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Vittoria aveva scelto di ballare sulle note di "Tikibumbum", canzone di Levante, portando in scena una coreografia che mettesse in evidenza il ruolo della donna nella società moderna, le violenze e gli sguardi che una ragazza del ventunesimo secolo era abituata a sopportare. Ballava pensando a riuscirci, a mangiare quel palcoscenico e a prendere tutti i banchi se ci fosse stata la possibilità. C'era ormai solo un ultimo banco disponibile e altri concorrenti da far entrare, sapeva tuttavia e voleva, che quel banco in prima fila portasse il suo nome. Come un sogno che si avvera Vittoria finì la coreografia, piuttosto soddisfatta di aver portato in scena con la massima espressione possibile il dolore e la rabbia di tutte le donne molestate, verbalmente e non solo. Le sarebbe piaciuto diventare un emblema per questa causa, per cui anche lei si batteva tanto. Durante la performance aveva gli occhi dei giudici addosso, le era sembrato anche di riuscire a catturare quelli dei giudici di canto, ma le importava poco, pensava agli occhi color foglie d'autunno del ragazzo che aveva notato prima...
In ogni caso appena Maria le consegnò un microfono, Vittoria si bloccò, era completamente incapace e timida da questo punto di vista e in più aveva la gola secca e il fiatone così cercò di tenere il "gelato" il più lontano possibile dalla sua bocca. Spiegò in poche parole la storia della coreografia e di come con la sua maestra volevano portare in scena un tema così attuale ma allo stesso tempo cruento. Cercò di esprimersi il più chiaramente possibile in modo abbastanza sintetico, tuttavia il fiato grosso la tradì. La maestra Celentano chiese, infatti, sorridendo, se avesse voglia di un po' d'acqua: nom sapeva come prendere quell'affermazione; era forse una provocazione? Una beffa? O un modo velato per dirle che non era adatta a fare la ballerina? Per evitare che queste preoccupazioni prendessero il sopravvento continuò a parlare ringraziando per l'offerta rifiutata. Al termine del suo intervento la parola era ai giudici: la prima a parlare fu Lorella, entusiasta per la performance di Vittoria affermava assolutamente di voler darle un banco, Veronica preferì invece non scegliere un banco poiché non aveva idea di come lavorare su una ballerina prettamente classica/ moderna. Quelle parole suonavano nella testa di Vittoria un po' come una scusa vana, ma non si perse d'animo considerato che puntava al favore della terza maestra in gara, la più temuta. Le parole della Celentano la sorpresero: " sai mi ricordo di te eh, ho giudicato ad un concorso a cui hai partecipato, e se non sbaglio hai anche vinto"- eh si che aveva vinto- "già aha" disse Vittoria timidamente. Non riusciva a capacitarsi che evidentemente era rimasta impressa ad una maestra di tale spessore artistico, continua la
Celentano: "ecco io ti riconfermo la vittoria, banco sì. Spero che farai la scelta giusta perché io si che so come farti lavorare". Finì con il suo ghigno... era un sogno. Nonostante i toni burberi della maestra, Vittoria la stimava molto, sapeva che le sue parole corrispondevano alla realtà e che un giudizio vero era sempre meglio di una realtà mascherata da una dolce bugia. Aveva già chiara la scelta in testa. Maria esordì dunque mandando a posto la ragazza che si sedette a primo banco, posto di Diana del Bufalo che le augurò di continuare a ballare con quel sorriso brillante. Ahh se solo avesse saputo quello che Vittoria aveva affrontato... ma alla ballerina andava bene così, conservò quel consiglio ed ancora tremante per l'emozione si sedette. Mentre Maria annunciava la fine della puntata Vittoria non riusciva ancora a realizzare e iniziò a pingere dall'emozione coprendosi il viso per non sembrare debole. La sensibilità e il pianto sono due elementi che la hanno sempre contraddistinta e che non riusciva a frenare. Ma quando alzò la testa vide...

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