bella ciao

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Una mattina
Mi son svegliato
Oh bella ciao
Bella ciao
Bella ciao ciao ciao
Una mattina
Mi son svegliato
E ho trovato l'invasor.

Era il 22 maggio 1939. Felicia aveva litigato con Lovino, e non ne era contenta per niente. Non aveva intenzione di fare scoppiare un'altra guerra mettendosi contro Mussolini. Pensava che in quel modo, tenendolo buono, gli altri paesi li avrebbero aiutati. Avrebbero tolto quel dittatore dal potere e sarebbe tornato tutto alla normalità. Magari senza combattere molto, per evitare altri stermini e inutili spargimenti di sangue.
Però non aveva previsto questo. Non aveva previsto di trovarsi seduta ad un tavolo con Adolf Hitler, Joachim von Ribbentrop e Galeazzo Ciano, costretta a firmare un documento. Non aveva previsto di trovare lì anche Germania, che sembrava scioccato quanto lei. Non aveva previsto nulla di tutto ciò. Non poteva prevedere "Il Patto d'Acciaio". Alla notizia suo fratello si sarebbe arrabbiato sicuramente, ma lei non avrebbe potuto farci nulla. E avrebbe anche dovuto tenerlo buono adesso, dato che Mussolini le aveva fatto capire molto poco elegantemente che voleva toglierlo dalla sovranità del sud e metterci lei al suo posto.
Più tardi quel giorno chiamò suo fratello Lovino, e tra le lacrime gli raccontò che cosa era successo, della loro alleanza con Germania. Lui non riuscì nemmeno a dire nulla, tanto era scioccato, e riattaccò lasciandola sola con il telefono in mano a singhiozzare disperata. Sperava in un aiuto esterno, ma quante probabilità c'erano che arrivasse loro? Chi avrebbe mai voluto aiutare due fascisti?

Quella sera a cena erano presenti anche il suo capo e Lovino, ma non il re. Con odio la ragazza si ritrovò a pensare che probabilmente si stava come sempre nascondendo da qualche parte e lasciava fare a qualcun altro il lavoro sporco. Gli interpreti ridevano alle battute e le traducevano, scatenando risate generali all'inizio del tavolo. Feli invece non riusciva a sorridere nemmeno col piatto di pasta che aveva davanti, cappelletti al ragù direttamente da Ravenna, a differenza dei capi di stato che invece scherzavano e ridevano come se fossero usciti per vedere un film. Né Ludwig né Lovino ascoltavano le parole degli altri, uno impegnato a controllare se Felicia stesse bene e l'altro concentrato sui suoi aglio, olio e peperoncino, in silenzio.
Finché Hitler non raggiunse il limite.
《 Non trovi che un'alleanza sia un po' poco? Dovremmo far sposare tra di loro i nostri paesi. Intendo Venezia e Berlino, naturalmente. Avrebbero anche dei figli in salute e di razza ariana! 》
Ludwig impallidì insieme a Feli, mentre Lovino dovette aspettare la traduzione dell'interprete per capire. I fratelli si guardarono, e Lovino vide l'orrore e terrore negli occhi di sua sorella.
《 Volevo proporlo anche io, e trovo che sia una fantastica idea. Dovremmo fissare una data prima di separarci, che ne pensi? 》
Lovino scattò in piedi furioso mentre l'interprete finiva di tradurre e uscì dalla stanza, premurandosi di sbattersi la porta alle spalle.
Fu l'ultima volta che vide sua sorella prima dello scoppio della guerra.

Oh partigiano
Portami via
Oh bella ciao
Bella ciao
Bella ciao ciao ciao
Partigiano
Portami via
Che mi sento di morir.

Erano nel pieno della guerra, Feli e Ludwig. Stavano nel palazzo del Reichstag, entrambi sempre più stanchi e malati. Provavano ogni perdita sulla loro pelle, ogni assassinio pesava sulla loro coscienza. Il loro matrimonio era stato rimandato alla fine della guerra, ma erano ufficialmente fidanzati. Si tenevano compagnia e di nascosto organizzavano la resistenza, quando un giorno arrivò la notizia. L'8 settembre 1943 era iniziata la Resistenza italiana. Benito e Adolf irruppero furiosi nella camera dei loro stati, trovandoli nel letto insieme a leggere un libro.
《 Felicia! Tuo fratello ci ha traditi, come lo spieghi? Dove si trova ora? 》
Confusa quanto loro li guardò e poi guardò Ludwig, che aveva il suo stesso sguardo perplesso.
《 È scappato da Roma e ha fondato un movimento insieme a dei comunisti! 》
Felicia sentì la stretta di Ludwig stringersi sul suo fianco e lo guardò, notando come il suo sguardo fosse speranzoso, nascosto da un velo di falsa preoccupazione. E allora annuì, fingendosi disgustata. E all'uscita degli altri due sorrise sollevata, facendo una risata di gioia. C'era ancora speranza.

E se io muoio
Da partigiano
Oh bella ciao
Bella ciao
Bella ciao ciao ciao
E se io muoio
Da partigiano
Tu mi devi seppellir.

《 No! Vi prego aiutatemi! Lasciatemi andare! Non voglio morire! 》
Due ragazzi erano stati portati davanti a loro, quel giorno. Due italiani. Avevano attentato alla vita del duce, e ora avrebbero perso la loro. Felicia aveva cercato di opporsi ed era stata picchiata, e ora era in silenzio con impronte viola ovunque e ferite su tutto il corpo. Ludwig non c'era, o l'avrebbe protetta.

I due ragazzi erano molto diversi tra loro. Entrambi erano sicuramente meridionali, siciliani per l'accento, e avevano comportamenti differenti.
Il primo ragazzo urlava e piangeva, chiedendo perdono. Pregava Dio, lo supplicava di aiutarlo, e insultava con ogni tipo di imprecazione i fascisti. Non avrà più di 16 anni, si ritrovò a pensare Felicia.
Il secondo era molto più tranquillo e sicuramente più vecchio. Stava in silenzio ad aspettare la sua fine.
《 Siete accusati- disse una guardia alzando la voce per farsi sentire sopra le urla, che vennero fermate con un pugno ben assestato nello stomaco -di aver attentato alla vita del cavaliere e nostro duce Benito Mussolini. La pena è di morte. 》

I singhiozzi del ragazzino fecero salire le lacrime alla nazione, che si coprì la bocca con una mano per trattenere il dolore che le martellava sul fondo della gola.
《 Le vostre ultime parole? 》
Il primo ragazzino li guardò e gli sputò ai piedi, sempre piangendo, tremando e chiedendo perdono a Dio per tutti i suoi peccati.
Il secondo alzò lo sguardo, dove Felicia riconobbe la stanchezza e la disperazione. Infine parlò.
《 Lunga vita a Lovino Vargas. 》
I lamenti si fecero più forti, e per poco non si trasformarono in urla.
Al rumore dello sparo non si fermarono, e Felicia realizzò che era stata lei a singhiozzare per tutto quel tempo.

Seppellire
Lassù in montagna
Oh bella ciao
Bella ciao
Bella ciao ciao ciao
Seppellire
Lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior.

Erano chiusi in quel bunker da tre mesi ormai. Lei e Ludwig non avevano avuto contatti con il mondo esterno, nemmeno più con Mussolini. Solo loro due, 3 ufficiali SS fidate, e Adolf Hitler. La tensione era alle stelle, e Felicia aveva scoperto di essere incinta. Era solo al 4^ mese e stava affrontando così tanto stress da andare nel panico ogni giorno, pensando di aver abortito spontaneamente. Ludwig era con lei, al suo fianco, ad aiutarla attraverso gli attacchi di panico e il terrore che la pervadeva ogni singolo minuto.
A gennaio del 1945 stavano ascoltando le notizie di uno degli ufficiali sulla guerra e sul fatto che l'Italia li avesse traditi. Feli stava respirando a malapena, troppo preoccupata per il bambino. Hitler era irritato e arrabbiato con l'Italia, e la cosa che in quel momento era più vicina al paese era lei.
Aveva ragione a sentirsi preoccupata. Il pugno le arrivò dritto nel mini pancione che si stava ancora formando, e prima che Ludwig potesse tirarlo indietro, l'aveva riempita di botte con un bastone da passeggio che era lì sotto.
《 Puttana! Tu e il tuo paese di doppiogiochisti del cazzo! Vi ammazzerò tutti! 》
Ludwig voleva ucciderlo in quel momento e subito, ma il fatto che la sua futura moglie stesse singhiozzando sul pavimento rannicchiata e disperata gli fece cambiare priorità.

In quel momento tra le braccia di Ludwig non si sentì sicura. Gli vennero in mente le parole di Hitler, e pianse ancora.
Quel giorno, capì che aveva perso la speranza.

E questo è il fiore
Del partigiano
Oh bella ciao
Bella ciao
Bella ciao ciao ciao
E questo è il fiore
Del partigiano
Morto per la libertà.

25 aprile 1945.
Felicia era distrutta. Aveva perso il bambino, il giorno della crisi di Hitler. E quel giorno lo vide sparare ai tre ufficiali. Chiuse gli occhi, mentre Ludwig le accarezzava i capelli. E quando Adolf si girò verso di loro e gli puntò la pistola addosso, la castana aveva raggiunto il suo limite. Gli saltò addosso. Non pensò due volte a quello che stava facendo, quando scaricò la pistola sulla sua fronte. Continuò a premere il grilletto finché Ludwig non la abbracciò, e a quel punto smise, solo per tremare distrutta.

Qualche ora dopo la botola si aprì, e scesero dei partigiani. Quando li videro, urlarono di gioia. E, da loro, scese Lovino.
E sì, quella era la loro Liberazione, finalmente.

《 E questo è il fiore
Del partigiano
Morto per la libertà. 》

I fratelli finirono di cantare, un po' commossi. Erano contenti di passare del tempo insieme, e il 25 aprile era l'unica occasione che avevano per farlo insieme al 2 giugno. Si guardarono negli occhi e sorrisero, entrambi ricordando gli eventi che avevano vissuto ormai 80 anni prima.
Da non dimenticare.

Bella ciao || ANGST! Hetalia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora