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Giulia non era mai stata lontana da casa e dalla sua famiglia per tanto tempo, l'unica volta in cui era partita da sola era stata a Barcellona, ma in realtà non si era sentita tanto sola, essendo quella la città della madre e soprattutto essendo andata lì con tutti i suoi compagni di danza.
Amava ballare, era l'unica cosa che la faceva sentire viva, l'unica cosa che la faceva stare bene, soprattutto a causa del suo passato.
Ma adesso per lei era arrivato un momento di svolta, stava per fare ciò che le avrebbe potuto cambiare la vita.

Giulia's pov
Durante il tragitto da casa all'aeroporto non ho fatto altro che pensare a come la mia vita potrebbe seriamente essere stravolta.
Non è facile allontanarsi dalla famiglia, dagli amici, dalla mia scuola di danza, che è diventata veramente la mia seconda casa...però se poi penso a tutto ciò di negativo che lascio qui, non sono per nulla dispiaciuta di andare via.
"Giulia, tesoro, siamo arrivati in aeroporto" disse mia madre, distogliendomi dai miei pensieri.
"È ora di prendere quell'aereo signorina, il tuo futuro ti aspetta" proseguì mio padre, mettendomi ancora più ansia di quella che già non avessi...
"Dai giugi saluta papà, io ti aspetto all'ingresso così ti accompagno dentro" disse mia madre e scese subito dalla macchina con la mia valigia a seguito.
"È veramente arrivato questo momento? Sei veramente così cresciuta? Mi sembra ieri quando al tuo primo compleanno ti presi in braccio per spegnere le candeline e tu invece prendesti la panna dalla torta e me la spalmasti in faccia, ridendo come solo tu fai! E invece adesso eccoti qui, a 18 anni, a prendere un volo da sola, per un'altra città, per inseguire il tuo sogno. Non so neanche come spiegare quanto io sia orgoglioso di te Giuli, so quanto tu ci tenga e quanti sacrifici hai fatto. Spero che ogni tuo desiderio si realizzi..."
"Si papà, ma così mi fai piangere. Smettila o perderò l'aereo per rimanere qui ad abbracciarti ancora!"
"Hai ragione, hai ragione! Sai come sono fatto, mi faccio prendere molto. Vai a prendere quell'aereo e spacca tutto bimba mia!"
"Grazie papi, appena arrivo ti chiamo. Ti voglio bene!" gli dissi abbracciandolo e scesi dalla macchina correndo verso mia madre che mi aspettava davanti la porta.
"Buena suerte chiquitita mia! Vai lì e spacca come sempre! Te quiero un montón lo sabes!" mi disse mia madre una volta arrivate ai controlli, dove doveva salutarmi. Con mia madre ho sempre parlato un po' spagnolo, essendo lei di Barcellona, e un po' italiano, tanto che ormai era diventata un'abitudine mischiare le due lingue.
"Gracias mamá, yo también te quieroo! Ti chiamo quando arrivo!" le dissi, e dopo averla abbracciata e aver fatto i controlli mi diressi subito verso l'imbarco che sarebbe iniziato in pochi minuti.
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"Stiamo per atterrare all'aeroporto di Milano Malpensa. Tutti i passeggeri sono pregati di allacciare le cinture" la voce squillante dell'hostess mi distrasse dai miei pensieri e dopo pochi minuti mi ritrovai davanti le porte scorrevoli dell'aeroporto di Milano.
La prima cosa che feci fu chiamare i miei genitori per avvisarli che fosse andato tutto bene, come gli avevo promesso, e subito dopo andai dritta verso l'uscita e presi un taxi che mi portò direttamente all'Accademia.
Vista di presenza era ancora più bella che dalle foto! L'atrio esterno era pieno di gente, che come me sperava di realizzare il proprio sogno, mentre all'interno si vedevano ragazzi, già alunni dell'Accademia, passare da un'aula all'altra per le lezioni di canto e ballo.
Rimasi li ad aspettare che mi chiamassero per fare l'audizione, e dopo un'ora circa, finalmente sentì il mio nome
"La signorina Giulia Stabile, prego mi segua" mi alzai subito e corsi dietro a quella bella signora mora sulla 40ina, che a primo impatto mi era sembrata molto amorevole.
"Pronta?" mi domandò lei una volta davanti alla porta dell'aula, "Credo di si" risposi in preda all'ansia "Non ti preoccupare andrà bene, in bocca al lupo!" e un minuto dopo stavo già ballando davanti ai prof, nella speranza che venissi ammessa all'accademia.
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"Grazie mille, si può accomodare fuori e aspettare che vengano appesi i risultati in bacheca per scoprire se è stata presa o meno" disse un professore dopo che avevo finito tutte le coreografie.
Presi tutte le mie cose, uscì dalla sala e mi diressi di nuovo verso l'esterno. Mi sedetti su un gradino vicino ad una ragazza, sembrava un po' più grande di me, aveva dei lunghi capelli castano scuro e dei bei occhi marroni con l'eye-liner messo in modo pazzesco. Si girò verso di me e con un po' di timidezza mi disse
"Anche tu hai fatto le audizioni?"
"Esatto" risposi,
"Piacere Serena"
"Giulia, piacere mio"
"Quanti anni hai?"
"18, tu?"
"20. Da quanto tempo balli?"
"Beh da quando avevo circa 3 anni!"
"Oh beh anche io, ti capisco a pieno! Sarebbe veramente un sogno entrare qui..."
"Lo spero da quando sono piccola, e il solo fatto di essere qui mi rende già felice"
La nostra conversazione fu interrotta da una voce maschile,
"I risultati sono stati appesi in bacheca, potete andare a controllare se siete stati ammessi o meno. In ogni caso complimenti a tutti!"
Sia io che Serena ci avvicinammo a vedere e fu un miracolo che non svenni quando lessi
"Giulia Lola Stabile...AMMESSA".
Non ci potevo credere, non riuscivo veramente a realizzarlo. Il mio sogno si stava piano piano realizzando e non potevo esserne più felice.
"Eiii, com'è andata? Sei stata presaa?" mi domando Serena facendomi tornare sulla terra,
"Sii e tu?"
"Sisi anche io per fortuna! Non riesco a crederci!"
"Mi sembra di stare sognando! In che dormitorio sei?"
"B se non sbaglio. Tu?"
"A"
"Peccato speravo fossimo insieme, sei l'unica persona che conosco qui ahahah"
"Beh si anche io in realtà, però sono felice, potremo comunque vederci"
"Si certo! Bene adesso vado a cercare la mia camera, ci vediamo dopo Giuli"
"A dopo!"
Quando Serena se ne andò rimasi sola al centro del corridoio, e iniziai a sentire una voce che proveniva da una sala che non sembrava essere molto distante. Mi avvicinai e sbirciando dalle vetrate, notai un bel ragazzo, molto alto, con dei capelli castani ricciolini e due occhi azzurri, che era inevitabile non notare.
Stava cantando una canzone che non avevo mai sentito prima, probabilmente un suo pezzo.
Non mi dispiaceva affatto, anzi mi gasava un sacco, ma mentre lo ascoltavo, qualcuno mi toccò la spalla facendomi saltare in aria.
"Tu devi essere Giulia!" disse una ragazza con un sorriso a 32 denti stampato in volto "Piacere, io sono Martina! Sono la tua compagna di stanza".
"Piacere mio!"
"Che ne dici se ti accompagno in camera e ti faccio fare un po' il giro dello studio, per conoscerlo meglio?"
"Mi sembra perfetto, grazie mille!"
e ci incamminammo verso i dormitori.
Martina era veramente una bella ragazza, alta, slanciata, caschetto nero con frangia e occhi marroni; durante il tragitto mi raccontò un po' di se, aveva 20 anni, era una ballerina di latino americano, ballava da quando era molto piccola, e soprattutto dopo la scomparsa di suo padre, ballava per lui, e pensai che non ci fosse cosa più bella di quella.
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"Amo, guarda chi ti ho portato!" disse Marti dopo aver aperto la porta, parlando con un'altra ragazza che si trovava già in stanza.
"Giulia!" disse lei "Che piacere conoscerti, non vedevo l'ora arrivassi! Piacere Rosa" continuò.
"Il piacere è mio!" risposi io "Siete tutti così gentili qui, grazie!"
"Oh ma figurati!" rispose Rosa.
Anche Rosa era bellissima, aveva dei lunghi capelli lisci e neri che si sposavano perfettamente con i suoi occhi marroni.
Nonostante fosse più grande di me, era leggermente più bassa, ma aveva un fisico stupendo, era esattamente come sarei voluta essere.

Dopo aver sistemato un po' le mie cose in camera e aver conosciuto meglio le mie compagne di stanza, Martina mi fece fare il giro dell'Accademia.
Era veramente enorme, tra canto e ballo c'erano minimo 20 aule, e quando aprì la porta di una, trovò lì dentro 4 ragazzi.
"oh eccovi finalmente" disse Marti rivolgendosi ai ragazzi "vi presento Giulia, è una nuova ballerina allieva dell'Accademia, ed è la mia nuova compagna di stanza!"
"Piacere, io sono Tommaso, ma puoi chiamarmi Tommy" disse uno dei ragazzi, era molto alto, con un fisico scolpito, occhi azzurri e capelli biondi scuri
"E loro sono Leo"
"Piacere Leonardo" disse un altro di loro, anche lui molto alto con un bel fisico, ma moro con gli occhi scuri, e una cosa che colpì subito la mia attenzione, i baffi perfettamente curati, che lo facevano sembrare molto più grande dell'età che in realtà pensavo avesse.
"Evandro" continuò Tommaso
"Bella, io sono Ev" disse il più piccoletto tra i 4, era bassino, biondo, con gli occhi scuri.
"E dulcis in fundo, Sam" disse infine Tommy,
"Piacere, Samuele" concluse l'ultimo dei 4; era un ragazzo abbastanza alto, magro, con dei capelli lisci castani e gli occhi nocciola.
"Il piacere è mio ragazzi, spero di potervi conoscere meglio!" dissi io e subito dopo martina mi interruppe
"Bene ragazzi, noi adesso andiamo, faccio finire il tour a Giulietta. Ci vediamo dopo!"
"A dopo ragazze!" dissero tutti loro in coro e noi ce ne andammo.
Una volta finita la visita di tutta la scuola, circa per le 19, tornai in camera, nonostante ancora non riuscissi ad orientarmi benissimo.
Presi il telefono, mi poggiai sul mio letto e in pochi minuti, nonostante non fosse quello il mio intento, ero già nel mondo dei sogni.

You'll be my ladyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora