Era notte fonda e camminavo sola per le strade di Tokyo, le luci illuminavano la città ed io non facevo altro che pensare a quando fosse l'ultima volta che vidi le stelle.
Le mie amiche mi avevano abbandonata per andare in qualche locale a bere, ballare e conoscere nuova gente, io purtroppo non amavo i posti affollati allora per quella sera decisi di tornare all'hotel.
Il quartiere di Shibuya era sempre affollato e non sembrava mai dormire, pullulava di gente, luci, profumi e colori. Io mi stavo perdendo, ancora, per l'ennesima volta.Passai mezz'ora a girare a vuoto, addentrandomi sempre più in vie sconosciute mentre il mio navigatore pareva aver gettato la spugna.
Stavo per perdere la speranza quando sentii qualcuno alle mie spalle rivolgermi la parola in giapponese.<Mi Scusi.. avrebbe un accendino?>
Mi voltai e vidi un ragazzo poco in lontananza, che lentamente si stava avvicinando.
<Ah.. Sì>
Risposi d'istinto iniziando a frugare nella mia borsetta nera in cerca dell'accendino. La cosa strana era che non sono nemmeno una fumatrice, ma mi portavo sempre un accendino dietro perché secondo la mia logica poteva sempre tornare utile.
Quando alzai il viso lui ormai era a pochi passi da me e potei guardarlo meglio, incrociai i suoi occhi neri e per un attimo mi fermai attonita da quanto fosse affascinante. Era un ragazzo asiatico, molto probabilmente giapponese, comunque uno dei più belli che io avessi mai visto.<Grazie.>
Mi rispose prendendo l'accendino che tenevo in mano, quel lieve contatto mi riportò nel presente.
I capelli neri gli ricadevano sul viso chiaro in una frangia mossa. Indossava una giacca nera sportiva che dal tessuto pareva impermeabile, abbastanza larga ma che faceva comunque intendere il fisico definito che stava al di sotto.
I jeans blu erano leggermente strappati al livello delle ginocchia con degli anfibi neri ai piedi. Le mani che accendevano la sigaretta avevano dei tatuaggi sulle dita ma non riuscivo a vederli bene nel dettaglio.
A prima vista pareva un coetaneo.<Purtroppo mi devo nascondere per fumare, altrimenti qua ti guardano male>
Il ragazzo prese a parlarmi ma il mio giapponese si fermava a "buongiorno" e "quanto costa?", così scossi la testa rispondendogli in inglese.
<Scusami non parlo molto bene il giapponese, parli inglese?>
Lo vidi scendere come si sedette sul marciapiede inspirando e sospirando subito dopo il fumo in aria, prima di alzare il viso per guardarmi.
<Si abbastanza, sto ancora imparando però.>
Mi rispose in inglese accennandomi un sorriso, in quel momento ricambiai e mi misi le mani nelle tasche del cappotto. Iniziava a far freddino ed era già mezzanotte.
<Sembri già molto bravo>
Risposi in tono amichevole mentre osservavo i suoi capelli corvini così lucenti e sani da riflettere quasi l'insegna neon del ristorante "Ramen 4ver" a fianco. Che nome buffo.
Però che invidia, i miei capelli sempre opachi sicuro non ne sapevano nulla.<Non ti credo, però grazie lo stesso. Ne vuoi una?>
Mi chiese tirando fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca porgendomelo. Rifiutai dicendogli che non ero una fumatrice, al che rimase abbastanza sorpreso.
<E perché hai un accendino?> Chiese.
<Uhm.. perché non si sa mai! Metti caso che ne ho bisogno>
<Tipo quando?>
<Ehm.. se dovessi accendere qualcosa?>
<Una sigaretta?> Domandò.

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Il ragazzo di Tokyo
Short Story7 giorni per conoscerti. 7 giorni per amarti. Una vita per ritrovarti.