Nel 1980, tra i profughi dell'esodo di Mariel ci sono Antonio "Tony" Montana e Manolo "Manny" Ribera, due piccoli criminali cubani portati alla Freedom Town, un ghetto di popolazione cubana a Miami. I due riescono ad andarsene in fretta guadagnandosi la protezione del boss criminale Frank Lopez, al vertice di un cartello della droga saldamente affermato. Ottenuta la green card di residenza, i due amici cominciano a lavorare come camerieri e lavapiatti in un chiosco, ma Tony dimostra insofferenza per la sua nuova vita.
Non appena Lopez si rifà vivo tramite il suo tirapiedi Omar Suarez, Tony e Manny si mettono in attività con lui, diventando così gangster. Per prima cosa vengono mandati a comprare una partita di cocaina da alcuni colombiani in un hotel di Miami, ma questo lavoro si rivelerà più difficile del previsto e un loro compare, Angel, viene barbaramente ucciso con una motosega. In seguito Tony inizia ad entrare con maggior confidenza nel giro malavitoso acquistando la fiducia di Lopez, che rimarrà sorpreso del suo carisma e dal suo carattere forte. A casa di Lopez, Tony incontra Elvira Hancock, di cui rimane colpito e si innamora a prima vista; il cubano farà il possibile per conquistarla. Dopo aver raccolto i primi contanti, Tony si reca a casa della madre e della sorella, per dar loro un aiuto economico. Qui riemergono il rapporto conflittuale con la madre, e la stima e il forte senso di protezione nei confronti della sorella minore.
Nel corso della sua attività malavitosa in crescente prosperità, Tony viene mandato da Lopez in Bolivia a Cochabamba insieme a Suarez a trattare per una grossa fornitura di cocaina da Alejandro Sosa, uno dei più grandi produttori delle Ande. Sosa ha subito grande considerazione di Tony e del suo acume, a dispetto però di Suarez, che dopo l'incontro viene pestato e poi impiccato perché ritenuto informatore della polizia.
Tony torna quindi a Miami assicurando a Lopez una fornitura costosa ma che darà i suoi frutti col passare del tempo. Tony, ormai diffidente verso Lopez, rompe ogni rapporto con lui e corteggia la moglie Elvira, azione che gli costa un attentato. Tony sfugge ai sicari scoprendo che Lopez è il loro mandante, e lo fa uccidere da Manny. Da qui in poi Tony diventa sempre più ricco e potente tanto da diventare uno dei signori della droga della città. Sposa Elvira e fa costruire una villa immensa con ogni genere di sfarzo ed eccesso.
Dopo tre anni, quando la banca di fiducia di Tony inizia ad alzare troppo le commissioni per favorire il reimpiego dei proventi illeciti, Manny si rivolge a un ebreo che accetta ogni somma di denaro al tasso del 4%, ciò si rivela però una trappola della polizia che può così incastrare Tony per riciclaggio di denaro sporco, evasione fiscale e traffico di droga. Prima del processo, il gangster cubano viene fatto chiamare in tutta fretta da Alejandro Sosa: entrambi hanno dei problemi che con un aiuto reciproco potrebbero venire risolti. A Villa Sosa sono presenti le più alte personalità politiche e finanziarie boliviane e statunitensi, in presenza delle quali a Tony viene mostrato un documentario di prossima trasmissione in tutte le televisioni del mondo che spiega nel dettaglio tutti i traffici di Sosa e dei suoi collaboratori politici. Viene chiesto quindi a Tony di scortare Alberto, killer specializzato di Sosa, a uccidere il giornalista autore del documentario e di aiutarlo dato che l'uomo non conosce l'inglese e non è mai stato negli Stati Uniti. In cambio, a Washington verrà richiesto di chiudere un occhio sulle malefatte finanziarie del ras di Miami. Tony accetta l'incarico.
Intanto il rapporto tra lui e la moglie diventa sempre più conflittuale a causa dell'apatia, dei vizi di lei e degli eccessi di lui, tanto che dopo una rabbiosa scenata al ristorante Elvira lascia il marito per sempre. Tony si concentra sull'uccisione del giornalista boliviano, programmata tramite un'autobomba a New York, ma quando si rende conto che l'attentato ne sterminerebbe anche la moglie e i figli, fedele ai suoi canonici principi morali desiste e uccide Alberto; Sosa scopre il fatto e giura vendetta. Il cubano torna a Miami, dove gli viene detto che nel frattempo Manny è sparito e che è scappata pure Gina. Dopo un incontro con la madre, che ha scoperto dove la giovane figlia è andata a vivere, Tony si reca subito sul posto. Vedere lei e l'amico in accappatoio, immaginando ciò che hanno fatto, risveglia in lui l'ossessione nei confronti della sorella ed uccide Manny in un raptus di follia. Gina, disperata, rivela al fratello che i due si erano sposati il giorno prima e volevano fargli una sorpresa.
Il signore della droga torna nella sua villa insieme alla sorella, fuori di sé dal dolore, proprio mentre l'esercito di sicari di Sosa si introduce non visto nella tenuta. Tony si rintana nel suo ufficio a sniffare cocaina, rimuginando sul tremendo errore di aver ucciso il suo migliore amico solo per gelosia. Gina lo raggiunge, ancora in accappatoio ma armata di una pistola, e dopo avergli rinfacciato di non sopportare l'idea di lei insieme ad alcun uomo eccetto forse se stesso si mette a sparargli, ferendolo; un sicario di Sosa le spara accidentalmente venendo poi ucciso da Tony. Braccato e oramai distrutto dal dolore, Tony esce dal suo studio armato di un M16 dotato di lanciagranate (gridando nella versione originale la celebre frase "Say hello to my little friend!", tradotta con "Salutatemi il mio amico Sosa!" nel doppiaggio italiano), con cui affronta l'enorme esercito. La disperazione e le massicce dosi di cocaina inalate gli permettono di respingere gli aggressori, finché uno di loro, The Skull, si avvicina lentamente alle sue spalle e lo fredda con una lupara. Tony muore sotto il monumento con scritto The World Is Yours