VI Capitolo

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INVIDIA = Per l'invidioso, la felicità altrui è fonte di personale frustrazione. Sminuisce i successi altrui e li attribuisce alla fortuna o al caso o sostiene che siano frutto di ingiustizia.

Siobhan stava male,ancora. I ragazzi del paese l'avevano presa in giro di nuovo a casa della sua cicatrice,che partiva dalla guancia sinistra e arrivava fin sotto l'orecchio.

Anche così rimaneva bella,e questa era la sua maledizione,da sempre.

Non aveva mai avuto un amico vero,perché la gente la invidiava per il suo viso e per la sua carattere,che la rendevano più simile ad un angelo che a una persona.

Non era mai riuscita a pensar male di qualcuno o parlare in maniera cattiva, ma ciononostante le sue coetanee la consideravano una gatta morta e le sparlavano dietro.

Avevano iniziato ad escluderla anche a scuola,e I ragazzi non intervenivano perché pensavano si atteggiasse troppo a principessa,opinione comune del paese in cui abitava.

In realtà lei era veramente timida,e molte volte neanche sapeva come rispondere alle avancés dei ragazzi,che per questo la consideravano una str**za.

Un giorno,questa situazione era degenerata e per poco non sfociava in tragedia.

May, la ragazza più popolare dell'istituto che frequentava,le aveva teso un agguato dopo la fine delle lezioni grazie all'aiuto di alcune sue "amiche" e all'omertà dei ragazzi e gli adulti che avevano fatto finta di nulla,non reputando qualcosa del genere abbastanza sospetta.

Dopo averla trascinata negli spogliatoi della palestra,l'avevano aggredita verbalmente,ma vedendo che Siobhan non reagiva agli insulti, May aveva preso un coccio di vetro trovato là per terra e senza pensarci si era scagliata contro di lei.

Le altre,accorgendosi che la situazione si era fatta seria, la bloccarono e se ne andarono,non prima di aver minacciato Siobhan di tenere la bocca chiusa,oppure...

Fortunatamente May non aveva toccato l'occhio,anche se ci era arrivata molto vicina, e non aveva danneggiato nessun punto vitale.

La ferita aveva lasciato una cicatrice,ovviamente, ma la ragazza la considerava quasi una punizione meritata,iniziando a credere di essere una persona malevola e maliziosa,perché sennò gli altri non l'avrebbero esclusa.

Come ho già detto,era ingenua,e non capiva la differenza fra l'invidia "sana",che ti porta a dare il tuo meglio per raggiungere il massimo,e quella "malevola",che portava gli uomini a compiere le azioni più reprimevoli solo per ottenere ciò che desideravano.

Quel giorno,Siobhan stava nel portico dietro casa,dove abitavano pacificamente gli unici suoi due amici, il suo gatto Malachia,pestifero ma adorabile, e il cane Malva, ormai avanti con gli anni ma tranquilla e pacata.

Saoirse McCounaghey era morta dopo aver dato alla luce la figlia e il padre Nathaniel l'aveva abbondonata a se stessa,andando in giro per il mondo a causa del suo lavoro,l'archeologo, e mandandole ogni mese una somma di denaro con cui sostenere le spese.

Mentre dava da mangiare agli animali,avvertì dei passi dietro di lei che la allarmarono. Malachia e Malva si misero in posizione di difesa davanti a lei,scoprendo i denti e gli artigli e pronti ad attaccare lo sconosciuto, che alzò semplicemente una mano e sorrise.

I due animali si rilassarono,e questo convinse Siobhan ad avvicinarsi a sua volta al nonnino davanti a lei, perché se I suoi amici non lo reputavano un pericolo,allora non lo era.

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