino, accorrete donne, è arrivato l'arrotino; l'arrotino e l'ombrellaio, arrota coltelli, ripara ombrelli. Donne se avete fughe di gas noi ripariamo le fughe di gas dalle vostre cucine a gas. Donne, è arrivato l'arrotino.
Cercavo di trovare un tono diverso un'inflessione particolare: nulla sempre identico! Da allora lo sentii altre tre volte, in quattro anni, prima di prendere la mia decisione. Mi sviava, arrivava sempre in orari diversi, una volta addirittura alle 20 e 45 minuti, quando stavo per lavarmi i denti prima di andare a letto. Mi ricordo che stavo per sputare il dentifricio diluito con l'acqua e il sozzume dei rimasugli della sospetta cena di mia moglie, che lo sentii e tutto mi ritornò indietro e andò giù per la trachea, fino allo stomaco e da lì chissà dove... si sarà perso nei meandri dell'intestino crasso e tenue e sarà stato assorbito dai villi intestinali o avrà finito la sua corsa in maniera immonda.
Insomma, lui, l'arrotino, mi aveva spiato: sapeva che a quell'ora mi sarei lavato i denti. Pensava che fosse così semplice farmi fuori! Non sapeva che Dio è dalla mia parte... Il Creatore del cielo e della terra, degli animali, delle piante – ma non dei germi, dei batteri, delle zanzare e dell'arrotino – mi aiutò anche quella volta e, infatti, ci fu la seconda illuminazione della mia vita.
Decisi nottetempo di scappare. Mi girai facendo finta di dormire – non volevo che quella matta invasata mi saltasse addosso come quattro anni, due mesi, 5 giorni prima. Raggranellai pochi oggetti, in cui ero certo lei non avesse potuto inserire spie o cimici. Me ne andai ramingo per l'isolato, ma giunto alla fine della strada, mi ricordai che mi ero dimenticato i soldi. Ritornai in fretta a casa, per l'ansia perché non trovavo il portafogli, feci troppo chiasso e lei si svegliò. Fu allora che presi il bastone che mi aveva lasciato mio nonno l'estate prima di morire con all'estremità una papera d'argento e glielo tirai in testa prima che potesse parlare. Svenne, o morì, non importa: particolari. Io avevo vendicato mio nonno e la sua dolce e ignara metà, insieme a tutto il nobile genere da cui discendo! Ora mi era chiaro, infatti, (anche se io ancora non la conoscevo) era stata lei a far morire i miei nonni aiutando l'arrotino. Era lei, infatti, che mi ha condotto in questa città ed era lei che ha comunicato all'arrotino che ero qui. Era sempre lei che mi rimproverava se litigavo per difendere i vecchietti alle poste o in banca, era sempre lei che diceva vedi che questa non è incinta è solo grassa, anche quando lei, proprio lei, dopo quella strana notte assatanata iniziò a fingere, visibilmente e subdolamente ingrassata, di essere incinta. Non mi persuase nemmeno quel pianto continuo che faceva quello strano nanetto che si era portato in casa, dopo aver rivelato che il suo apparire donna incinta era solo un trucco. Era lei che non voleva farmi vivere. Finalmente l'avevo capito.
Dopo aver vagato per ben 16 anni in giro per seminare l'arrotino, ho capito che non c'è modo di scoprire quando e dove apparirà. Ho provato anche con la fisica quantistica, ma le sue apparizioni non hanno alcun rapporto matematico, sono imprevedibili, con troppe variabili che non posso conoscere. Come non posso prevedere con che mezzo riesca a muoversi. Credo di averlo visto sempre con macchine diverse, semidistrutte – credo – per non farsi riconoscere. Dopo aver studiato bene il mio nemico – a questo punto – so che c'è solo un posto in cui non passa mai. Finalmente, ho avuto la mia terza illuminazione, quella più importante: la prima era del Padre, la seconda del Figlio, la terza dello Spirito Santo.
Lascio questa registrazione filantropica per chi dovrà affrontare come me questo essere impuro, sozzo, lercio e disumano!
Ecco la mia soluzione. Lui vorrebbe vedermi morto, quindi, non passerà mai dal cimitero a cercarmi. Eccomi, quindi. Sto scavando una fossa profondissima, calerò dentro una finta bara e mi 'seppellirò' aspettando che – finalmente! – lui si sia convinto che sono morto. Allora mi creerò una nuova identità e tornerò ad essere una persona come tutte le altre. Ho pensato a un sistema di corde collegate all'interno della bara e a due pale laterali adiacenti a due cospicui mucchi di terra che spingerò dall'interno della bara per farmi ricoprire. Ecco così, mentre io mi nutrirò con queste 239 bottigliette iperproteiche e ipercaloriche che ho riempito con una mia ricetta segretissima e respirerò da questa cannuccia che ora è un po' otturata dalla terra, ma basterà soffiarci dentro così, così ffuhu, ffuhu, ffuhu, ffuhu: lui mi crederà morto – ho messo anche una finta lapide, ne ho trovato una carina con una stella un po' strana, ma graziosa, con il mio nome, la mia data di nascita e quella di oggi come data di morte – falsa ovviamente – e ho messo una rosa rossa per attirare l'attenzione: finalmente sarò io il vincitore! Ffuhu, ffuhu, ffuhu, ffuhu! Sarò ffuhu, ffuhu, ffuhu, ffuhu, liber...
Donne, è arrivato l'arrotino, accorrete donne è arrivato l'arrotino, l'arrotino e l'ombrellaio, arrota coltelli, ripara ombrelli. Donne se avete fughe di gas noi ripariamo le fughe di gas dalle vostre cucine a gas.
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La Persecuzione
General FictionIl racconto di tipo psicologico-paradossale narra di una strana e lucida ossessione. Buona Lettura!