Recluta.

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[Giorno della cattura della famiglia reale,
due ore prima della catastrofe]

Sbuffò Emerauld, scostando quella grossa gonna porpora dal suo tragitto, voleva evitare di inciamparci.
Le cose per se e per suo "padre" non si mettevano nel migliore dei modi, parevano aver capito che la famiglia reale fosse solo una copertura e che, in realtà, loro fossero solo degli impostori.
Per quanto bevesse il te in maniera raffinata, per quanto interloquisse con intelligenza e per quanto fosse bella, non avrebbe mai avuto il sangue blu.
Indossava dei pantaloni comodi e il movimento tridimensionale sotto quell'ingombrante abito, aveva intenzione di darsela a gambe il prima possibile, e lo avrebbe fatto lanciandosi dalla finestra della sua camera dove, di sotto, la attendeva Maximus già sellato è pronto al galoppo.

Maximus, il cavallo che avrebbe usato per fuggire, le era stato donato un anno dopo la sua incoronazione, era un bellissimo Lipizzano bianco dalla criniera dorata; quando lo vide per la prima volta era stato legato in malo modo poiché venne descritto dai Gendarmi "indomabile", se la principessa non avesse pregato il re di poterlo avere tutto per se probabilmente sarebbe diventato la cena di qualche nobile viziato.
Tutti si stupirono quando il cavallo, dopo aver sbuffato qualche volta di troppo, si fece carezzare dalla giovane dagli occhi color ambra.
Da quel giorno Maximus e Emerauld diventarono amici, nessuno avrebbe potuto separarli.

Aveva un piano preciso, il re era nelle sue stanze attendendo la sua sorte, senza nemmeno voler provare a fuggire, dopotutto con tutte quelle droghe che gli rifilavano nel vino probabilmente non immaginava nemmeno cosa gli sarebbe accaduto una volta nelle grinfie del nemico, ma lei era troppo giovane per morire.
Avrebbe aspettato che gli uomini del corpo di ricerca entrassero nel castello, poi sarebbe fuggita con una catena di lenzuola che penzolava già dalla propria finestra, sarebbe scappata e si sarebbe nascosta fin quando le acque non si sarebbero calmate.
Sulla sella di Maximus erano già posizionate due borse, una con dei viveri, l'altra con i propri gioielli più costosi, non era un furto dopotutto, e le serviva assolutamente del denaro per poter sopravvivere lì fuori.

Quando sentì i primi colpi provenire probabilmente dal portone, si sfilò quell'ingombrante gonnellone ed infilò il mantello verde di velluto, coprendosi il volto con il cappuccio, il corpetto color cremisi le ostacolava la giusta respirazione, ma se ne sarebbe fatta una ragione.
Con un balzo atterrò in sella al proprio destriero, con un colpo di talloni comandò lo stallone, ed entrambi partirono in una corsa contro il tempo.

«Dai bello, ancora un po'...»
Spronò Maximus a correre ancora più veloce, a breve sarebbe uscita dal confine della città principale entrando in un territorio abbastanza sicuro.
Le era sembrato strano che non ci fossero guardie a controllare che nessuno uscisse dal palazzo reale, probabilmente il motivo era quello che la sottovalutavano, dopotutto per loro era solo la principessa.
Non sapevano di certo che fosse stata allenata per anni per diventare una spia dei gendarmi, non sapevano quante volte avesse rubato informazioni preziose o sottratto attrezzature utili alla sconfitta dei giganti.
Ma anche lei li aveva sottovalutati.
Improvvisamente si ritrovò accerchiata da soldati, uno lanciò un arpione legando Maximus in modo che la donna non potesse fuggire.
«Scendi immediatamente dal cavallo se hai cara la vita!»

Emerauld non sapeva cosa fare, di certo non aveva modo di affrontarli tutti: avrebbe perso senza dubbio, erano fin troppi e lei era una.
«Va bene, va bene, scendo subito...»
Con le mani in segno di resa la mora fece come per scendere dal suo destriero, ma velocemente liberò gli arpioni del movimento 3DM afferrando i due soldati e facendoli cadere proprio dinnanzi a lei; afferrò le briglie di Maximus pronta a ripartire, ma una lama fredda le si posò sulla gola.
Era in trappola.

[Un'ora dopo la catastrofe, quartier generale del Corpo di Ricerca]

Guardava Maximus legato malamente dinnanzi a se, era legata con una corda al busto dell'uomo, mezz'uomo vista la statura, che l'aveva catturata.

La lama toccava la pelle candida, era arrivata la sua ora, era sopravvissuta fin troppo per essere una vagabonda senza casa.
Probabilmente quel qualcosa chiamato Dio reclamava la sua presenza.
«Non azzardarti a muoverti, ragazzina.»
Era una mano ferma quella che le stava per togliere la vita, senza dubbio quel qualcuno non avrebbe atteso ancora molto per tagliarle la gola.
«Levi, lasciala.»
Lo sguardo dorato saettò su quella figura che pareva volerle salvare la vita, lo conosceva, era il Capitano Erwin Smith.
Se fosse riuscito a salvarla lo avrebbe ribattezzato come angelo custode.
«Levi, lei ci serve, lasciala.»
La presa intorno al suo collo si allentò e, istintivamente, Emerauld posò sulla parte lesa una mano.
«Lei è la principessa.»

Maximus pareva contrariato da quella morsa, Emerauld ormai era in balia del vento, polsi legati e cappuccio sulle spalle: sapevano perfettamente chi fosse.
«Cosa mi farete?»
La domanda arrivò alle orecchie di tuffi impertinente, sulle labbra di Erwin comparve un sorrisetto: il bastardo si divertiva.
«So che ti piace combattere...»
Emerauld aggrottò le sopracciglia, nessuno avrebbe dovuto sapere che la principessa fosse  in realtà una spia allenata per aiutare i gendarmi nella loro salita al potere.
«Rilassati mocciosa, ti studiamo da mesi, sarai anche forte ma non sei per niente discreta.»
La voce dell'uomo al quale era legata, in senso letterale, pareva essere annoiata e priva di interesse nei suoi confronti.
Si morse la lingua ricordandosi di essere in primis una principessa per non rispondere con una frase infelice, fortunatamente Erwin prese di nuovo parola.
«Hai la possibilità di diventare un nuovo membro del corpo di ricerca.»
Emerauld sgranò gli occhi: non l'avrebbero uccisa?
«Se non accetterai verrai arrestata per alto tradimento, se verrai con noi diremo che sei sempre stata nostra complice.»
Quell'uomo era un calcolatore, ma le stava salvando la vita.
«Ho una condizione.»
Emerauld si rivolse al capitano, con sguardo deciso.
«Oi mocciosa, non sei nella posizione di dettare legge, piuttosto...»
Il caporale Levi non terminò la frase, poiché Emerauld lo interruppe: lo stava ignorando.
«Rivoglio il mio cavallo.»
Erwin Smith sorrise, probabilmente con quella ragazzina si sarebbero divertiti parecchio.
«Accettiamo.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2021 ⏰

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