Prologo

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Uno schizzo di sangue si allungò sferzante contro la vetrata che separava gli spettatori dal rettangolo di ghiaccio dove i giocatori di hockey della "Detroit University" stavano disputando la prima partita del campionato universitario contro la "St. Mary" di Boston. Non era ancora terminato il secondo periodo che già il sangue la faceva da padrone. Stavolta, a prendere una bella botta in pieno volto, fu il capitano della "Detroit University", Tyler Rooming, che di certo non si tirava indietro quando c'era da menare le mani, sia in campo che fuori. Ma era un idolo per l'intera comunità studentesca da ben quattro anni e gli veniva perdonato praticamente tutto. Sì, perché già dal primo anno Tyler si era preso il suo posto... spaccando il setto nasale all'allora capitano della squadra di hockey ed era stato subito "Tyler il Golden Boy", il capitano, l'attaccante con all'attivo il più alto numero di reti segnate nella "Detroit University".

Il pubblico, gremito sugli spalti, cominciò a ruggire contro il malcapitato che aveva osato toccare Tyler. La rissa venne sedata con non poca fatica e con il solito arbitro con il culo a terra. Tyler venne medicato e rientrò in campo senza problemi. Piccolo taglio trasversale sul ponte del naso ancora miracolosamente perfetto, un po' di cicatrizzante e via a vincere la prima partita del campionato. Infilò il caschetto e guardò di traverso il coglione che lo aveva ferito, mentre i pattini scivolavano sul ghiaccio e Tyler riprendeva la sua posizione in campo.

-Frocio del cazzo! Finisco di spaccartelo quel naso!- gli disse l'avversario a denti stretti. Tyler sorrise, non era un mistero che fosse gay e a volte incontrava qualche coglione, come quello che aveva di fronte in quel momento, il quale pensava di innervosirlo con quegli insulti neanche più tanto di moda.

-Io sono frocio e tornerai a casa con il culo spaccato.- gli rispose ironico con un ghigno malefico.

Sugli spalti, Brian Leed, presidente del club di lettura della "Detroit University", prendeva noiosamente a morsi una mela, per nulla coinvolto nell'entusiasmo generale, pensando con stizza che sarebbe toccato a lui far sparire tutti quei fottuti schizzi di sangue! Brian era il "Golden Boy" degli studenti che non seguivano e non amavano l'hockey. Degli studenti che arricciavano il naso nell'udire nome "Tyler" e s'illuminavano sentendo "Brian"!

Brian era carino, affabile, tranquillo, dolce, con due grandi occhi color cioccolato e morbidi capelli scuri un po' mossi. Il contrario di Tyler anche fisicamente. Il giocatore era biondo scuro, capelli lisci, occhi di ghiaccio. Fascinoso da morire, pieno di fuoco. Brian era pacato e ideale da presentare in famiglia... se in famiglia erano ben accetti ragazzi gay, s'intende!

Brian finì la mela, gettòil torso in un cestino e lo sbadiglio nato sulle belle labbra divenne unosbuffo stizzito quando in campo scoppiò un'altra rissa!

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