Vampiri 800
Quella tempesta pareva animata da forze sconosciute: nell'ammirare la natura imperare con tanta rabbia nei cieli, gridando alla terra mortale la sua ira con fulmini e potenti tuoni, si chiese quanto le fosse mancato quel brivido sordo che le carezzava la schiena. Si sentiva osservata, occhi immersi nell'oscurità che la scrutavano da lontano, nei meandri di quella stessa furia che stava scatenandosi nella notte. Socchiuse lo sguardo vacuo, avvertendo un odore familiare nell'aria, un profumo intenso- di morte e sangue antico- che andava permeando il suo stesso corpo. Si strinse fra le proprie braccia, la veste per la notte che si muoveva languidamente sulla pelle e le sfiorava la pelle pallida come la luna. Questa se ne stava nascosta al di là di quei minacciosi cumulonembi, come imprigionata dalle spire di un mostro. Colta da altrettanti brividi, la mente le si annebbiò e prese ad indietreggiare verso il letto: questo troneggiava al centro della stanza fiocamente illuminata dalle lampade ad olio sulla parete, rivestito dai veli cremisi del baldacchino, nascondendo i cuscini di soffice piuma d'oca e lenzuola in seta bianca. Gli occhi di ossidiana si incatenarono alle vetrate delle finestre, da cui filtravano i bagliori bluastri delle saette: esse tremavano sotto le spinte del vento, che ora sembrava accanirsi contro quel fragile ostacolo. Accadde di colpo che la serratura che lo teneva insieme si ruppe, lasciando che i venti infuriassero nella camera e spegnessero i tenui fuochi delle lampade. L'oscurità avvolse la giovane al centro della stanza, stretta fra gli artigli dell'ignoto: sembrava essersi risvegliata dal suo stato di dormiveglia, ora atterrita dalla violenza con cui il caos era penetrato nelle sue stanze; si mosse cauta lungo il tappeto variopinto, protesa nel chiudere le ante prima che la pioggia bagnasse il pavimento, ma nel compiere quei pochi passi si ritrovò bloccata. Una mano forte le rivestì il collo e la tenne salda, nel mentre una seconda presa le bloccava il polso. La sola mano libera corse a proteggersi la gola da quelle grinfie gelide, nel mentre un respiro ghiacciato le colpiva la pelle diafana della spalla.
<<Non muoverti mia preziosa creatura, lascia che accada>> ordinò una voce, pareva risuonare dai meandri sanguinari dell'inferno. Era un uomo, la sovrastava standole alle spalle e la stringeva con forza, senza temere di ferirla. E riconobbe l'odore del male, gli occhi celati nella tempesta- oramai acquietatasi- che la spiavano senza remore.
<<Chi siete?!>> ella si dibatté in vano, la forza dell'uomo la costringeva contro il suo petto. Scoprì il suo assalitore sorridere, beffandosi della sua impotenza e respirando fra i suoi lunghi capelli mori.
<<Cristian, mia signora. Sappiate soltanto questo da colui che vi condurrà al sonno eterno fra quelle lenzuola>> sussurrò nella sua mente frastornata, minacciando la sue fragili carni con le unghie affilate.
Dolci labbra si adagiarono morbidamente su di lei, le percepì saggiare il sapore della sua pelle e gemere di desiderio.
<<Il vostro profumo ubriaca la mia mente. Datemi tutto di voi, non opponetevi...>> le sue parole colarono liquorose contro la gola, poi un qualcosa di acuminato premette contro quel lembo sottile: non riuscì a capire di cosa si trattasse finché non avvertì la presa sul suo corpo rafforzarsi ed un dolore lancinante affliggerla laddove egli l'aveva baciata con languore. Un grido sordo abbandonò le sue labbra color ciliegia, occhi sgranati rivolti ad un lontano cosmo. Cristian risucchiò con vigore e la stordì per un singolo attimo, finché non fu egli stesso a placarsi con lento stupore.
<<Voi...!>> l'essere la guardò inorridito, finché non fu lei stessa ad allontanarsi da lui, sfruttando quel momento di sconvolgimento. Si ritrovò dinanzi a lui, finalmente guardando il suo assalitore negli occhi: due gemme di ametista la scrutavano con sconcerto, incastonate in un volto dai tratti duri, virili. Riuscì a scorgere i boccoli bruni che sporgevano da un cappuccio scuro sollevato sul capo; esso avvolgeva una figura austera, vestita con abiti tinti dalle tenebre: un lungo soprabito e il collo coperto da un foulard di stoffa lucida, adornato da un gioiello che sembrava nascondere tutto il male del mondo. Intravide la pelle opaca degli stivali stringati che gli fasciavano i polpacci.
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{Erotica} J.T_
General FictionUna serie di racconti erotici su personaggi immaginari. Posso definirlo come un esperimento per esercitarmi nella scrittura, siete liberi di leggere o meno