Il talento nascosto di Harry

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6:15, suonò la sveglia.
Quando Louis aprí gli occhi, sentì un'immensa ondata di calore al petto. Guardò il ragazzo nudo steso sul materasso accanto a lui. Harry non si era svegliato con il rumore, stava ancora sognando. Non era mai stato più bello di così, pensò Louis.

Si chinò per lasciargli un bacio delicato sulla guancia.
Harry mugolò, quel contatto l'aveva svegliato ma lui voleva ancora dormire.

"Sveglia dormiglione" sussurrò Louis al suo orecchio, ridendo.

Harry aprì gli occhi. Voleva lanciare un'occhiataccia a Louis per averlo strappato dal mondo dei sogni, ma non ci riuscì. Era troppo felice.

Anche Louis aveva un sorriso stampato in faccia. Non si era mai sentito così innamorato.
Quando tentò di alzarsi per mettersi sotto la doccia, Harry lo trattenne per un braccio.

"Non alzarti" disse, la voce più roca del solito, impastata dal sonno.

"Harry, devo andare a lavoro. E tu a scuola"

"Prendiamoci un giorno libero" controbatté Harry, iniziando a lasciare soffici baci sul braccio del più grande.

"Non possiamo farlo" rispose Louis, ma non era totalmente convinto. Anche lui aveva voglia di passare altro tempo da solo con Harry.

"Invece si. Inventati di aver preso l'influenza o che so io" disse Harry, sicuro che l'avrebbe convinto.

"E tu cosa dirai?"

"Niente" rispose semplicemente, mettendosi a sedere sul letto. "Così finirò in punizione. Ed indovina chi è che gestisce le detenzioni?" Chiese retoricamente Harry, ridendo.

Louis alzò gli occhi al cielo.

"Harry non puoi continuare a finire in punizione se vuoi ricevere un diploma"

"Lo so, lo so. Ma è solo l'inizio dell'anno, okay?"

Louis strinse le labbra. Non era molto sicuro del piano di Harry. Ma vedendolo in quel momento, nudo sul suo letto con gli occhi che brillavano di un verde intenso come non avevano mai fatto, decise di lasciar correre.

"Aspettami qui" disse Louis, posando un bacio veloce sulle sue labbra.
Prese il cellulare dalla tasca della giacchia che era stesa per terra -che per qualche assurdo motivo la cosa non lo disturbava affatto- e compose il numero della scuola per chiedere un giorno di finta malattia.

Harry sorrise, alzandosi anche lui. Corse in cucina senza preoccuparsi di indossare niente.
Voleva preparare una colazione perfetta per l'uomo perfetto che lo stava aspettando nella camera da letto.

Conclusa la chiamata, Louis indossò la sua vestaglia blu. Non si era reso conto di essere nudo fino a quel momento, così l'imbarazzo lo colpì all'improvviso.
Con le guance ancora rosse, uscì dalla stanza alla ricerca di Harry.

Quando lo trovò, il ragazzo stava in piedi dietro ai fornelli, girando l'impasto sulla padella.

"Louis, pancakes!" Gridò Harry, appena il suo professore entrò.

"Hanno un profumo delizioso" disse Louis, avvicinandosi. "Come te" aggiunse, sorridendo.

Harry era meraviglioso, e un po' invidiava il fatto che non avesse alcun problema a stare nudo difronte a lui. Così, gli occhi di Louis si potevano beare del suo splendido corpo scultoreo.

Harry mise i pancakes ormai pronti dentro ai piatti, porgendone uno a Louis. Mangiarono in silenzio, lanciandosi sguardi amorevoli. Non era un silenzio imbarazzato bensì uno molto confortevole. Era un momento magico, come del resto ogni momento che condividevano quando erano soli.

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