Prologo

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Serena

Sentivo il fiato bruciarmi I polmoni, i muscoli bruciarmi. Non avrei potuto correre ancora per molto tempo, ma la mia mente sapeva chiaramente che se mi fossi fermata, qualcosa di terribile sarebbe accaduto. Ma quello che non potevo sopportare era che non sapevo dove stavo andando e non sapevo dove fossero i miei amici. Ero da sola, e mi aggiravo in un luogo completamente sconosciuto, e totalmente indifesa contro uno dei più grandi pericoli che avessi mai affrontato nella mia vita. Passavo rapidamente da una strada ad un'altra. Ognuna di essa era identica alla precedente: buia, deserta e silenziosa. Mentre mi guardavo indietro, pensavo al momento in cui avevo deciso di intraprendere quel viaggio. Quell'esatto momento in cui avevo deciso di lasciare Myrisias di nuovo, di recarmi dopo un anno di lontananza, di nuovo ad Auradon e di intraprendere il percorso per la ricerca della verità su quanto successo quel lontano giorno dell'incoronazione, quando Malefica, la signora di ogni male, si era arresa a me e alla fiamma dorata. Una fiamma che fino a quel momento non avevo compreso nella sua interezza, ma che ora, era diventata più chiara, ma ad un prezzo che non ero né pronta, né disposta a pagare. Nella mia testa risuonava l'idea che se avessi saputo con largo anticipo le conseguenze che le mie indagini avrebbero scatenato, probabilmente non avrei mai deciso di lasciare il mio palazzo. Non capivo come, né tanto meno il perché, la mia ricerca avesse portato, in un modo o nell'altro, a quel preciso istante. Un momento che, proprio come le vie che stavo percorrendo, erano oscure e solitarie, un luogo dove tutte le mie certezze e la mia realtà erano state stravolte e condannate probabilmente ad una fine che nessuno si sarebbe aspettato. Sapevo solo che la situazione che stavo vivendo non potesse effettivamente essere più lontana di così da quelle che erano le mie aspettative. Volevo solo ritrovare i miei amici, e tornare ad essere tutti sani e salvi ad Auradon, e speravo inoltre con tutta me stessa che qualsiasi cosa mi stesse rincorrendo in quel momento, non fosse abbastanza potente da poter varcare le soglie incantate del luogo, e raggiungere il nostro mondo. Sarebbe stata una vera catastrofe.

Mal & Ben

Stando li rinchiusi in quella sorta di scantinato, lontano da ogni pericolo, immersi in un religioso silenzio, si chiedevano entrambi se la loro decisione di avventurarsi entrambi nella ricerca della verità per aiutare Serena, non fosse stata in realtà avventata. Ormai avevano perso il conto dei giorni da cui non vedevano più il loro adorato Alexius, non sapevano come stesse, e come procedevano le questioni politiche ad Auradon. Erano preoccupati di tutto ciò che si erano persi fino a quel momento, e sapevano che con tutta probabilità non sarebbero tornati presto a casa. Non avevano ormai notizie dei loro amici da ore, e non sapevano dove fossero, e se stessero bene. Cominciavano a chiedersi se tutto quel rischio valesse effettivamente il risultato. Non ne erano convinti.

Mal: dobbiamo intervenire. Non possiamo stare qui a fare nulla.

Ben: Capisci che è una follia!?!? Non possiamo uscire e addentrarci in quel luogo senza la mappa. È una condanna a morte certa.

Mal: Ben, i nostri amici sono li da ore, e non sappiamo come stanno, se hanno bisogno di una mano... non sappiamo nulla.

Ben: si, ma per noi è pericoloso quell'ambiente. Hai visto anche tu cosa ci ha fatto la scorsa volta. Abbiamo rischiato troppo.

Mal: lo so, è solo che è frustrante. Forse non saremmo mai dovuti venire. Forse avremmo dovuto fermare Serena.

Ben: come potevamo sapere tutto questo? Semplicemente non potevamo. È solo che siamo incappati in qualcosa più grande di noi, e che non eravamo pronti a gestire. Forse il nostro unico errore è stato permettere a Serena di arrivare così a fondo. Avremmo dovuto fermarla prima.

Mal: Non so Ben. Mi sento inutile in questo momento. Non mi piace. Non è per me.

Ben: Lo so, ma come ho già detto, c'è poco da fare. Se non possiamo raggiungerli, l'unica cosa ragionevole è rimanere al sicuro nel posto stabilito, e aspettare il loro ritorno.

La frustrazione di Mal era percepibile col solo sguardo, Ben si era avvicinato a lei, e l'aveva stretta in un amorevole abbraccio, poi le aveva candidamente baciato la fronte, ripensando a quello che si erano detti, a quanto avrebbe voluto appoggiare la sua idea, per tranquillizzarla, e tranquillizzare in contemporanea se stesso, dando coscienza ad entrambi del fatto che i loro amici stessero bene, e che tutto si sarebbe concluso di lì a poco. Quanto si sbagliava. Se solo ne avesse avuto un'idea. Nessuno dei due conosceva ancora la natura della triste notizia che avrebbero ricevuto al ritorno dei loro amici, e non sapevano ancora che quello era solo l'inizio di tutto.

Descendants - Le origini della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora