two.✿

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«Everytime I close my eyes
It's like a dark paradise.»
Lana Del Rey, Dark Paradise.

Credo che nessuno di noi sia stato rinchiuso qui in uno stato di reale pazzia.
É stesso questo posto a far perdere la testa.
I passi lenti, le urla, il suono metallico delle sbarre che sbattono, tutto rimbomba qui dentro, e fa fottutamente male tanto che arrivo a dover chiudere gli occhi e a trasportarmi con la mente in un altro mondo per avere un po' di sollievo, per entrare nel mio piccolo paradiso.
Ora é notte, sono stesa nel letto sudicio con le mani e i piedi stretti nella morsa delle cinghie.
Harry è affianco a me, nella mia stessa situazione, anche lui con gli arti di un colore anomalo per la mancanza di una normale circolazione sanguigna.
Il suo viso è rilassato, sembra dormire tranquillamente.
Le sue labbra sono gonfie e rosee mentre rilasciano piccoli e dolci sbuffi.

Sembra un angelo capitato nel posto sbagliato.

Scuoto la testa in modo che i miei capelli si spostino su una sola spalla e possa osservare meglio la bellissima creatura accanto a me.
Cerco di farmi trasmettere quella serenità che dimostra e decido di stendermi, ma ad un tratto un urlo, che proviene proprio da quelle dolci labbra, squarcia il silenzio teso della notte.
Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti la figura tremolante di Harry, liberata dalle cinghie, con il viso aggrottato, i pugni stretti e le vene gonfie.

Calde lacrime solcano il suo viso pallido.

«Harry.» dico cercando di attirare la sua attenzione.

Ci riesco, tanto che, singhiozzante, si avvicina a me, mi libera dalle cinghie e si butta tra le mie braccia, come se fosse un bimbo innocente.
Il cuore mi tamburella nel petto mentre lui incastra il viso nell'incavo del mio collo continuando a singhiozzare.

«Io non volevo, davvero non volevo.»

A queste parole gli prendo il mento fra le dita e faccio in modo che i suoi occhi puntino dritti nei miei.

«Cosa Harry, cosa non volevi?» domando.

«Non volevo ucciderli, non é colpa mia, é colpa loro, non é stata volontà di Harry ma volontà loro.» sussurra tremolante.

A quel punto capisco, si riferisce alle voci.

«Ehi ehi, ascoltami, io so che non sei stato tu, tranquillo, siamo sulla stessa barca e lo supereremo insieme.» lo rassicuro accarezzandogli una guancia.

Non ho mai avuto contatti così dolci e..veri con qualcuno.

Lui annuisce e prende le mie mani fra le sue.
Le accarezza e nota tutte le mie cicatrici e i tagli ancora freschi.

«C-cos'hai fatto?» chiede in un sussurro.

«A volte credo di essere morta, insomma non c'é differenza fra la morte e questa vita, non sento il mio respiro, non sento il battito del mio cuore, e l'unico modo per capire se sono viva é quello di provare dolore.
Mi graffio con un chiodo per capire se riesco ancora a percepire dolore.
E sai cosa mi preoccupa?
Io neanche il dolore percepisco più

Spazio Autrice.
Buonasera a tutti i lettori di questa storia, sento di dovervi chiedere immensamente scusa perché sono una frana con gli aggiornamenti veloci.
Pur avendo i capitoli pronti non riesco mai a trovare il tempo, scusatemi ancora.
Spero che non vi abbia deluso dopo tutta quest'attesa, fatemi sapere, magari con un bel commento o se vi é piaciuto il capitolo con un voto, mi farebbe molto piacere!
Se qualcosa non vi é chiaro sono a disposizione per dare spiegazioni o altro.
Alla prossima, spero presto, un bacione.
Ila.

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