L'ora di storia dell'arte sembra non passare mai.
Tamburello con la matita sul libro, mentre guardo fuori dalla finestra, il cielo è leggermente uggiosa e spero che non venga a piovere proprio quando dobbiamo uscire.
L'ora giunge al termine quindi rivolgo il mio sguardo alla professoressa.
"mi raccomando ricordatevi che domani c'è il compito" dice prima di prendere la sua borsa e abbandonare la classe.
Qualcuno mi richiama quindi mi giro, controvoglia.
"Ve' hai gli appunti di Brunelleschi?" mi chiede Sofia, una mia compagna di classe.
"sì, ma li ho sul computer te le invio appena arrivo a casa"
Annuisce ringraziandomi, dando poi attenzione alla sua compagna di banco.
Prendo uno dei miei tanti quadernini e inzio a disegnare qualcosa, lo faccio quando ho troppi pensieri per la testa, riesco a liberare la mia mente incasinata.
L'ingresso del professore di matematica mi fa distrarre quindi ripongo tutto nello zaino, prendendo il quaderno e la calcolatrice.
Dopo un pó il mio sguardo viene catturato dai rumori fuori la porta e, vista la mia eccessiva curiosità, decido di sporgermi.
Quello che vedo è un gruppo di ragazzi che scherzano, successivamente passano vicino alla nostra classe e il mio sguardo si incrocia con un altro, celestiale, paradisiaco, colta in fragrante non posso far altro che arrossire e distogliere lo sguardo.
Prendo appunti, ma vengo distratta dal suono della campanella che annuncia la fine della giornata scolastica.
Esco fuori mentre sento chiamarmi.
"Venere!"
Mi giro e sorrido alla sua vista.
"Luca" lo saluto con la mano mentre lui mi mima un 'chiamami' annuisco e raggiungo le mie due migliori amiche fuori al cancello che mi aspettano.
Le abbraccio e decidiamo di riparci sotto un caffè, approfittandone anche di berci qualcosa di caldo, visto il freddo all'esterno.
"allora come è andata la giornata?" chiede Selena.
"tutto bene" rispondo.
Mi raccontano di come è andato il compito di latino che aveva svolto, mentre io resto attenta sorseggiando un the caldo e delle volte annuisco.
Guardo il mio polso notando l'ora.
"ragazze io vado a casa, damani ho la verifica di storia dell'arte, ci sentiamo più tardi"Le mando un bacio mentre esco dal locale, cerco di riparmi con il mio giubbino, mentre nelle mie orecchie risuna la melodia di Halsey, uno dei suoi tanti capolavori.
Mi perdo a guardare le goccioline che cadono dal cielo depositandosi sul mio viso.
La pioggia suscita in me la forza e la voglia di svolgere i miei piani ancora di più e non vedo l'ora di arrivare a casa per dipingere.
Pitturare mi ha sempre salvata,
mi ha sempre curata,
mi ha sempre supportata.
Occupa molto spazio nel mio cuore per questo non ho posto per l'amore o altre cose del genere.Apro lo zaino cercando il telefono visto lo squillare incessante.
E mentre sono intenta a fare ciò che il mio corpo, in un millesimo di secondo, si ritrova a terra come il mio zaino e i miei oggetti.
"perdonami sono distratta" dico.
Non alzo lo sguardo e raccolgo ciò che si trova sull'asfalto. Qualcuno però mi aiuta e senza rendercene conto le nostre mani finiscono su un evidenziatore rosa, uno dei tanti, ed è lì che i miei occhi si posano sulla figura davanti a me e per poco non perdo un battito.
Gli occhi azzurri mi scrutano e faccio lo stesso anch'io osservando i suoi capelli bagnati fradici e un sorrisetto spunta dalle sue labbra, ma si ricompone subito.
Vengo riportata alla realtà dal suono di un clacson di una macchina.
Raccolgo tutto e pronuncio un flebile 'grazie', impercettibile.
Senza voltarmi raggiungo in fretta e furia la mia abitazione e, chiusa la porta alle mie spalle, corro nella mia stanza per togliermi i vestiti e fare una bella doccia calda.
Esco fuori, mi vesto e ritorno nella mia camera posizionandomi alla scrivania.
Mentre ripeto Giotto, decido di prendere una delle mie tante tele e dipingere, e senza accorgermene sulla superficie compare un occhio celeste.
STAI LEGGENDO
amo il tuo silenzio|sangiovanni
Fanfiction"dentro ogni tuo silenzio sento l'urlo di Munch"